Quattro bicchieri e mezzo di bevande alcoliche a serata per i maschietti under 18 e, inaspettatamente, 6 per le femmine, che scelgono il vino in abbinamento a tutte le altre bevande alcoliche. Aumentano infatti i policonsumatori, coloro che in una sola serata scelgono di passare dalla birra al gin, dalla tequila al whisky, ma torna di moda il vino, non più disdegnato nello sballo del sabato sera.
«La scelta del vino e delle bevande a minor costo è ovviamente anche un riflesso della crisi economica che l'Italia attraversa», spiega, nell'Alcohol Prevention Day all'Iss, Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol, del Centro Oms per la ricerca sull'alcol e presidente della Società italiana di alcologia. «Inizia anche da noi a farsi strada una tendenza viva in paesi come la Spagna, dove il rito del 'butellon” (la damigiana costituita dal vino e dalle bevande alcoliche - superalcoliche a basso costo) impera da almeno 5 anni. Oggi infatti non è infrequente, soprattutto nelle Regioni italiane del nord-est e nord-ovest, vedere gruppi di giovani che in piazza o nei luoghi pubblici consumano collettivamente il 'butellon”, secondo una ritualità che ha molte analogie con il consumo delle droghe», conclude il presidente della Società italiana di alcologia.
Codacons: Bisogna tutelare i giovani, a 18 anni la soglia minima
I dati diffusi oggi relativi al consumo di alcol tra i giovani sono per il Codacons allarmanti e impongono provvedimenti immediati da parte delle istituzioni, anche per limitare il numero di decessi legati direttamente o indirettamente all'alcol. «La prima misura da attuare è l'innalzamento da 16 a 18 anni dell'età minima per la vendita di alcolici - afferma Carlo Rienzi, presidente del Codacons - associata a controlli serrati su tutto il territorio e sanzioni severe contro i trasgressori, considerando anche che il divieto di somministrare alcolici dopo le 2 all'interno delle discoteche viene oramai violato con una certa sistematicità».
Per tutelare i giovani dai rischi dell'alcol è indispensabile poi «un giro di vite contro le cosiddette bevande "alcopop", ossia bevande con gradazione alcolica compresa tra 5 e 6 gradi travestite da innocui succhi di frutta, dirette a colpire proprio i più giovani e a creare assuefazione. Infine - conclude Rienzi - chiediamo di vietare anche in Italia la pubblicità dei prodotti alcolici, così come avviene in altri paesi; pubblicità immorale che spesso enfatizza improbabili effetti positivi dell'alcol».
Fonte: Agi
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