A partire dai prossimi giorni, il nome “Pizza Napoletana” potrà essere utilizzato solo da chi sarà certificato STG (Specialità Tradizionale Garantita).
Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 307 del 28 novembre 2022 fu pubblicata questa novità legislativa che avrà un grande impatto sulle pizzerie di tutti i Paesi della UE.
Solo il prodotto conforme al disciplinare di produzione registrato con il marchio STG potrà chiamarsi Pizza Napoletana. Insomma, è vigente l’iscrizione con riserva del nome Pizza Napoletana STG nel registro delle Specialità Tradizionali Garantite ed al contempo possono incorrere in sanzioni le pizzerie
che dietro al nome Pizza Napoletana non hanno il prodotto certificato assoggettato ai controlli previsti.
La svolta per questa specialità - registrata come Pizza Napoletana STG nel 2010 - è stata la richiesta del cambio del regime di protezione da “senza riserva del nome” a “con riserva del nome” al fine di salvaguardare la registrazione del prodotto in questione dopo che è stata abolita la possibilità di registrare nomi di prodotti agricoli e alimentari come STG senza riserva d’uso del nome. Nessuno in Europa ha fatto opposizione alla richiesta pubblica lasciando via libera all'iscrizione con riserva del nome Pizza Napoletana STG.
Come è stata presa questa notizia dai pizzaioli? Siamo andati a chiederlo ad alcuni di costoro.
Solo il prodotto conforme al disciplinare di produzione registrato con il marchio STG potrà chiamarsi Pizza Napoletana
Un grande traguardo che si è temuto essere inarrivabile
Sul tema è intervenuta Marzia Buzzanca, pizzaiola sommelier, che sa essere garbatamente perentoria: «Con questo Regolamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della UE, la Pizza Napoletana STG ha raggiunto un grande traguardo che si è temuto essere inarrivabile. I napoletani hanno lottato insieme per raggiungerlo per molti decenni. Quando si sceglie una strada bisogna percorrerla sino alla fine, ben consapevoli, sia chiaro, che ogni scelta ha una conseguenza».
Marzia Buzzanca
Benvenuta sia la Pizza Napoletana STG
Simile il sentiment di Pasqualino Rossi, patron e pizzaiolo della Pizzeria Elite di Alvignano (Ce) che ha dichiarato: “Questo Regolamento ci voleva proprio ed era tempo che finalmente venisse sancito cosa è la Pizza Napoletana. In definitiva, e lo dico da sempre, la cosa essenziale è una sola: la pizza deve essere buona. Buona a partire dall’impasto, passando per lievitazione, topping, forno e quando giunge a tavola deve dare gioia al cliente. Tanti topping originali ed eccentrici sono mode passeggere. Alla fine a prevalere saranno sempre le pizze della tradizione e perciò, a maggior ragione, benvenuta sia la Pizza Napoletana STG».
Pasqualino Rossi,
La teoria è corretta, più controverso è l'aspetto pratico
Restiamo in provincia di Caserta, andiamo nel capoluogo e ascoltiamo Sasà Martucci, patron e pizzaiolo della pizzeria Sasà Martucci – I Masanielli, la sua articolata opinione pone l’evenienza di un aggiornamento del disciplinare: «Credo sia una bella notizia la tutela della "Pizza Napoletana STG" da eventuali usi impropri, perché è un prodotto identitario e caratteristico del nostro territorio. In questo modo, chiunque in Europa voglia fregiarsi di produrre e vendere la pizza napoletana, sarà costretto a rispettare il disciplinare e a sfornare prodotti di qualità. La teoria è corretta, più controverso è l'aspetto pratico, perché il disciplinare ha criteri stringenti e ancorati ad un modello datato, e questo rischierebbe di creare troppi ostacoli e di penalizzare molte pizzerie campane. Secondo me il disciplinare dovrebbe essere rivisto ed aggiornato, adeguandosi all'evoluzione della pizza degli ultimi anni».
Sasà Martucci
La STG va a costituire le necessarie fondamenta
Andiamo in Veneto, a Legnago (Vr) per ascoltare l’opinione di Stefano Miozzo, patron e pizzaiolo della pizzeria Zio Mo' Pizza e Bistrot: “Io la vedo così, e ricorro a un’immagine dell’edilizia. La pizza costituisce, con i suoi ingredienti di base, acqua, farina, lievito e un pizzico sale, la fondamenta. La fondamenta di cosa, lo decide il facitore dell’edificio; può essere una baracca, un palazzo, un grattacielo. Sia quel che sia, è comunque dalle fondamenta che non si può prescindere. Ecco, nel mio esempio, la STG va a costituire le necessarie fondamenta a che il prodotto pizza sia necessariamente buono e gradito».
Stefano Miozzo
Ben vengano delle direttive e dei controlli
Concludiamo con Valentina Borgogni, patron della pizzeria ‘O Munaciello di Firenze. 'O Munaciello è anche un marchio sotto il cui ombrello ci sono locali anche in Florida: «Personalmente sono favorevole all’introduzione di un disciplinare definito e preciso della Pizza Napoletana STG. Mi occupo di pizza da oltre 15 anni, sia in Italia che negli Stati Uniti e quando ho letto il disciplinare proposto per la Pizza Napoletana STG, io e i miei pizzaioli abbiamo ritrovato esattamente il metodo e gli ingredienti che utilizziamo noi del marchio ‘O Munaciello. La competizione ormai lo sappiamo è altissima; in tanti però si improvvisano pizzaioli e non tutti riescono ad offrire al cliente la vera pizza. Solo un prodotto finale realizzato in un certo modo può avere l’onore e l’onere di chiamarsi “Pizza Napoletana STG” quindi ben vengano delle direttive e dei controlli. Il Made in Italy regolamentato va difeso, ed io che lavoro tanto all’estero sono certa possa essere una risorsa aggiuntiva di garanzia di qualità che verrà apprezzata anche dal consumatore straniero».
Valentina Borgogni
Non vi è nessun danno, anzi tutt’altro
Insomma, contrariamente a quanto i vertici di alcune associazioni paventano, gli addetti ai lavori che quotidianamente sostanziano il mondo della pizza, di esso essendo attori sia come patron che come pizzaioli, non paiono tremebondi al cospetto di questo Regolamento UE che, ricordiamolo, è divenuto vigente a fronte di nessuna opposizione da parte di nessuno a ché vi sia riserva del nome. Appare velleitario, forse anche goffo, il voler chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati, posto che di danno trattasi. Ad ascoltare i patron pizzaioli, volentieri lo si ribadisce in conclusione, non vi è nessun danno, anzi tutt’altro vi è forte e robusto passo in avanti perché la Pizza Napoletana sia sempre più tutelata e valorizzata.