Giovanni Santarpia, da Castellammare di Stabia (Na), ha portato a Firenze i sapori della sua terra. Oggi guida un locale che porta il suo nome. Un’insegna che sta funzionando bene, ma che oggi è in standby, come tutti in Italia. E allora Giovanni cosa ha fatto? Ha cominciato a pubblicare online video di ricette. «Per mantenermi in allenamento - spiega - ma anche per comunicare una passione. Sono in molti infatti di fronte al computer in questi giorni. Tanta gente che, costretta a casa, ha ricominciato a cucinare». Ai lettori di Italia a Tavola, Santarpia ha proposto “La mia Fritta”.
Giovanni Santarpia
Sia per le sue pizze classiche sia per quelle fritte utilizza un impasto che prevede una miscela di farina tipo 0 (50%), farina tipo 1 (40%) e farina integrale siciliana (10%). «La tipo 0 è forte ed elastica - spiega - mentre la 1 conferisce masticabilità e alveolatura. L’integrale dona un profumo eccezionale. Idratazione al 65%, perché non voglio esagerare con una cottura veloce». La maturazione prevista è di 48 ore. «Lo staglio, la realizzazione delle palline da 70 grammi, va effettuato 5-6 ore prima del servizio ricorda Santarpia. «La pizza fritta deve stare più indietro di lievitazione, perché in frittura può verificarsi un effetto spugna».
"La mia Fritta" di Giovanni Santarpia
La frittura è a 190°C in olio di semi di arachidi o di girasole. «La farcitura prevede burrata classica da schiacciare con le mani, un gambero rosso crudo o un’acciuga e una cipolla rossa caramellata. Tagliata a julienne, si mette in pentola con vino bianco, aceto, sale e pepe. Tocco finale: buccia di limone grattugiata e un filo di olio evo». In abbinamento, un Franciacorta Brut. «Ripulisce e sgrassa la bocca», assicura Santarpia.
RICETTA: La mia Fritta
Per informazioni:
www.giovannisantarpia.com