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Finanziamenti, ma non agli evasori Conte rischia grosso sui "4 metri"

Le indiscrezioni sul distanziamento dei tavoli hanno creato sconcerto e rabbia fra i ristoratori. La categoria vuole regole chiare. Il Dl Rilancio interviene a sostegno delle Piccole imprese. Ma i finanziamenti a fondo perduto si basano sul fatturato: se si è fatto del nero si potranno avere pochi soldi.

di Alberto Lupini
direttore
 
11 maggio 2020 | 06:45

Finanziamenti, ma non agli evasori Conte rischia grosso sui "4 metri"

Le indiscrezioni sul distanziamento dei tavoli hanno creato sconcerto e rabbia fra i ristoratori. La categoria vuole regole chiare. Il Dl Rilancio interviene a sostegno delle Piccole imprese. Ma i finanziamenti a fondo perduto si basano sul fatturato: se si è fatto del nero si potranno avere pochi soldi.

di Alberto Lupini
direttore
11 maggio 2020 | 06:45
 

Bar, ristoranti e alberghi aspettano al varco Conte sulla questione tavoli. L’ennesima, inutile, indiscrezione circolata sabato sull’ipotesi di distanziare i tavoli di almeno 4 metri, che poi sono diventati 4 metri quadrati per cliente, ha ulteriormente irritato, e preoccupato, gestori e dipendenti, tutti consapevoli che con quelle misure in pochi potranno riaprire e l’accoglienza italiana sarà condannata a morte. Non ci sono se o ma che tengano. Il Governo deve chiarire subito quali regole dovranno essere rispettate per riaprire in sicurezza. Il lasciare circolare proposte folli, degne solo di esperti incompetenti o burocrati superpagati, è un atto che si può definire criminale perché si gioca sulla pelle di chi non ha mai ricevuto molto dalle istituzioni, pur svolgendo un ruolo centrale per quello stile di vita che è il nostro vanto e marchio distintivo nel mondo. E ugualmente durissima è la posizione di Confindustria Alberghi che contesta alla base le indiscrezioni sul Dl Rilancio che non terrebbe in alcun conto della posizione drammatica anche degli alberghi, dove il 97% del personale è oggi in cassa integrazione, al punto che se non ci fossero novità si minaccia la chiusura di tutte le strutture alberghiere.  

Finanziamenti, ma non agli evasori Conte rischia grosso sui 4 metri

Ora non c’è più tempo. “Giuseppi” ha pochi giorni, per uscire dal fango in cui lo hanno cacciato i suoi superesperti guidati da Colao che non hanno ancora avuto nemmeno il buon senso di smentire le indiscrezioni, o almeno di derubricarle a ipotesi astratte. Al massimo entro venerdì si dovranno conoscere le line eguida e le regole per riaprire, anche perchè poi toccherà alle diverse Regioni decidere cosa fare. Peccato che non c’è però Paese al mondo che si sia fatto prendere la mano giocando coi centimetri per stare seduti al bar o al ristorante. A Bolzano, che giustamente se ne frega di un Governo che non sa prendere una decisione, hanno deciso per i 2 metri secchi. E lo stesso ha fatto la Svizzera, che ha adottato il piano proposto dai ristoratori in 5 giorni. Da noi il protoccolo presentato dalla Fipe è fermo senza risposte da due settimane e quello degli albergatori da dieci giorni. Una vergogna, se non fosse che attorno al comparto del turismo gira circa un terzo del Pil italiano, e solo dei politici sciagurati possono pensare di non dare ancora a oggi delle risposte chiare su “come” poter riaprire i locali in sicurezza per gli ospiti e per chi ci lavora. E questo ancor prima del “quando”. E più che di vergogna ora si può davvero parlare di un crimine, perché così facendo si rischia di uccidere davvero un comparto. E il pensiero non può non andare al cimitero virtuale realizzato a Bruxelles dove in piazza hanno steso mille giacche di cuoco per simboleggiare la drammatica crisi a livello continentale. Ma L'Inail e l'Istituto superiore di Sanità sembrano divertirsi e fissano il limite di capienza di 4 metri quadrati per ogni commensale.

Ma è purtroppo l’Italia che più di altri Paesi rischia di pagare un prezzo altissimo a livello sociale, perché nessun altro Stato ha un numero così elevato di locali dove si somministra cibo: 330mila. Con la conseguenza di una debolezza strutturale delle aziende (piccole e senza patrimonio) che ora rischia di portare al fallimento o alla non riapertura di due imprese su dieci, aprendo una pianura sterminata per l’ingresso della mafia.

È forse anche per questa ragione che il Governo ha poche ore di tempo per evitare il peggio. Che è quello che sembra voler fare con l’ormai imminente Decreto legge Rilancio col quale vorrebbe garantire finanziamenti a fondo perduto alle piccole imprese, nonché un credito di imposta per pagare gli affitti dei locali (provvedimento assolutamente irrinunciabile per molti alberghi) e 19 miliardi per estendere i periodi di cassa integrazione (in deroga e non). Sempre che l’Inps e il ministero del Lavoro si decidano a pagare questi sostegni al reddito di centinaia di migliaia di famiglie che non hanno ancora visto un euro.

Finanziamenti, ma non agli evasori Conte rischia grosso sui 4 metri

Va detto che il credito di imposta non è lo strumento forse più efficace per aziende che non hanno un soldo in cassa. E che fa un po’ impressione che il Governo possa mettere in campo tanti soldi che non ha, quando non si sa se il Parlamento chiederà all’Europa il prestito senza oneri di decine di miliardi del Mes, o vi rinuncerà solo per mantenere la pregiudiziale politica su cui i populisti hanno campato di rendita finora. Va fatta una riflessione in più: in tutta la nuova manovra ci potrebbe essere uno spiraglio positivo, ma non è detto che tutti ne possano usufruire. C’è infatti da tenere conto che i furbetti che hanno evaso le tasse nello scorso anno avranno poche possibilità di ottenere aiuti dallo Stato. I soldi arriveranno infatti in percentuale sul calo del fatturato rispetto allo scorso anno. Ma se nel 2019 qualche bar o ristorante aveva fatto molto nero, potrà prendere solo pochi contribuiti, in base a quanto dichiarato. E questo potrebbe essere il vero colpo mortale per molte imprese. Al di là dei tavoli più o meno distanziati, più che il Covid-19, ad affossare l’impresa sarà allora l’aver fatto evasione fiscale. E questo è un problema di etica e non più di scelte politiche.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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