Per gli agriturismi, finalmente, due buone notizie. La prima, oramai nota a tutti, è che dal 26 aprile torneranno "a respirare", e nel (quasi) pieno dell'attività grazie soprattutto agli spazi esterni; la seconda, ancora più interessante, è la modifica del decreto 116/2020 sullo smaltimento dei rifiuti che non saranno più speciali.

Modificato il decreto sullo smaltimento dei rifiuti che non saranno più speciali
Per i rifiuti provvedimento nel segno della semplificazione
Il ministero della Transizione ecologica ha, infatti,
rivisto il provvedimento nel segno della semplificazione mettendo fine a molte preoccupazioni (e polemiche) in merito alla gestione dei rifiuti prodotti dalle aziende agricole e agrituristiche che potranno restare in capo ai comuni come avvenuto fino ad ora.
Ne avevamo già parlato anche su Italia a Tavola
circa l'assurdità del divieto per le aziende agricole, di conseguenza anche per gli agriturismi, di
non poter smaltire i rifiuti prodotti nelle loro aziende perché ritenuti non assimilabili a quelli domestici, o addirittura speciali. Un po’ di tutto: dalla carta, al vetro, alla plastica, gli scarti delle varie lavorazioni verdi.
Rifiuti smaltiti nelle apposite isole ecologiche
Con il nuovo provvedimento, sollecitato a gran voce da tutte le organizzazioni del mondo rurale e della ristorazione: «
Si stabilisce - rimarca
Gianluigi Vimercati Castellini, presidente degli agriturismi lombardi di Confagricoltura - che
la gestione dei rifiuti, come gli scarti di materiali legati alla conduzione e all'ospitalità,
potrà continuare a esser affidata ai servizi offerti dai Municipi, pagando la relativa Tari, e smaltiti nelle apposite isole ecologiche. In alternativa, le aziende potranno convenzionarsi con un operatore privato o, ancora, gestire il riuso dei rifiuti organici come fertilizzanti o come fonte alternativa di energia». Ha prevalso, una volta tanto, il buon senso!