Dopo avere letto il parere dell’Autorità per la sicurezza alimentare europea (Efsa) sulla presenza di sostanze cancerogene e genotossiche nell'olio di palma, Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane) ha annunciato il suo impegno: «Siamo un settore responsabile - spiegano dall’associazione di Confidustria - le indicazioni dell’Efsa sono fondamentali per noi e faremo le scelte giuste per tutelare la salute dei consumatori. Con questo obiettivo ci siamo già messi in contatto con il ministero della Salute per valutare insieme come procedere dando la nostra massima disponibilità e collaborazione. Anche questa volta faremo la nostra parte».
All’Associazione delle aziende del settore che raggruppa tutti i marchi famosi come Ferrero, Mulino Bianco, Bauli, sono bastate poche righe per rinnegare mesi di investimenti per promuovere l’olio di palma come un ingrediente sano, naturale e rispettoso dell’ambiente. Ricordiamo la pubblicità di Aidepi costata circa 400mila euro che sui quotidiani che esaltava le qualità di questo olio. Troppe inoltre le aziende alimentari che camuffavano con altri nomi la presenza di olio di palma in etichetta.
C'è di più, i colossi industriali pro palma, pur sapendo che gli italiani sono i più grandi consumatori di palma in Europa con 12 grammi al giorno, per anni hanno ignorato i dossier delle Autorità sanitarie francesi, del Belgio e della Fda americana sulla pericolosità dell'olio tropicale. L'ennesimo documento negativo è di 10 giorni fa, ed è firmato dall'Istituto nazionale olandese per la salute pubblica e l'ambiente (Rivm).
In ogni caso l’annuncio di Aidepi è confortante, ma di certo non significa che l’olio di palma scomparirà del tutto dai prodotti alimentari confezionati. Forse per il momento si potrà contare almeno su un abbassamento dei livelli contenuti negli alimenti; la speranza è che la questione sia chiarita una volta per tutte, soprattutto per la tutela dei consumatori. Nel frattempo anche la petizione lanciata da Il Fatto Alimentare contro l’olio di palma ha raggiunto l’obiettivo delle 176mila firme. E insieme a Il Fatto Alimentare anche Italia a Tavola, tra i sostenitori della petizione, continua a seguire il caso, facendo luce sui dubbi e le contraddizioni che possono emergere.
C’è da dire che oltre ad avere cambiato idea per il parere dell’Autorità per la sicurezza alimentare europea, le aziende stanno forse cambiando direzione visto che milioni di italiani hanno smesso di comprare biscotti e merendine con olio di palma e questo cambiamento dei consumi non è passato inosservato.