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El Porteño Gourmet: l'eleganza della cucina argentina anche a pranzo

El Porteño Gourmet di Milano unisce sapori argentini e tradizione milanese, offrendo piatti raffinati in un ambiente suggestivo anche a pranzo col business lunch: una proposta culinaria pensata per un pubblico internazionale

 
05 novembre 2024 | 13:39

El Porteño Gourmet: l'eleganza della cucina argentina anche a pranzo

El Porteño Gourmet di Milano unisce sapori argentini e tradizione milanese, offrendo piatti raffinati in un ambiente suggestivo anche a pranzo col business lunch: una proposta culinaria pensata per un pubblico internazionale

05 novembre 2024 | 13:39
 

Situato a 100 metri da piazza Duomo, a Milano, il ristorante El Porteño Gourmet è l’idea del gruppo di ristorazione Dorrego Company per portare in Italia la vera tradizione argentina, facendola convivere con le usanze gastronomiche locali. 

El Porteño Gourmet: l'eleganza della cucina argentina anche a pranzo

El Porteño Gourmet propone anche il Business lunch

El Porteño Gourmet, classe argentina

El Porteño Gourmet si distingue dagli altri locali della stessa famiglia per l’eleganza del menu e del servizio, offrendo un’esperienza culinaria raffinata e cosmopolita. Sotto la guida creativa dello chef Matteo Torretta, il ristorante propone una selezione più ampia e curata, studiata per soddisfare un pubblico eterogeneo, internazionale e sempre in movimento, che popola le grandi città sia per lavoro sia per piacere. Dal divano con tavolini annessi affacciato sulla stretta via Speronari, col  tuo cocktail in mano, puoi osservare l’andirivieni policromo di turisti e milanesi affaccendati: che non basta, ovviamente, ad accontentare i gastronauti esigenti, usi ad andare dritto al sodo. Mangiar bene è comunque un must, per non parlare del bere.

El Porteño Gourmet: l'eleganza della cucina argentina anche a pranzo

El Porteño Gourmet si distingue dagli altri locali della stessa famiglia per l’eleganza del menu e del servizio
 

E il gruppo a cui El Porteño Gourmet fa capo, Dorrego Company, per ampiezza dell’offerta e non solo, dovrebbe avere le carte in regola: nato nel 1995, sotto la guida di Alejandro Bernardez, Fabio Acampora, Sebastian Bernardez, Dorrego Company crea e sviluppa format ristorativi, progetta, realizza e gestisce lounge bar e ristoranti di tendenza. I locali gestiti dal gruppo hanno riscosso un certo successo e messo in luce capacità innovative, quanto a offerta enogastronomica e layout architettonico. A Milano, la società  è proprietaria dei locali: El Porteño Darsena (Viale Gian Galeazzo 25), El Porteño Gourmet (via Speronari 4) El Porteño Arena (Viale Elvezia 4), El Porteño Prohibido (Via Macedonio Melloni 9); gli ultimi due con all’interno i rispettivi Flores Cocteles, cocktail bar dedicati alla miscelazione classica. Sempre a Milano Dorrego è proprietaria di Living Liqueurs & Delight (Piazza Sempione 2) e Pisco Cucina di Mare (via Bertani 16).

El Porteño Gourmet, il business lunch

Se questo è il quadro complessivo, la stagione dello shopping natalizio dovrebbe  portare bene proprio al locale di via Speronari: da ottobre è stata introdotta la formula business lunch, ideata dallo chef Matteo Torretta per chi desidera concedersi una pausa pranzo esclusiva prima di rientrare in ufficio o riprendere il proprio tour della città. Ogni dettaglio è pensato per trasportare gli ospiti nella Buenos Aires degli anni Venti e Trenta, tra arredi ricercati e materiali d’epoca che evocano atmosfere d’antan: credenze vintage, collezioni di ceramiche scovate nei mercatini, parquet importato da oltreoceano e cementine ispirate alle maioliche coloniali spagnole. Un autentico viaggio multisensoriale che inizia appena varcata la soglia e promette di far rivivere l’anima affascinante e intramontabile del passato argentino.

El Porteño Gourmet: l'eleganza della cucina argentina anche a pranzo

Lo chef Matteo Torretta

«Il menu - spiega lo chef Matteo Torretta - non viene incontro solo a chi si ferma per un pranzo di lavoro, ma anche al visitatore che gira per il centro e desidera un’esperienza diversa, arricchita dalla tradizione argentina. Cambierà ogni 15 giorni e cercherà di adattarsi a tutte le tasche: una carta con dodici opzioni fra cui scegliere, che a 35 euro offre uno starter, un main course, acqua e caffè, a Milano è altamente concorrenziale, considerata la qualità che ci si ritrova nel piatto. Sarà protagonista la carne ma non mancherà il pesce e la proposta vegetariana. Il tutto a ritmi da pranzo di lavoro: l’esperienza dovrebbe durare non più di un’ora, dato che la pausa mensa non va a sforare, solitamente, nel pomeriggio».

El Porteño Gourmet, l’esperienza

Noi abbiamo potuto scegliere uno starter fra Caprese, Ceviche di Carne, Tartare di salmone guacamole e burrata, Ceasar salad o Insalata Nizzarda, a cui far seguire un piatto tra Spaghettone al pomodoro profumato al chimichurri, Risotto alla milanese con ristretto di carne, Guancia di manzo (gran piatto, onore al merito!) brasata al malbec con purè, Cubi di cotoletta alla milanese con misticanza, Filetto di salmone con verdure di stagione grigliate, Mosaico veg o Gazpacho di frutta e verdura con pinzimonio croccante. Niente fuochi d’artificio, tanta sostanza, fantasia qb.

 

Chi desiderasse ancora qualche sfizio può ordinare il dessert optando per il celebre Tiramisù “al bicchiere”: una variazione sul tema, diciamo, in quanto si compone di gelatina al caffè con polvere di savoiardi, ganache al mascarpone montata con dulce de leche, completato al tavolo con una spuma sifonata allo zabaione non al Marsala bensì al Legui, un amaro alle erbe dedicato a Ireneo Leguisamo, un leggendario giocatore argentino di polo. Ma ci sarebbe pure il gelato preparato direttamente dallo chef, servito al tavolo con il “carrito” (carrello) e completato davanti al cliente con varie guarnizioni e topping (dai popcorn caramellati al cioccolato), che cambiano periodicamente. L’obiettivo resta quello di combinare il gusto degli ingredienti esotici e tipici argentini con le peculiarità gastronomiche del capoluogo meneghino: una carrellata ben studiata di pietanze che evita con scrupolo il sofisticato, ed anzi testimonia la perfetta fusione tra due culture, iniziata fin dalla grande migrazione che tra il 1870 e il 1930 ha portato molti italiani a trasferirsi oltreoceano in cerca di fortuna.

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