La commissione Agricoltura alla Camera ha approvato l’emendamento alla legge comunitaria che, contro il parere dell'Esecutivo, innalza al 20% la quantità minima di frutta (attualmente è il 12%) che deve essere contenuta nelle bevande analcoliche a base di frutta prodotte e commercializzate in Italia. Si è molto discusso, infatti, negli ultimi anni sulla norma che di fatto metteva in commercio bibite al gusto di arancia senza contenerne, tuttavia, neanche una minima percentuale: è la famigerata "aranciata senza arance", contro cui Italia a Tavola ha condotto una decisa battaglia che ha portato la Camera a bloccare, nel 2009, un provvedimento che avrebbe sia i consumatori che i produttori agrumicoli.
«Basta con l’aranciata senza arance che inganna i consumatori costretti a pagare l'acqua come la frutta, ma che sta anche facendo sparire il frutteto italiano, con gravi perdite economiche ed occupazionali - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo (nella foto accanto) nel sottolineare che - l’Italia con il primato europeo nella qualità e sanità degli alimenti ha il dovere di essere all’avanguardia nella battaglia per cambiare norme difese in Europa solo dalle grandi lobby industriali».
«L’emendamento - continua Moncalvo - concorre a migliorare concretamente la qualità dell’alimentazione e a ridurre così le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all’obesità che sono in forte aumento, ma non va peraltro dimenticato l'impatto sulle imprese agricole poiché l'aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa ventimila campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria anche in zone ad alta tensione sociale come la piana di Rosarno».
Ad oggi per ogni aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro agli agricoltori vengono riconosciuti solo 3 centesimi per le arance contenute, del tutto insufficienti a coprire i costi di produzione e di raccolta.
Una situazione che alimenta una intollerabile catena dello sfruttamento che colpisce gli agricoltori ed i trasformatori mentre le uniche ad aver vinto sono state le multinazionali dell’aranciata che non hanno consentito di rimuovere le cause economiche che vedono gli agrumi sottopagati con un ricavo non copre nemmeno la metà dei costi.
Duecento milioni di chili di arance all'anno in più saranno “bevute” dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate se l’aumento del 20% del contenuto minimo di frutta, previsto dall’emendamento del Pd nella legge comunitaria, venisse definitivamente approvato ed attuato.
«In Italia - affermano i deputati Nicodemo Oliverio (nella foto in basso a destra), capogruppo del Pd in commissione Agricoltura, e Colomba Mongiello (nella foto accanto), relatrice della legge comunitaria in commissione Agricoltura - le bibite analcoliche a base di frutta si devono produrre con la frutta».
«Grazie a questo emendamento - continuano Oliverio e Mongiello - valorizziamo le produzioni di qualità delle nostre imprese, sosteniamo i produttori di frutta, rafforziamo i benefici per i consumatori. Inoltre, pur contro il parere del Governo, chiudiamo il caso Eu Pilot 4738, premessa all’avvio della procedura di infrazione, promosso dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia a causa delle norme tecniche abolite».
La soglia minima del 20% non sarà obbligatoria per le bevande commercializzate nel mercato europeo ed extraeuropeo, per non discriminare i produttori italiani che vi operano e non violare i principi della libera concorrenza.
«Il nostro obiettivo - concludono i deputati Pd - è stimolare la produzione e la commercializzazione della frutta in Italia, valorizzando le bevande made in Italy che sono qualitativamente superiori perché avranno più frutta e meno zucchero».
L’ex ministro della Salute, Renato Balduzzi (nella foto accanto), che già aveva inserito nel suo decreto del 2012 una norma che elevava al 20% la quantità minima di frutta che doveva essere contenuta nelle bevande analcoliche a base di frutta commenta: «Quello che è successo stamattina è un momento ulteriore della battaglia positiva che il nostro Paese sta conducendo a livello europeo per assicurare ancora migliore qualità degli alimenti, in particolare guardando alla salute dei minori».
L’emendamento, votato dalla commissione Agricoltura che si è espressa in sede consultiva, dovrà adesso passare al vaglio della commissione Politiche europee che sta esaminando la legge comunitaria in sede referente.