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L’agroalimentare può fare squadra Alla Leopolda la conferma

“Food & Wine in Progress” ha riunito a Firenze cuochi, pasticceri, sommelier, commercianti, agricoltori, produttori, barman, macellai e panificatori con il comune intento di valorizzare l’intero mondo dell’enogastronomia

di Alberto Lupini
direttore
 
28 novembre 2016 | 09:59

L’agroalimentare può fare squadra Alla Leopolda la conferma

“Food & Wine in Progress” ha riunito a Firenze cuochi, pasticceri, sommelier, commercianti, agricoltori, produttori, barman, macellai e panificatori con il comune intento di valorizzare l’intero mondo dell’enogastronomia

di Alberto Lupini
direttore
28 novembre 2016 | 09:59
 

Basta un po’ di impegno, e fare squadra si può. Anche in Italia. Un esempio positivo di come si può collaborare viene da Firenze, dove “Food & Wine in Progress” ha visto lavorare insieme col comune obiettivo di valorizzare l’intero mondo dell’enogastronomia cuochi, pasticceri, sommelier, commercianti, agricoltori, produttori, barman, macellai e panificatori.

L’agroalimentare può fare squadra  Alla Leopolda la conferma

Ancora una volta la Leopolda, un luogo simbolo anche per i cambiamenti in politica, si conferma la sede di un laboratorio in cui benessere, gusto, salute e professionalità superano steccati vecchi e incapaci di definire o rappresentare nella loro complessità e ricchezza tutta la filiera agroalimentare italiana. Un obiettivo che da sempre Italia a Tavola persegue con convinzione e che ora vede la Fic (cuochi) e l’Ais (sommelier) marciare insieme e alleati con Confcommercio e Coldiretti.

L’evento era toscano, ma la presenza di dirigenti nazionali gli ha dato una valenza molto più alta, ricollegandosi strettamente alle novità varate in questa direzione dall’ultimo congresso della Federazione italiana cuochi tenutosi proprio alla Leopolda. Che poi la città sia Firenze, sede di alcuni eventi che da anni Italia a Tavola dedica proprio all’obiettivo di fare squadra (col Premio Personaggio dell’anno), non è un caso perché questa collaborazione non può che essere il primo passo per un nuovo Rinascimento della Cucina italiana all’insegna di un nuovo ciclo di sviluppo. Ora occorre solo che le istituzioni, a partire dal Governo, si rendano conto della ricchezza che può garantire una collaborazione fra le associazioni di categoria.

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