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Contro l’obesità infantile, stop dell’Oms alle pubblicità dei cibi spazzatura

Stop alla pubblicità di cibo spazzatura che bersaglia i più giovani. L’allarme arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità che chiede un intervento dei governi per limitare la trasmissione delle pubblicità. Le ricerche hanno dimostrato che l’esposizione al marketing di cibi non salutari è legata allo sviluppo dell’obesità

19 febbraio 2015 | 17:37
Contro l’obesità infantile, stop dell’Oms 
alle pubblicità dei cibi spazzatura
Contro l’obesità infantile, stop dell’Oms 
alle pubblicità dei cibi spazzatura

Contro l’obesità infantile, stop dell’Oms alle pubblicità dei cibi spazzatura

Stop alla pubblicità di cibo spazzatura che bersaglia i più giovani. L’allarme arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità che chiede un intervento dei governi per limitare la trasmissione delle pubblicità. Le ricerche hanno dimostrato che l’esposizione al marketing di cibi non salutari è legata allo sviluppo dell’obesità

19 febbraio 2015 | 17:37
 

Stop alla pubblicità di “cibi spazzatura” come gli energy drink o le patatine fritte, ma anche biscotti o succhi di frutta che contengano anche un minimo di zuccheri aggiunti. È questa la via per proteggere i bambini dall’aggressività del marketing proposta dalla sezione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha pubblicato le nuove tabelle per capire quali cibi è possibile promuovere sulla base delle sostanze (dai grassi al sale) che contengono.



Diverse ricerche, ricorda il documento, hanno dimostrato che l’esposizione al marketing di cibi non salutari è legata allo sviluppo dell’obesità. Inoltre i bambini di 4 anni in grado di riconoscere già diversi marchi di alimenti sono più a rischio di non avere una dieta sana e di essere sovrappeso. Fra i cibi di cui andrebbe evitata la pubblicità la tabella mette tutti i prodotti a base di cioccolata, torte e biscotti dolci, gelati, bibite energetiche e gassate e anche i succhi di frutta, che sono fra le principali fonti di zuccheri nella dieta dei bambini e che sono ammessi soltanto se contengono il 100% di frutta. Un giro di vite è proposto anche per gli spot degli snack salati, ammessi solo se contengono al massimo lo 0,1% di sale.

Le autorità sanitarie invitano pertanto i governi a intervenire stabilendo regole sulle tecniche di persuasione usate nelle pubblicità, per cercare di proteggere i bambini sulla scia di quanto già fatto dal Regno Unito, che dal 2005 ha vietato in televisione pubblicità di cibi ricchi di grassi, zuccheri e sale durante i programmi per bambini sotto i 16 anni.

«Data l’epidemia di obesità in Europa - afferma Gauden Galea, direttore della divisione che ha preparato le linee guida - non c’è giustificazione per continuare a promuovere prodotti che hanno uno scarso valore nutrizionale e contribuiscono a diete non salutari».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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