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Siad
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Agroalimentare, informazione corretta servizio necessario per i consumatori

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
09 aprile 2018 | 12:32

Agroalimentare, informazione corretta servizio necessario per i consumatori

di Gabriele Ancona
vicedirettore
09 aprile 2018 | 12:32
 

Il cibo del futuro - Economie circolari, trust-economie, globalizzazione: la corretta informazione al servizio dei consumatori”. Questo il tema sviluppato dal convegno che si è svolto il 7 aprile a Bergamo. Momento importante per il settore, ma anche per i giornalisti poichè rientrava nei corsi di formazione obbligatoria.

Organizzato da Italia a Tavola e Arga Lombardia Liguria, è stato uno degli appuntamenti in calendario per celebrare la decima edizione del Premio Italia a Tavola. (patrocinata da Regione Lombardia, Comune di Bergamo, Camera di Commercio di Bergamo, Università di Bergamo e L'Eco di Bergamo con main sponsor Consorzio Grana Padano, TrentoDoc, Consorzio Mozzarella di Bufala e Pentole Agnelli). Quattro i relatori, che hanno sviluppato altrettanti macroargomenti.

(Agroalimentare, la corretta informazione un servizio necessario per i consumatori)

Riccardo Lagorio, grande conoscitore di prodotti tradizionali, da decenni si occupa di ricercare, scoprire e raccontare le nostre risorse agroalimentari. Nel giugno 2002 ha stilato il primo regolamento per l'istituzione della Denominazione Comunale, strumento a disposizione delle amministrazioni per valorizzare il territorio e dare credibilità ai propri prodotti. La sua relazione ha avuto come focus la corretta modalità di raccontare innovazione e tradizione. Prendendo come paradigma la stesura di un articolo di enogastronomia sullo zucchero (il convegno è rientrato anche nell’ambito dei corsi di formazione per giornalisti, ndr), Lagorio ha raccontato “la scaletta” ideale per affrontare l’argomento in profondità. Fondamentale è analizzare le fonti trasversali a diverse discipline: storia, geografia, economia, fisiologia, sociologia e merceologia. «I sensi - ha ricordato - hanno a che fare con la storia e la cultura. Non esiste un alimento buono o meno buono. Esistono alimenti contestualizzati culturalmente». Lagorio ha sottolineato più volte che la superficialità è la prima nemica dell’informazione.

Riccardo Lagorio (Agroalimentare, la corretta informazione un servizio necessario per i consumatori)
Riccardo Lagorio

Informazione e regole, ma con un’altra angolazione, è stato il tema approfondito da Fabio Benati, presidente dell’associazione interregionale di giornalisti agroambiente e food Arga Lombardia Liguria. Parlare di cibo oggi è diventata una moda ma i lettori, diventati sempre più esperti, chiedono informazione di qualità. I giornalisti sono però tenuti a rispettare le regole deontologiche, i blogger no in quanto fuori dall’Ordine professionale. «Il Testo unico dei doveri del giornalista del 2016 - ha sottolineato Benati - armonizza i precedenti documenti deontologici al fine di consentire una maggior chiarezza di interpretazione e facilitare l’applicazione di tutte le norme, la cui inosservanza può determinare la responsabilità disciplinare dell’iscritto all’Ordine».

Fabio Benati (Agroalimentare, la corretta informazione un servizio necessario per i consumatori)
Fabio Benati

Princìpi che anche i blogger dovrebbero rispettare. La rivoluzione del digitale oggi in Italia vede operativi 1milione e 500mila blogger. Sono invece circa 400 i food influencer che depositano 1.400 post al giorno, visualizzati da 11 miloni di persone, per un indotto pubblicitario di 6,3 milioni di euro. Un universo, che da un lato va regolamentato, ma che dall’altro va approfondito dai giornalisti, che «devono aggiornarsi per costruirsi una reputazione sul web. Il mobile journalism è una realtà».

Gabriele Ancona (Agroalimentare, la corretta informazione un servizio necessario per i consumatori)
Gabriele Ancona, vicedirettore di Italia a Tavola

Tutela e conoscenza è stato il macrotema affrontato da Attilio Barbieri. Giornalista al quotidiano Libero, dove segue le pagine di Economia e Lavoro, Barbieri è stato il primo in Italia ad aprire un blog dedicato alla lettura e confronto delle etichette dei prodotti alimentari: il sito etichettopoli.it, oggi diventato italiainprimapagina.it, è un affidabile punto di riferimento su questi temi. Accanto a questa attività di informazione e divulgazione, gestisce il blog ilcasalingodivoghera.it, dove riporta comparazioni tra prodotti etichettati in maniera diversa e venduti attraverso differenti canali di distribuzione, ma che spesso hanno in comune il fatto di non essere totalmente “made in Italy”. Barbieri ha inoltre effettuato una recente indagine, attraverso 233 questionari, relativa proprio alla percezione del made in Italy. Tra i dati da segnalare, per il 84,4% degli intervistati un prodotto si può definire italiano quando lo è l’origine degli ingredienti, mentre per il 70% è importante che in etichetta sia indicato lo stabilimento di lavorazione. Da sottolineare che solo il 2,2% definisce le etichette alimentari molto leggibili. Sul fronte delle materie prime, il 66,7% del campione sceglie l’olio extravergine di oliva in base all’origine, percentuale che scende al 51,9% riguardo la carne, scelta però dal 31,6% per l’aspetto. Il 93,5% degli intervistati acquista prodotti in offerta e il 6,6% metterebbe gli insetti nel carrello della spesa.

Attilio Barbieri (Agroalimentare, la corretta informazione un servizio necessario per i consumatori)
Attilio Barbieri

Sì, proprio gli insetti, una nuova, per ora controversa, frontiera dell’alimentazione. Una tematica analizzata da Marco Ceriani, fondatore di Italbugs, start up che si occupa di nutrizione, sostenibilità e innovazione nel cibo. Ceriani è al lavoro, in modo specifico, sul baco da seta, che rappresenta un esempio di economia circolare, con PanSeta, panettone prodotto con una piccola parte di farina da baco da seta (non oltre il 10%) miscelata con farina 00. Una scelta dovuta al fatto che la farina proteica non permette una corretta lievitazione dell’impasto. La lavorazione resta la stessa di un panettone della tradizione artigianale e il composto, dopo aver riposato per tre giorni, è pronto per essere infornato. Tornando agli insetti in campo alimentare, è necessario fare capillare informazione e superare una barriera soprattutto culturale. In Africa e in Asia il consumo è diffuso, un’abitudine, mentre in Europa nessuno si scandalizza se vengono degustati anguilla, lumaca, gamberi… Secondo la Fao, inoltre, nel consumo di insetti si trova una delle risposte alla necessità di sfamare un pianeta sempre più affollato, che ha bisogno di cibo ricco di proteine e con un impatto ambientale minimo. «Sono un miliardo le persone che hanno difficoltà di accesso al cibo», ha puntualizzato Ceriani.

Marco Ceriani (Agroalimentare, la corretta informazione un servizio necessario per i consumatori)
Marco Ceriani

(Agroalimentare, la corretta informazione un servizio necessario per i consumatori)

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