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Bufala Campana
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Crollo dei consumi in Toscana -3,5% nel settore alimentare

Secondo Unioncamere Toscana nel quarto trimestre 2011 le vendite al dettaglio nella regione perdono il 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2010. Settore in calo soprattutto per quanto riguarda i fatturati dei prodotti non alimentari (-5,9%), ma la crisi si fa sentire anche nell'alimentare (-3,5%)

 
14 marzo 2012 | 10:06

Crollo dei consumi in Toscana -3,5% nel settore alimentare

Secondo Unioncamere Toscana nel quarto trimestre 2011 le vendite al dettaglio nella regione perdono il 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2010. Settore in calo soprattutto per quanto riguarda i fatturati dei prodotti non alimentari (-5,9%), ma la crisi si fa sentire anche nell'alimentare (-3,5%)

14 marzo 2012 | 10:06
 

Nel quarto trimestre 2011 le vendite al dettaglio in Toscana perdono il 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2010. A dirlo è l'ultima ricerca di Unioncamere Toscana, secondo cui rischio disoccupazione e inflazione determinano comportamenti di spesa sempre più prudenziali nelle famiglie toscane. Il quadro più nero riguarda le imprese commerciali con meno di 6 dipendenti che in Toscana registrano un calo del 6,4%.

La situazione si fa un po' meno pesante con il crescere delle dimensioni della struttura commerciale. Nelle imprese con 6-19 dipendenti la flessione si attesta al 5,3%, nella grande distribuzione (20 dipendenti e oltre) le vendite calano dell'1,5%, il peggior risultato dal 2005 a oggi.

Il settore commerciale perde soprattutto per quanto riguarda i fatturati di vendita dei prodotti non alimentari (-5,9%) che vanno peggio della media nazionale (-5,6%), ma la crisi si fa sentire anche nell'alimentare (-3,5%). Anche in questo caso si tratta del dato più negativo dal 2005 ad oggi ed è preoccupante la vistosa frenata del food nel periodo natalizio.

Gli indicatori di fiducia degli operatori della piccola e media distribuzione sono in caduta libera, mentre quelli delle grandi strutture decrescono, ma si mantengono su buoni livelli.

Aldo CursanoAldo Cursano (nella foto a sinistra), presidente di Fipe Toscana e vicepresidente vicario della Fipe nazionale, ha commentato: «Conosciamo la situazione delle nostre imprese. Adesso dovremmo tutti fare un passo indietro e chiederci se questi dati siano riferibili esclusivamente alla congiuntura sfavorevole e o se non siano invece l'effetto di una crisi più profonda e strutturale, che ci deve far ripensare il modello di sviluppo corrente. Come sopravviveranno i nostri centri alla moria di negozi e piccoli esercizi? La nostra qualità delle vita sarà la stessa se i consumi seguiranno ancora per molto questo trend? Il lifestyle toscano, che insieme al patrimonio artistico e naturale, attrae milioni di turisti, avrà ancora un senso? Partiamo da queste domande per capire se il crollo delle piccolissime imprese commerciali è veramente ineluttabile o se invece possiamo salvare la nostra tradizione operando scelte di consumo più consapevole e di qualità. Ripensiamo la distribuzione, la produzione, la pianificazione territoriale nell'ottica di consumare meno ma consumare meglio».

Stefano BottaiPer Stefano Bottai (nella foto a destra), presidente regionale Confcommercio: «Non è una sorpresa, ma un quarto trimestre così negativo non si era mai visto. In quest'ultimo rapporto dell'Osservatorio regionale sul commercio l'andamento delle vendite in Toscana scende anche per quei settori della distribuzione che erano finora stati risparmiati o almeno solo sfiorati dalla recessione. Insieme al grosso calo delle imprese non alimentari - che evidenzia purtroppo un ulteriore peggioramento rispetto ai trimestri precedenti - fanno le spese della grandissima debolezza della domanda interna anche le  imprese del comparto alimentare».

«Il triste -3,5% - continua Bottai - rispetto al 2010 del settore alimentare ci dice che le famiglie hanno dovuto ridurre i consumi anche nel periodo natalizio, e non solo per i regali ma anche per i tradizionali pranzi e cene delle feste.  Le piccole imprese (da 1 a 5 dipendenti) sono come sempre le più svantaggiate dalla congiuntura sfavorevole andando, ma il dato nuovo è il netto calo di vendite anche nella media e nella grande distribuzione. Ormai la tenacia dei piccoli commercianti  e la loro fiducia in una ripresa dei consumi non basta. Fino al 2013 non avremo presumibilmente miglioramenti e ci aspettiamo che le istituzioni si rendano conto della condizione in cui versano tante micro imprese, chiamandoci a un confronto sulle misure da prendere».


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