Che la sala non sia più l’unico canale di vendita per un ristorante, è un fatto che si è reso evidente anche agli scettici negli ultimi giorni del lockdown e in questi primi giorni di riapertura. La sala permarrà il canale prevalente, ne siamo persuasi, e siamo altresì persuasi che sebbene ancillari, vivranno di loro posizionamento autonomo e arrecheranno margini di contribuzione sia il servizio di asporto che la delivery.
Le schermate della piattaforma digitale utilizzata da Carlo Cracco per la delivery
A rendere credibile e a dare ulteriore autorevolezza a quanto elevato possa essere
lo standing qualitativo della delivery, in una piazza importante come quella di Milano, basterebbe citare i due casi di due chef pluristellati quali Claudio Sadler e
Carlo Cracco che hanno entrambi iniziato ad erogare la delivery dopo averla studiata e progettata.
I risultati sono già lusinghieri. Lo chef Carlo Cracco nei suoi ristoranti “Cracco” e “Carlo e Camilla in Segheria” fruisce del servizio “trustdelivery” che garantisce il cibo a domicilio con la tecnologia blockchain. Vediamo in pratica di cosa si tratta e comprenderemo che la sua attuazione è di grande semplicità.
Il cliente effettua il suo ordine allo
shop Carlo Cracco. Al momento della delivery propriamente detta (consegna) la box che il rider consegna al cliente in casa sua, è dotata di un’etichetta-sigillo sulla quale è applicato un QR code messo dal ristoratore. Pertanto per prima cosa il cliente verifica l’integrità del sigillo sull’etichetta e poi, inquadrando il QR code, accede ad una Landing Page. E qui vive la sua customer experience: grazie alla tecnologia blockchain verifica che le procedure siano state ottemperate, si giova del messaggio di benvenuto dello chef e accede allo shop, se già desidera effettuare un ordine successivo.
Il servizio TrustDelivery, lanciato nel mese di aprile 2020 dalla startup pOsti in partnership con EY e in collaborazione con FIPE-Confcommercio, amplia il numero dei suoi fruitori acquisendo ristoratori in Emilia, nel Lazio ed in Campania. La prioritaria motivazione di utilizzo risiede nella volontà del ristoratore di rassicurare i clienti della delivery sul meticoloso e documentato rispetto di una serie di misure di sicurezza alimentare, conformi alle linee guida messe a punto dalla FIPE, nelle fasi cruciali di preparazione, confezionamento e consegna.
Stiamo andando, come è corretto e doveroso che sia, verso una delivery che tuteli la salute dei clienti e che nel contempo sia garanzia di trasparenza su quanto avviene in cucina. Avanti così, verso la nuova normalità della ristorazione post Covid.