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Gli agricoltori protestano sul Brennero e gli industriali si meravigliano

Da una parte gli agricoltori protestano contro i falsi prodotti made in Italy che danneggiano la nostra economia, dall'altra gli industriali tacciono e pensano ai vantaggi di fabbricare all'estero. È ora di dire basta!

di Matteo Scibilia
Responsabile scientifico di Italia a Tavola
 
06 dicembre 2013 | 10:26

Gli agricoltori protestano sul Brennero e gli industriali si meravigliano

Da una parte gli agricoltori protestano contro i falsi prodotti made in Italy che danneggiano la nostra economia, dall'altra gli industriali tacciono e pensano ai vantaggi di fabbricare all'estero. È ora di dire basta!

di Matteo Scibilia
Responsabile scientifico di Italia a Tavola
06 dicembre 2013 | 10:26
 

Suscita stupore il silenzio di tante categorie, tra cui quella dei ristoratori, in merito alla protesta degli agricoltori al Brennero; proprio loro che del kilometro zero e della qualità fanno una bandiera. Cosa rimane dello Slow Food? Forse il colore della politica influenza anche il cibo che mangiamo?

Sappiamo che è così, ma la battaglia degli agricoltori, della Coldiretti è una battaglia di tutti noi, del buon cibo italiano, della nostra tradizione, della nostra salute; perché non sappiamo, alla faccia della tracciabilità, da dove provengano quelle cosce di maiale, con il marchio ad inchiostro e non con il marchio a fuoco indelebile, che troviamo a prezzi bassi nei discount e nei panini dei nostri bar. Come e dove quei maiali sono stati allevati e con quali mangimi?

Sconcertano anche le considerazioni di Confindustria, che invoca le leggi comunitarie, criticando il ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, per essersi schierata in prima fila con i dimostranti al Brennero. Si tratta di industriali che invocano il rispetto delle leggi del mercato, gli stessi che hanno tradito il nostro Paese andando a produrre in luoghi con costi più bassi dei nostri.

Certo che c'è una differenza tra agricoltori ed industriali; l'agricoltore, l'allevatore, il ristoratore non possono trasferire le proprie attività all'estero, ma sono costretti a difendere il loro lavoro, la loro terra qui; mentre gli industriali possono far fabbricare camicie, pantaloni, profumi, macchine in altri paesi, per poi assemblarli qui e spacciarli per made in Italy, con costi italiani. Credo che sia arrivato il momento di dire “basta!”, forza agricoltori, forza Coldiretti, difendete il nostro Paese, difendete i nostri prodotti eccellenti!

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