Pensavamo che la questione fosse chiusa. Quando, grazie anche al massiccio intervento di Italia a Tavola, nel giugno 2009, la Camera dei deputati ha ripristinato la norma che era stata introdotta con un emendamento del senatore Francesco Casoli che di fatto metteva in commercio bibite di fantasia al gusto e con il colore dall'arancia senza contenere, tuttavia, neanche una minima percentuale di agrumi, come era previsto dal progetto di legge comunitaria che, di fatto, toglieva l'obbligo del contenuto minimo del 12% di succo di agrumi previsto per questo particolare tipo di bevande. E, invece, purtroppo ci risiamo e Italia a Tavola si schiera con le associazioni di categoria per fermare ancora una volta la lobby delle aranciate senza arance che fa affari con l'inganno dei consumatori e a danno degli agricoltori e dei lavoratori.
La guerra della arance, infatti, è tornata a contrappone il Governo alla maggioranza che vuole giustamente aumentare al 20% il contenuto di succo nelle bibite. Il ministero dell'Economia ha detto "no" alla procedura accelerata per approvare il disegno di legge Pdl-Pd-Udc che alza dal 5% al 20% la concentrazione di succo di frutta nelle aranciate, osteggiata dalle industrie produttrici.
Con il disegno di legge della maggioranza si propone finalmente di cambiare una norma che permette di vendere l'acqua come fosse succo sulla base di una legge nazionale ormai datata (Legge n. 286 del 1961) con la quale si prevede che le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse contengano appena il 12% di succo di agrumi vero.
Un inganno per i consumatori che mette di fatto anche un cappio al collo all'intera filiera agrumicola con lo sfruttamento dei lavoratori e dei produttori agricoli ai quali per le arance vengono riconosciuti circa 8 centesimi al chilo. Ogni punto percentuale di succo di arancia in più oltre al 12% corrisponde all'utilizzo di 25 milioni di chili in più di arance pari a circa 560 ettari di agrumeto.
L'aumento del succo contenuto nelle aranciate avrebbe anche positivi effetti per la salute con un aumento del consumo di frutta in Italia dove ci sono un milione di persone non mangiano mai frutta, secondo una analisi Coldiretti/Censis e si è verificato un preoccupante calo soprattutto tra i più giovani.
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