I datteri di mare sono molluschi che vivono all'interno delle rocce calcaree, la pesca è severamente vietata e causa dei gravi danni ambientali che comporta oltre al rischio di estinzione della specie. Ma c'è chi si disteressa dei divieti e dell'ambiente e ogni giorni si tuffa in mare, armato di punteruolo per distruggere le rocce dove si nasconde il mollusco; il cui valore al mercato nero può raggiungere anche i 200 euro al chilogrammo.
Un dattero di mare recuperato dalla Guardia di Finanza
Forze dell'ordine a difesa dei fondali contro i bracconieri del dattero di mare
Le coste e i fondali della Puglia sono costantemente presidiati dalle Forze dell'Ordine per contratare i bracconieri che si immergono alla ricerca del dattero di mare. Il mollusco è molto muono da mangiare, ma la pesca è vietata in quanto invasiva e molto distruttiva nei confronti degli ambienti e dei litorali rocciosi che ospitano i datteri. Il suo valore al chilogrammo può raggiungere anche i 200 euro e per questo i malviventi non esitano a immergersi nei fondali armati di martelletti per frantumare gli scoglie raccogliere i preziosi molluschi.
Ecco come bracconieri recuperano i datteri in mare
I bracconieri lavorano di solito in tre: il pescatore, un assistente con gli attrezzi e un palo sulla costa. Per staccare i datteri di mare si usano martelli e scalpelli, ma è stato trovato una volta anche un mini martello pneumatico. Il comandante delle operazioni navali delle Fiamme gialle a Bari, Francesco Sancineto, intervistato da Askanews ha dichiarato: «Il danno primo e più evidente è la frantumazione dello scoglio, della roccia, ma il secondo e non meno importante è la desertificazione che l’asportazione del dattero crea».
L'allarme dei biologi: «Sugli scogli privati dai datteri non crescono più specie»
I biologi avvertono: sugli scogli privati dei datteri di mare non crescono più altre specie. Le autorità perseguono i bracconieri, ma anche gli intermediari e i ristoratori senza scrupoli che offrono questi frutti proibiti.