Il potente Franco Maria Ricci (nella foto, a destra), l’editore e sommelier che per anni (tanto di cappello alla sua capacità) ha governato da dietro le quinte l’Ais, l’Associazione italiana sommelier, da ieri (9 dicembre) è di fatto un ex socio. Nei prossimi giorni il consiglio nazionale, già convocato dal presidente Antonello Maietta (nella foto, a sinistra), procederà quasi sicuramente alla sua espulsione per gravissime violazioni statutarie. Finisce in maniera poco gloriosa una delle più importanti scalate nel potere del mondo del vino, di cui Franco Maria Ricci, titolare della sezione romana dell’Ais e di Bibenda (la sua aziende editoriale), era fino a poco tempo fa uno dei capi indiscussi, nonché il king maker dei vertici associativi nazionali e il fautore dei successi di alcuni vini.
Forse Ricci aveva accumulato troppo potere e notorietà (del resto è il personaggio che più ha contribuito negli anni a promuovere la figura del sommelier e a delineare i percorsi di degustazioni e i corsi). Forse la realtà dei diversi territori dell’Ais (30mila iscritti) non sopportava più che a dettare la linea fossero la sezione romana (2.500 iscritti) e Bibenda (di fatto facenti capo entrambi a Ricci). Forse la guida Duemilavini (fatta da Bibenda) non rappresentava più le opinioni di un’associazione cresciuta in questi anni per qualità e competenza dei suoi componenti. E lo dimostrano le polemiche per il fatto che nella guida 2014 non sono state pubblicate le schede organolettiche per ogni vino recensito.
Fatto sta che negli ultimi tempo i dirigenti Ais avevano avviato un progressivo sganciamento da Bibenda e Franco Maria Ricci, da autentico leone qual è, ha reagito con una doppia zampata: da un lato annunciando la nascita di una “Fondazione italiana sommelier” (che di fatto sembra dover fare le stesse cose dell’Ais) e dall’altra annunciando poche ore dopo che la “sua” sezione romana di Ais si staccherà dall’associazione nazionale e aderirà alla Fondazione.
E questo ha portato alla rottura, al punto che Maietta, sempre misurato e sobrio, si lascia sfuggire un unico commento: «Con queste scelte insensate finisce un incubo».
Del resto la sfida che Ricci ha lanciato alla sua ex organizzazione, grazie alla quale ha costruito un impero fatto di recensioni e “promozioni” ad hoc costruite nel suo bunker romano, è di quelle che non possono essere ignorate. Ed è quasi paradossale che, dopo avere spinto l’Ais a rompere con l’Associazione della sommellerie internazionale (Asi), per farsi nominare leader di un nuovo organismo internazionale, fantoccio, tutto italiano (il Wsa), ora Franco Maria Ricci abbia deciso di uscire come costola autonoma dall’Ais e mettersi da solo annunciando iniziative come il riconoscimento giuridico e l’attivazione di corsi con qualifica professionale ufficiale. Obiettivi a cui tutte le associazioni dei sommelier italiani (troppe!) stanno lavorando da tempo. Si tratta infatti di obiettivi dell’Ais condivisi anche da Fisar (Federazione italiana sommelier albergatori ristoratori) e Aspi (Associazione della sommellerie professionale italiana).Avvisaglie della imminente rottura si erano perasltro già avute al congresso Ais di Firenze, dove Ricci e i suoi non erano presenti e Maglietta aveva annunciato una prossima Guida col concorso di tutti gli associati, e non solo a cura di Bibenda.
Ma vediamo i passaggi ufficiali. Questa la lettera di Franco Maria Ricci che annuncia la nascita della Fondazione:
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Carissimi,
il percorso che abbiamo compiuto in questi 23 anni qui nel Lazio come Associazione Italiana Sommelier Roma è diventato un fenomeno epocale, premiando così gli sforzi di chi ha voluto fermamente professionalità e qualità nella comunicazione efficace del Vino. Ma soprattutto il miracolo è avvenuto grazie al vostro Entusiasmo e alla vostra Passione nel sostenere ogni attività. Nulla si sarebbe realizzato senza i vostri copiosi suggerimenti. Idee, Riflessioni, Proposte sono state sempre colte per trasformarle in Progetti Iniziative Attività a favore della nostra Associazione.
Si sono così realizzati più di 200 Corsi per Sommelier con oltre 20.000 Allievi, oggi Sommelier, raggiungendo circa un milione e mezzo di presenze tra le varie attività di degustazione. Un Record!
E grazie a questo vostro grande contributo si sono da tempo accesi i riflettori sul nostro modo di divulgare la Cultura del Vino Italiano. Luci che hanno raggiunto le Istituzioni in Italia e nel mondo.
Tutto ciò ci ha fatto recepire un’implicita richiesta di continuare il nostro lavoro in una veste sempre più Istituzionale, sempre più disponibile a rappresentare questo meraviglioso Made in Italy che è il nostro Vino.
Per questo Motivo e con la consapevolezza dell’importanza del Lavoro svolto insieme in questi anni, dal 9 Dicembre 2013 Associazione Italiana Sommelier Roma aderisce alla Fondazione Italiana Sommelier, Ente appositamente costituito per elevare ancora di più lo spessore del nostro lavoro di divulgatori della Cultura del Vino e dell’Olio di qualità.
La Fondazione Italiana Sommelier avrà il Riconoscimento Giuridico dello Stato e l’Accredito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché presso i Ministeri della Cultura, degli Esteri e delle Politiche Agricole.
La Fondazione, con Associazione Italiana Sommelier Roma, realizzerà il Corso di Qualificazione Professionale per Sommelier con il Riconoscimento Giuridico dello Stato, unico corso per Sommelier in Europa a possedere tale importante requisito.
La quota di Rinnovo all’Iscrizione scende dagli attuali 130 Euro a 100 Euro l’anno, pur continuando a garantire al Socio l’acquisizione di Sommelier Notizie per la partecipazione a tutte le Attività a Roma e nel Lazio per sé e per due suoi amici, di BIBENDA la rivista nata per rendere più Seducenti la Cultura e l’Immagine del Vino e BIBENDA la Guida ai Migliori Vini e Ristoranti d’Italia.
Franco Maria Ricci
”
Una lettera che di fatto ha sancito una strappo, tanto che a questa aveva subito fatto seguito una prima presa di posizione di Antonello Maietta che così ha scritto ai vertici dell’Ais evidenziando l’irregolarità della procedura della sezione romana:
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Gentilissimi Colleghi Presidenti Regionali e Consiglieri Nazionali,
vi prego di leggere con attenzione le due comunicazioni allegate dalle quali si percepisce che da oggi, 9 dicembre 2013, è stata costituita la Fondazione Italiana Sommelier alla quale ha prontamente aderito l’AIS Roma (e Lazio!?).
Quello che era nell’aria è realmente accaduto e la tempistica mi induce a pensare che fosse già tutto programmato da molto tempo. Pertanto il riferimento al Consiglio Nazionale del giorno 15 novembre è puramente un pretesto.
A brevissimo faremo partire una comunicazione a tutti i soci del Lazio per spiegare l’incompatibilità delle 2 situazioni.
Vi voglio comunque tranquillizzare perché la situazione è già passata nelle mani dei nostri legali per la tutela del nome, del marchio e dell’onorabilità dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA SOMMELIER. Mi impegnerò al massimo per dare tempestività ed efficacia alla nostra azione e di questo sarete tenuti costantemente aggiornati.
Ho già indetto una riunione con lo staff dei nostri avvocati per giovedì 12, la GEN si riunirà il giorno 17 dicembre per i provvedimenti urgenti da assumere, entro la prima metà di gennaio sarà convocato il Consiglio Nazionale.
Antonello Maietta
”
Una nota interna a cui ha poi fatto seguito, mentre Franco Maria Riccia parlava di gossip e di chiarimenti in vista, una comunicazione pubblica sul sito dell’Ais:
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Che l’aria fosse cambiata l’avevo nitidamente percepito durante il recente Congresso AIS a Firenze, quando la mia relazione all’Assemblea Generale dei Soci è stata interrotta più volte dagli applausi, soprattutto quando ho detto che “l’AIS non è mai stata e mai vorrà essere un’Associazione elitaria” e, quasi al termine, quando ho annunciato che “l’orientamento del Consiglio Nazionale va verso l’emancipazione della componente editoriale”.
C’è qualcosa di male quando un’Associazione ipotizza di camminare con le proprie gambe senza ricorrere a costose stampelle nient’affatto disinteressate? Eppure quest’annuncio ha aperto una frattura, presumo studiata da tempo, vista la rapida tempistica con cui si è palesata, con l’uscita dall’AIS della costola periferica della capitale.
In attesa che gli esperti di questioni legali dicano se è proprio ortodosso che siano i vertici di un’associazione regionale a decidere sulla testa dei propri affiliati - i quali, si badi bene, ancor prima di essere soci di una realtà territoriale, sottoscrivono l’adesione all’Associazione Italiana Sommelier (scritta proprio così, senza altre accezioni di luogo) -, un risultato l’abbiamo finalmente raggiunto: è la fine di un incubo.
Non c’è nulla di male se una persona, un gruppo di persone, un intero sodalizio decidono di intraprendere altre strade. È già successo in passato e chissà quante altre volte accadrà in futuro. L’autodeterminazione è una prerogativa assolutamente legittima. La prassi, ma ancora di più la correttezza, suggeriscono tuttavia che, prima di traghettare un’intera compagine di soci in un organismo nuovo, si chieda loro il parere. Magari attraverso un’Assemblea regolarmente convocata, spiegando bene che l’adesione ad un nuovo consesso comporta inevitabilmente l’incompatibilità con il precedente. Poi ciascuno farà consapevolmente le proprie scelte.
Abbiamo letto un proclama con i verbi declinati al futuro: “avrà”, “realizzerà”. Ben venga quindi chi avrà la possibilità di fare qualcosa per il mondo del vino, sebbene non si comprenda il motivo per cui tutte queste opportunità non siano state proposte e percorse in passato, in virtù del sempre decantato “fare squadra”. Come Associazione Italiana Sommelier vi diciamo semplicemente: cari Soci e cari Amici, potete stare tranquilli. Oggi abbiamo gli anticorpi, le risorse umane e quelle economiche per superare ogni criticità. Oggi l’AIS è più unita, coesa e orgogliosa che mai.
Fine di un incubo perché, per quanto ci riguarda, se il profilo della cultura del vino sarà da oggi magari meno seducente e meno patinato, sarà anche meno pomposo, meno saccente, meno arrogante e meno sbruffone. Prerogativa di chi è realmente competente e non deve mascherare altrimenti la propria insipienza. In questa circostanza l’Associazione Italiana Sommelier (scritta proprio così, senza altre accezioni di luogo), quella che in Italia e nel Mondo raccoglie circa 30.000 aderenti, farà meno fatica a spiegare all’esterno che alcune discutibili esternazioni, alcune rancorose ritorsioni, alcune inspiegabili decisioni, non appartengono al proprio patrimonio di valori.
Antonello Maietta
”