Pandemie, guerre, tensioni e rincari sono arrivati come un terremoto in tanti settori tra cui la ristorazione. La corsa all’aumento dei costi energetici sta mettendo in grave difficoltà il settore dei servizi, il valore delle bollette è decuplicato e tutto ciò rappresenta un grave danno soprattutto per la ristorazione, basti pensare all’ampio uso dei forni e dei frigoriferi sempre accesi in ambiti quali bar, sale e ristoranti.
Le impennate dei prezzi mettono a rischio la prosecuzione delle attività, considerato che il prezzo del gas ha raggiunto i 500 euro per Mwh mentre un anno fa era pari a 111 euro per Mwh. E cosa dire delle materie prime? Continuano a salire i prezzi di carne, farinacei e di frutta e verdura.
Le soluzioni per contrastare il problema
Per fronteggiare questo trend negativo bisognerebbe ritoccare i listini, scelta difficile da fare in quanto porterebbe alla perdita della clientela, già provata dai rincari della vita quotidiana.
La prospettiva economica Iitaliana Istat per il biennio 2022/2023 prevede un aumento del Pil a +2,8% per il 2022 e a più 1,9% per il 2023; un dato roseo per il futuro ma che cozza terribilmente con l'odierna realtà. La liberalizzazione europea del gas è la conseguenza di un’iniziativa avviata per la prima volta nel 1996 e rafforzata nel 2003 e nel 2009, concepita per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, dell’efficienza del servizio e dei prezzi più bassi.
Confrontando la situazione degli anni Novanta, quando ogni Paese aveva il proprio mercato, il proprio monopolio e la propria politica energetica l’iniziativa è stata sicuramente un successo. Oggi paghiamo i problemi di due anni di pandemia e indubbiamente la guerra in Ucraina.
Serve l'aiuto dell'Europa
Come affrontare il domani prossimo? Nessuno ha una risposta, perchè con questi chiari di luna non esistono soluzioni di logica. Si potrebbero studiare, con tecnici del settore, soluzioni per abbassare i consumi di elettricità e gas, costruire un turn-over per i dipendenti, ma questi non sono altro che semplici palliativi.
Credo che senza un forte aiuto statale e soprattutto dall'Unione Europea consistente in sgravi fiscali ed economici tout-court, avremo una miriade di chiusure di saracinesche. Come dice Bernard Baruch: «Non vi è niente di incurabile, ci sono solo mali per i quali l'uomo non ha ancora trovato una cura». Ora è necessaria una mobilitazione globale per una cura duratura e settoriale, se vogliamo salvare un settore e il fondamentale indotto che ne deriva. .