Oggi, proprio oggi 14 settembre, però settecento anni fa, un signore di mezza età malandato alquanto, leggermente claudicante, fiorentino in esilio a Ravenna, moriva. Moriva e diventava immortale. Stiamo parlando di Dante Alighieri. Quasi nessuno lo sa, quasi nessuno se ne ricorda. A scorrere i giornali di oggi, almeno i titoli di prima pagina, neanche un cenno a ciò. Oggi, settecento anni fa, moriva e diventava immortale il Sommo Poeta e il fatto non costituisce notizia!
Settecento anni dalla morte di Dante... ma la stampa italiana se ne dimentica!
Se è vero che è pericoloso vivere in un Paese che ha bisogno di eroi, è però altrettanto pericoloso oltre che triste constatare che nel nostro Belpaese, al di là della proclamazione algida e formale dell’Anno Dantesco, praticamente nulla è stato fatto per celebrare degnamente il Grande Fiorentino (eccezion fatta per la mostra organizzata nella Basilica di Santa Croce a Firenze con le animazioni 3D di Felice Limosani su immagini di Gustav Dorè).
Occasione persa per il turismo
Di occasioni anche a beneficio di incremento dei flussi turistici ve ne sarebbero state, se solo vogliamo pensare ai luoghi attraversati da Dante non soltanto nella sua fantasia così come si legge nella cantica dell’Inferno, ma anche nella realtà, proprio nel percorso che lo vide esule da Firenze a Ravenna.
Nulla di nulla, che pena; ci si lasci esprimere così.
Un feroce quanto sadico sarcasmo ci indurrebbe a dire che il 2065 è “vicino” e in quell’anno sapremo celebrare gli 800 anni dalla nascita di Dante. Ma evitiamo ciò e proviamo, in permanenza di tristezza, a guardare comunque avanti provando a smentire quell’affermazione scellerata che nella cronaca odierna riprende purtroppo vigore, che “con la cultura non si mangia”.
Ci ricordiamo che Parma è Capitale Italiana della Cultura? Ci siamo ricordati che lo sarà Procida nel prossimo anno. Lo sappiamo che nel non lontanissimo 2025 Gorizia sarà Capitale Europea della Cultura?
E allora, generoso e non rancoroso verso gli italiani che lo hanno lasciato cadere in oblio anche oggi, riascoltiamolo ancora una volta. Non si risparmia ed ancora una volta, incrollabile la sua fede verso di noi, ricorriamo alla Sua terzina augurandoci che possa fungere da sprone:
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.