Il conto alla rovescia per l'inaugurazione di Expo 2015 ha ufficialmente preso il via, ma a meno di 30 giorni dall'inizio dell'evento non si placano le polemiche rivolte agli altissimi costi di gestione, alle carenze comunicative e alle false buone notizie. Sembrerebbe infatti che dalla Cina arriveranno nella Milano di Expo ben 1 milione di visitatori, e se a diffondere questa notizia è il commissario unico di Expo Giuseppe Sala, allora l'entusiasmo non avrebbe motivo di essere frenato.
Peccato che i dati diffusi dal ministero degli Affari esteri non coincidano con le affermazioni di Sala; tra gennaio e marzo 2015 infatti la rete dei consolati e delle ambasciate italiane all’estero ha trattato il 16,8% in meno di pratiche di visto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Numeri che smentiscono la “corsa” all'acquisto dei biglietti di Expo.
I numeri sorprendenti diffusi riguardano i biglietti dedicati a tour operator e broker, che hanno il compito di rivenderli al pubblico, che però non sta dimostrando un grande interesse verso l'evento milanese. Parte della colpa è da attribuire alla strategia di comunicazione dell'Italia, che si certo non ha investito verso l'Asia; basti pensare che nonostante gli oltre 50 milioni di euro spesi per la comunicazione, “Verybello”, il sito lanciato dal ministero dei Beni culturali e il turismo dedicato all'offerta turistica dell'Italia, è solo in lingua italiana e inglese.
Una tendenza confermata anche dall'analisi di Wonderful Expo, il sito turistico ufficiale dell'Esposizione universale, che dopo aver passato in rassegna oltre 330mila conversazioni sui social media e altre fonti di informazione, ha decretato uno scarso interesse da parte del pubblico cinese, non solo nei confronti dell'evento milanese, ma anche delle destinazioni turistiche ad esso connesse.
Il risultato è che la Francia genera 1,4 volte più prenotazioni e oltre 2 volte più d'interesse rispetto all'Italia, come meta gastronomica, e addirittura l’Australia supera il Belpaese di 1,9 volte per le prenotazioni. Lo scontento degli albergatori non stenta a farsi sentire: «Noi siamo ottimisti - afferma il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - ma la situazione degli alberghi è tale che sembra che Expo non ci sia».