Lo ha annunciato Franco Maria Ricci (nella foto accanto) nell'ultimo editoriale di 'Bibenda 7”, il settimanale elettronico collegato alla rivista cartacea Bibenda (di cui Ricci è direttore): dal 2013 la guida Duemilavini cambierà look e nome, si chiamerà Bibenda, e con molta probabilità anche il nome dell'associazione verrà modificato per evitare ambiguità nella comunicazione. Sono molti, infatti, gli enti italiani che utilizzano lo stesso acronimo (Associazione italiana sociologia, Associazione italiana soccorritori, Associazione italiana strumentisti, Ambiente igiene e sicurezza e così via). Ma la notizia che ha fatto più scalpore, innescando molte reazioni di blogger ed enoappassionati, è stata la modifica del nome della guida Duemilavini. Molti hanno giudicato l'uscita di Ricci poco felice o almeno poco chiara.
Vista l'importanza dell'Associazione italiana sommelier (Ais), le discussioni da tempo aperte sul suo ruolo e il conflitto d'interessi tra Franco Maria Ricci (direttore di Bibenda, rivista edita dall'Ais) e l'Associazione, riportiamo di seguito un articolo di Filippo Ronco dal titolo 'Crisi d'identità per l'Associazione italiana sommelier”.
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Io ci provo a trovare qualcosa di buono da dire sull'Associazione italiana sommelier (Ais, mai sentita?) che dalla base non ha nulla da rimproverarsi guardando allo straordinario lavoro che ogni giorno fanno decine e decine di appassionati delegati regionali e provinciali. Se non altro, cerco di tacere il più possibile dal momento che il presidente in carica è l'amico Antonello Maietta della mia amata Liguria e dal quale, sinceramente, mi aspettavo grandi cose al momento dell'investitura ma ogni volta ne viene fuori una nuova che mi fa cascare le braccia, per non dire di peggio.
Ho appena appreso grazie al blog di Andrea Petrini che la guida dell'Ais non si chiamerà più Duemilavini come ci eravamo abituati a conoscerla in molti credo ma, indovina un po', Bibenda!
Motivo? Ce lo spiega Franco Maria Ricci su Bibenda 7: «Il Presidente Antonello Maietta in apertura ha evidenziato quanto Ais sia un marchio pericolosissimo per la sua riconoscibilità. Infatti, ne ha fotografato una decina che avevano lo stesso acronimo: c'era Associazione italiana sociologia, c'era Associazione italiana soccorritori, c'era Associazione italiana strumentisti ma anche Ambiente igiene e sicurezza [omissis...]. Decisione immediata: dal 2013 si chiamerà Bibenda e avrà nuovi contenuti e un nuovo look. Per Ais ci stiamo pensando».
Un marchio pericolosissimo? Forse voleva dire in pericolo. In effetti le argomentazioni alla base della tesi sono molto forti: siccome ci sono altre associazioni che usano lo stesso acronimo e la guida dell'associazione rischia di essere scambiata per la guida dei sociologi o dei soccorritori o dell'igiene e sicurezza (sic!) allora, idea geniale, la chiameremo Bibenda. Certo se non c'è un problema di conflitto d'interessi e rappresentanza è abbastanza evidente un problema di originalità.
Ma come diavolo si fa? Anziché spazzare via - eventualmente - Duemilavini (che mi pare comunque un marchio assai affermato e sembrerebbe un po' frettoloso buttare alle ortiche) e a uscire solo con il marchio dell'Associazione del vino più importante e nota d'Italia, anziché prendere provvedimenti e misure per portare ad un pubblico sempre più ampio la conoscenza delle finalità dell'Associazione attraverso il suo marchio d'origine e il suo acronimo noto ai quattro angoli del globo cosa si fa? Si butta via tutto (perdendo quindi nel contempo una delle più preziose occasioni di diffusione del marchio Ais a livello nazionale ed internazionale, attraverso la guida appunto) e si punta naturalmente sull'ormai tentacolare marchio Bibenda.
Già, perché brandizzare la rivista ufficiale dell'Associazione non era sufficientemente appagante, occorreva mettere le mani (ancor più di quanto già non le avesse) sulla guida in modo netto e definitivo, senza possibilità di errore da parte del lettore sulla paternità della stessa (Bibenda e non già l'Ais, come dovrebbe).
Sono tanti anni che dalla mia bassezza cerco di far passare il concetto che una guida dell'Associazione Italiana Sommelier dovrebbe essere una guida espressione di tutta l'associazione e naturalmente con il marchio e acronimo dell'Associazione stessa a darne forza. Senza contare la perfezione di guida che verrebbe fuori dal momento che i singoli delegati di zona, che sono anche i più preparati a conoscere il territorio locale da descrivere, divenissero i veri protagonisti. Speravo tante cose belle per l'Ais ma purtroppo ad ogni nuova scelta importante la vedo prendere direzioni sempre più distanti da quello che mi sarebbe piaciuto - tanti anni fa quando ancora ne facevo parte - prendesse.
Come al solito, sarò io che con uno sguardo provincialotto sull'intera fazenda, non riesco ad avere un quadro preciso delle cose e a comprendere il più alto disegno che sta dietro questa operazione ma è un dato di fatto che Ricci è ormai il deus ex machina dell'Ais, con buona pace dei presidenti in carica che sono stati, che sono e che verranno.
Filippo Ronco
Tigulliovino.it
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Di seguito riportiamo invece la puntualizzazione fatta da Antonello Maietta (nella foto sotto), presidente dell'Associazione dei sommelier, nell'editoriale ("Spunti di svista") pubblicato sul sito dell'Ais. Maietta smentisce la possibilità che l'Associazione cambi nome.
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Cari Associati,
è accaduto in questi giorni che qualcuno sul web, non ho idea chi sia stato il primo e francamente neppure mi interessa saperlo, abbia preso una sonora cantonata, enfatizzata poi nei vari passaggi, circa l'ipotesi di cambiare nome all'AIS. Questa stupidaggine nasce dalla libera interpretazione delle parole del nostro Franco Ricci, che in un suo editoriale aveva anticipato per il prossimo anno, con motivazioni assolutamente condivisibili, il cambiamento del nome della Guida da DUEMILAVINI a BIBENDA, come la rivista. Qualcuno, evidentemente dotato di una fervida fantasia, è riuscito a leggere in quelle parole che forse anche l'Associazione Italiana Sommelier avrebbe cambiato nome. E giù in tanti ad abboccare all'amo senza accorgersi che il 1° aprile è ancora molto lontano. Sono arrivati a chiedere una pubblica rettifica da parte mia. è chiaro che mi è particolarmente difficile rettificare una bufala, una notizia priva di ogni fondamento logico, tuttavia ho pensato fosse giunto il momento di una mia presenza più attiva sul web, come da tempo molti di voi Soci mi sollecitano. Anticipo allora di qualche settimana l'uscita della mia rubrica sul sito dell'Associazione Italiana Sommelier. Avrebbe dovuto chiamarsi semplicemente "Punti di vista", ma l'abbiamo ribattezzata "Spunti di svista", perché prenderà spunto da sviste involontarie o, peggio ancora, da malevoli fraintendimenti.
Figuriamoci se abbiamo intenzione di cambiare il nome all'Associazione Italiana Sommelier! La nostra fantastica Associazione! Quella che da quasi 50 anni comunica il vino in modo serio, qualificato e disinteressato!
Ve ne potranno dare puntuale conferma i 120 Delegati, i vostri Delegati, la nostra forza motrice sul territorio. Durante la prima Convention annuale dei Delegati dell'Associazione Italiana Sommelier, svoltasi recentemente a Milano, tutti hanno concordato che sotto l'acronimo AIS si identifichino molte altre realtà. D'ora in poi si renderà opportuno comunicare preferibilmente il nostro nome per esteso, Associazione Italiana Sommelier, con un logo identico per tutti, senza varianti regionali o provinciali. Occorrerà invece una modifica statutaria per levare quella benedetta "s" finale, trattandosi di un errore grammaticale e di un evidente affronto per la lingua italiana, tutto qui! Era proprio così difficile da capire?
Arrivederci alla prossima svista con un caro saluto,
Antonello Maietta
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