Presidente Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori di vino) dal dicembre del 2014, primo presidente non piemontese della storica associazione nata nel 1951 ad Asti (Cn) (Ais nasce nel 1965 e Fisar nel 1972), coordinatore e in qualche modo ideatore della Consulta nazionale del vino italiano, un’aggregazione di ben 12 organizzazioni legate al settore vinicolo nazionale. Milanese, il suo cognome tradisce le origini pugliesi del padre; 58 anni, dirigente d’azienda, personalità volitiva, realista, ambizioso, ma anche romantico sognatore. Conosciamo Vito Intini(nelle foto), vincitore del sondaggio nella categoria Maître e Sommelier del sondaggio “Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e della ristorazione - Premio Italia a Tavola”, con 12.866 preferenze.
Come e quando è cominciata la passione per il vino…
Una storia che inizia da lontano grazie a mio padre, uomo appassionato e ricco di interessi generici che collezionava bottiglie di vino provenienti da luoghi diversi. Da ragazzino ho imparato a scrivere copiando diligentemente le etichette su un quaderno che con il tempo si è trasformato in un vero e proprio diario di cantina dove registravo le bottiglie che venivano acquistate e quelle che venivano consumate. In pochi anni mi sono trovato a conoscere molti nomi di vino. Mio padre viaggiava, spesso andavo con lui e molto spesso mi sono trovato ad assaggiare vini diversi. Piano piano l’interesse diventava passione, raccoglievo le schede che Veronelli pubblicava su Panorama, leggevo libri, ho iniziato a farmi da solo una cultura. Negli anni Ottanta ho percorso la strada dell’Ais, sono diventato sommelier, ho frequentato Slow Food, sono andato all’estero, ho fondato la mia associazione sulla cultura del vino che contava a Milano oltre 700 iscritti. Nel ‘98 l’incontro con un consigliere nazionale Onav, il corso di assaggiatore a Piacenza.
Quindi trovarsi inserito nella categoria Maître e Sommelier per il sondaggio di Italia a Tavola non è stata una posizione singolare?
Assolutamente no, perché rispecchia la mia formazione iniziale, quella di sommelier, anche se non mi sono mai occupato di servizio. Ho sempre concentrato la mia attività sull’analisi e lo studio del vino, lasciando ad altri il compito di servirlo. Sono stato formatore Ais occupandomi di abbinamento cibo e vino. Per qualche tempo ho anche avuto un’enoteca che non gestivo personalmente.
Coordinatore della Consulta del vino, come è nata l’idea…
Fin dal mio passaggio dall’Ais all’Onav ho sempre sognato di poter trovare un linguaggio e un obiettivo per aggregare le diverse associazioni che fondamentalmente hanno interessi comuni. Profonde riflessioni con Walter Massa, altro idealista e sognatore, di recente con Angelo Gaja e con il motto “conoscere per sapere” abbiamo iniziato il percorso allo scopo di diffondere la cultura enogastronomica ai giovani, iniziando dalla scuola elementare come già avviene in altri paesi. Un progetto non di risultati immediati che richiede tempo e impegno.
Come presidente Onav sta inserendo importanti novità per la crescita dell’associazione...
Il mio programma di lavoro prevede molti progetti, dalla realizzazione di corsi all’estero a wine tour con visitatori stranieri, dalla valorizzazione dei vitigni storici al rilancio del premio Douja d’Or di Asti. Alcuni già concretizzati come la collaborazione con l'Unione italiana ciechi e ipovedenti e l'Ente nazionale sordi nell’organizzazione di corsi attraverso la lingua dei segni italiana e testi in Braille e non solo, il congresso scientifico, il premio “Onav è…” che ha coinvolto soci ed appassionati su tutto il territorio nazionale e molte altre proposte.
E la Consulta della sommellerie e degli assaggiatori di vino?
All’interno del progetto della Consulta è nato un sottogruppo formato da Onav, Ais, Fisar e Aspi che opererà per conseguire il riconoscimento legale delle professioni e del ruolo di sommelier e assaggiatore tecnico professionale a livello nazionale con la codifica di una certificazione per i percorsi formativi. In questa logica sto operando per coinvolgere altre professionalità che riguardano il servizio di sala, gli chef e i barman tutte posizioni di importanza fondamentale in un paese come il nostro in cui il comparto enogastronomico, le sue tradizioni e l’ospitalità sono una risorsa rilevante.
Il suo approccio al sondaggio?
Ho inteso la partecipazione al sondaggio come un modo per far comprendere che in Italia abbiamo una squadra di persone con competenze diversificate, ma che devono dialogare tra di loro e sto vivendo il risultato come un grande momento di consapevolezza. Non un riconoscimento alla persona, ma attraverso la persona all’intero comparto.
Intervista flash
Il tratto principale del tuo carattere?
Volitivo e testardo, ricco di passioni.
Il tuo difetto maggiore?
Lo stesso. Sono testardo, con il passare degli anni sto migliorando.
Il tuo pregio a cui tieni di più?
Onestà intellettuale.
Il vino che preferisci?
Un vino libanese, Chateau Musar.
Il piatto che preferisci?
I piatti grassi della cucina emiliana, adoro lasagne e cannelloni.
Il tuo colore preferito?
Rosso rubino.
Il tuo hobby?
Allevamento delle peonie, le seleziono e le allevo con un certo risultato. Un fiore che mi affascina sia per la sua storia, ricorda leggende antiche, per le sue sfumature cromatiche, il suo profumo delicato e vellutato.
Il tuo sport?
Pallacanestro.
Il nome del tuo cane?
Non ho mai posseduto un cane, ma ho sempre pensato di volerlo.
Se non vivessi a Milano, dove vorresti abitare?
In una abitazione in cui si possa vedere il mare.
Lo scrittore che preferisci?
Amo i classici, mi piace il Manzoni.
Il regista che preferisci?
Pier Paolo Pasolini.