Sarà per la
crisi economica che ha costretto tutti a rivedere modelli di sviluppo ritenuti un tempo vincenti. E magari anche per una maggiore consapevolezza dell’opinione pubblica e dei politici locali riguardo al valore “economico” della
Cultura. Sta di fatto che anche l’industriosa Lombardia gioca ora con convinzione la carta del turismo e punta su quelli che un tempo venivano definiti valori immateriali o comunque finanziariamente poco importanti. E lo fa puntando su alcuni dei suoi pezzi migliori: un territorio ricco di beni artistici e una rete di eccellenze dell’enogastronomia che negli ultimi anni ha conquistato posizioni di leadership. Tre esempi per tutti: il Grana Padano, il Franciacorta e i tanti ristoranti di qualità meta di un turismo mirato e attento.
L’occasione per riaffermare un primato anche in questo settore è offerto dal progetto che nel 2017 vedrà la Lombardia orientale come Regione Europea della gastronomia insieme ad Aarhus (Danimarca) e Riga-Guja (Lettonia). Le province di Bergamo, Cremona, Brescia e Mantova (quelle che storicamente non hanno mai fatto riferimento a Milano, per storia e tradizioni) si presenteranno insieme a questo appuntamento e già questo impegno costituisce un fatto per molti versi di novità. Parlare di rivoluzione è eccessivo, ma certo vedere schierati insieme, come è successo domenica sera
all’inaugurazione, sindaci e politici dei diversi territori insieme a quasi tutti i cuochi stellati di quest’area è certamente un bel segnale.
Sarà stato per l’ambiente (Astino, uno splendido monastero millenario tornato finalmente a nuova vita dopo decenni di abbandono), o per i contestuali festeggiamenti di una famiglia che ha segnato simbolicamente la vittoria dell’alta cucina in Lombardia (i Cerea del Da Vittorio che hanno festeggiato i loro
50 anni di attività). Sta di fatto che nella bella festa, che la pioggia non è riuscita a rovinare, si respirava tanta aria di progettualità, positività e voglia di
fare squadra. Cosa che da quelle parti non è sempre stata la regola, anzi.
Pur nella ricchezza di castelli, chiese, musei, laghi o montagne, a dare il senso dell’unità vera del territorio è peraltro il ruolo dei cuochi. Pesa certo il fatto che nelle 4 province ci siano ben 22 ristoranti stellati, di cui 2 a tre stelle. Ma in genere è tutta la realtà della Cucina e delle produzioni alimentari di questa zona che negli ultimi decenni ha segnato una crescita in termini di qualità e di importanza economica, tanto da assumere un ruolo di motore trainante nelle motivazioni e nelle aspettative dei viaggiatori. Giusto ciò su cui ha insistito il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, nel dare l’avvio alla festa per questo anno dedicato al turismo.
Ora non c’è che da sperare che ai bei programmi e agli impegni seguano fatti concreti e che, soprattutto, si sappia dare il giusto valore a tutti i protagonisti di questo mondo (a partire dai cuochi) che rendono forte e vincente lo
stile di vita italiano. In Lombardia orientale come in tutta Italia.