«Mi no vado via». «Non me ne vado via». È stato questo lo slogan utilizzato da centinaia di veneziani che ieri si sono riversati nelle “calle” lagunari più frequentate dai turisti per protestare contro il turismo “selvaggio” e incontrollato che negli ultimi anni sta rendendo assai complicata la vita ai residenti della Serenissima.
Dunque dagli allarmi verbali si è passati ad una dimostrazione più massiccia e concreta che potrebbe avere effetti anche più efficaci. Tra i fatti concreti c’è quello che vede sempre più veneziani salutare la laguna per spostarsi sulla terraferma proprio per trovare un po’ più di quiete e allontanarsi dai turisti, sempre più padroni della città.
Nel mirino della protesta ovviamente l’amministrazione comunale nonostante i tentativi passati di porre rimedio a questa tendenza; ma anche l’Unesco non è stato risparmiato perché ritenuto colpevole di aver cominciato ad interessarsi delle politiche per la città, nonostante sia un patrimonio mondiale, solo da pochi mesi. Quella di ieri è la terza protesta: dopo quella fatta con i carrelli della spesa e quella con le valigie. Due emblemi chiari e significativi: il primo che riguarda chi la città la vive tutti i giorni da sempre, il secondo che contraddistingue il turista, spesso mordi e fuggi.