Quello che il bistellato Giancarlo Perbellini sta vivendo in questo periodo è decisamente movimentato. Dopo aver rilevato il "12 Apostoli" di Verona, ristorante che diventerà nel corso dell'estate il quartiere generale dello chef, ed essere nominato come presidente onorario dei "Cuochi veronesi", il 59enne ha dovuto lasciare il consiglio d'amministrazione della Pontaccio, la srl del gruppo Trussardi, per «necessità tecnica». Perbellini, che da novembre guida la cucina del ristorante della multinazionale alla Scala di Milano, ha spiegato che si è dimesso «come atto dovuto. Non essendoci più l’amministratore delegato della Pontaccio, io non avevo potere di firma per poter pagare gli stipendi dei dipendenti». La notizia arriva a poche settimane dallo scoglimento del cda della Trussardi, dopo che i fondi Quattro R e Levriero Holding hanno accumulato nel corso degli anni un debito aggregato di circa 50 milioni di euro.
Lo chef Giancarlo Perbellini
Chef Perbellini non se ne va
«Hanno nominato amministratore unico della Trussardi Angelo Rodolfi, incaricato della ristrutturazione aziendale. Con le dimissioni dello chef, ora c’è Rodolfi alla guida anche della Pontaccio», ha dichiarato l'entourage dello chef al Corriere della Sera. Del resto, la volontà di Giancarlo Perbellini è quella di proseguire con l’attività milanese, nonostante la procedura di ristrutturazione in atto (che prevede, secondo la nuova norma italiana introdotta nel 2022, una risoluzione entro sei mesi di tempo): «Al momento non c’è alcuna mia volontà di andarmene né il ristorante sta per chiudere. Non è semplice ma su Milano abbiamo investito e qui voglio rimanere - ha confessato il cuoco. Abbiamo, per dire, in programma appuntamenti organizzati durante il Salone del Mobile e incassato già caparre per eventi che si terranno in estate e sono tutti confermati. Con le dinamiche societarie noi non c’entriamo nulla, io continuo a seguire la cucina del ristorante e a fare lo chef. Noi oggi ci siamo». Certo è che quando sarà conclusa l’operazione di vendita - al momento sono tre le aziende interessate a rilevare Trussardi - gli scenari aperti saranno diversi. Dunque, la domanda sorge spontanea: lo chef avrà ancora voglia e interesse a restare?
Tomaso Trussardi: «Si è dimesso come atto formale ma continua la sua attività di ristorazione alla Scala»
A commentare le dimissioni di Perbellini ci ha pensato anche Tomaso Trussardi, noto imprenditore ed amico del cuoco scaligero: «Giancarlo mi ha chiamato questa mattina per avvisarmi. Nelle normali vicissitudini che sta sfortunatamente passando il gruppo oggi, lui si è dimesso come atto formale ma continua la sua attività di ristorazione alla Scala. E io confermo la profonda stima e amicizia nei suoi confronti. Il ristorante funziona molto bene e Giancarlo è il miglior partner possibile nella ristorazione che io abbia mai avuto. Lui non se ne vuole andare e noi non vogliamo certo mandare in fumo l’operazione del ristorante ora. Saremmo dei pazzi, abbiamo aperto solo quattro mesi fa, ci abbiamo investito più di 6 milioni di euro. E di food io voglio occuparmi sempre di più». Non escludendo, così, in futuro, un suo coinvolgimento più diretto nella Pontaccio.