Alessandro Scorsone, Premio IaT 2011 «Emozioni e valorizzazione insieme»

Personaggio dell'anno 2011 nella categoria Maitre e Sommelier, Alessandro Scorsone, professionista di grande esperienza, è responsabile del cerimoniale di Stato a Palazzo Chigi . È lui, ad oggi, che si preoccupa di decidere cosa mangiano e cosa bevono i capi di governo in visita

19 gennaio 2018 | 11:20
di Andrea Radic
E sempre ad oggi, Alessandro Scorsone è nuovamente tra i candidati del sondaggio Personaggio dell'anno di Italia a Tavola, sostenuto dai main sponsor Grana Padano, Pentole Agnelli e Trentodoc e giunto alla sua 10ª edizione (CLICCA QUI PER VOTARE). Non più però nella categoria Maitre e Sommelier, Scorsone stavolta fa parte dei 26 candidati alla sezione Campioni, creata ad hoc per valorizzare i vincitori dei sondaggi dal 2008 ad oggi che abbiano dimostrato costanza, etica ed impegno nella propria professione.


Alessandro Scorsone

Alessandro Scorsone risponde alle nostre domande mentre sta lavorando alla preparazione e di un importante evento di Stato con diversi capi di Governo.

«In queste occasioni ufficiali, con grande orgoglio presentiamo il più bel biglietto da visita del nostro Paese, la qualità enogastronomica italiana, il nostro miglior brand, un bellissimo specchio della nostra capacità e tradizione. Tutto ciò che è italiano è unico e straordinario, come la filosofia del premio Italia a Tavola, che premia coloro che sono professionisti e credono in ciò che fanno».

Che momento è stato quello della vittoria del sondaggio?
Di grande emozione, molti dei candidati sono abituati a vincere premi e forse danno poca importanza, io sono appassionato di enogastronomia ed è stata una grande emozione che ancora porto con me. Ed è un grande piacere essere presente ogni anno all'evento di premiazione, prendere parte ad un evento capace di coinvolgere tutte le anime di questo mondo. In quella giornata l'incontro con cuochi, colleghi sommelier, barman, pizzaioli, pasticceri è molto stimolante perchè sono tutte anime di questo mondo straordinario.

Saper dare emozione è importante.
Cerco emozione in molte cose, è un sentimento che da spinta. Anche in Portogallo mi sono emozionato visitando la produzione dei tappi di sughero Amorim, dove ho vissuto una esperienza unica, quella di conoscere il sughero. Per un sommelier è un compagno di lavoro, e conoscerlo bene è stato molto interessante. Le querce da cui si ricavano i tappi, non chiedono nulla all'uomo che, semplicemente, le aiuta decorticandole con precisione chirurgica. Quando annusiamo un tappo ci dimentichiamo il mondo che vi sta dietro, l'anima infinita del sughero che viene utilizzato più volte e riciclato persino nel fare pavimenti. Un sommelier deve sapere e conoscere tutto questo e quando avrà in mano un tappo saprà come nasce.

Il premio racconta diverse categorie.
Il premio ha trovato il modo di dare lustro a tutte le categorie del settore, e voglio dire che aumentarne il numero è stato un bene oltre ad un segnale di interesse. Anche la sana lotta per vincere è positiva e qui i social sono molto importanti, costituiscono un grandissimo strumento di comunicazione, efficace e veloce, anche se a volte addirittura troppo, e la gente rischia di dimenticare in fretta, ma non con Italia Tavola, che ha scelto le giuste tempistiche.

Vero, tanto che i votanti crescono in modo massiccio.
Certo, a dimostrazione della genialità del premio e di Alberto Lupini, che ha scelto e creduto nel mettere insieme i vari mondi e i vari protagonisti sia nella votazione che nella serata, durante la quale viene dimostrata la possibilità di creare gioia senza disparità. Anche se oggi i cuochi hanno molta attenzione televisiva, Italia a Tavola è capace di gratificare e dare attenzione a tutti i professionisti, proprio grazie al premio.

La credibilità è una delle ragioni della grande partecipazione del pubblico.
Questo è un mondo che ha bisogno di credibilità, attenzione e serietà e deve bandire i mercenari. La linea da seguire è la coerenza del rispetto, il messaggio da portare è la qualità e la percezione va difesa proprio con la comunicazione corretta e positiva. Un baluardo che per noi è biglietto da visita dell'Italia nel mondo.

Sono passati dieci anni dalla prima edizione. Cosa è cambiato oggi?
Certamente sono cambiati i mezzi di comunicazione, in particolare nel mondo del vino: oggi esistono linguaggi più comprensibili per rispettare anche chi non ha concoscenze tecniche. Il vino viene comunicato in maniera più accessibile, basta tecnicismi capziosi, credo in una comunicazione più vera che raggiunga il cuore delle persone. Quanta gente si è appassionata al vino e al cibo, grazie a questo nuovo approccio e Italia a Tavola ha davvero contribuito a tutto ciò. Quando vedi persone straordinarie come Enrico Derflingher, un grande professionista che potrebbe sentirsi più che arrivato, essere al contrario così disponibile, capisci il valore di una grande cordata di amici che diffondono in varie forme la bellezza di questo mondo. Così dobbiamo fare, comunicando insieme i valori, perché il vino e la passione che ci sta dietro vanno diffusi, raccontandone la storia, aprendo bottiglie e facendole gustare.

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Alberto Lupini


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