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A Milano nei ristoranti giapponesi nessun rischio di cibo contaminato

In seguito alle calamità in Giappone e alla questione della radioattività, alcuni dei più famosi ristoranti giapponesi di Milano rassicurano: le importazioni sono state bloccate, quindi tutto ciò che arriva sulle tavole dei locali nipponici appartiene a stock antecedenti o non proviene dal Giappone

 
29 marzo 2011 | 18:08

A Milano nei ristoranti giapponesi nessun rischio di cibo contaminato

In seguito alle calamità in Giappone e alla questione della radioattività, alcuni dei più famosi ristoranti giapponesi di Milano rassicurano: le importazioni sono state bloccate, quindi tutto ciò che arriva sulle tavole dei locali nipponici appartiene a stock antecedenti o non proviene dal Giappone

29 marzo 2011 | 18:08
 

MILANO - Numerosi proprietari dei ristoranti giapponesi di Milano rassicurano la propria clientela dopo il terribile cataclisma che si è abbattuto sul Giappone e i conseguenti problemi legati alla radioattività.

Le importazioni di alimenti giapponesi dopo quella fatidica data sono state bloccate, quindi tutto ciò che giunge oggi sulle tavole dei locali nipponici appartiene a stock antecedenti a quel momento o, in ogni caso, non proviene direttamente dal Giappone.



I ristoratori precisano che molti degli alimenti da loro utilizzati giungono da altre regioni del globo: il pesce viene dal Mediterraneo: «Per noi è un vanto portare in tavola il pesce del nostro mare» precisa Raffaella Stucchi direttrice di Spazio Sushi.

«Il riso che utilizziamo è di qualità giapponese, ma viene coltivato comunque in Italia», aggiunge Cristina, titolare dell'elegante locale Myama a San Siro. «Vorrei far presente che i piatti a base di ingredienti nipponici non vengono serviti, qualora i prodotti non siano sostituibili con quelli europei», spiega Cheng Hu, proprietario del ristorante nipponico Kandoo. D'altronde, i menu dei ristoranti giapponesi sono solitamente molto variegati: «basta pensare agli oltre cento piatti del nostro menu per rendersi conto che l'alternativa si può trovare» dice Shao Hu del ristorante fusion Perla d'Oro.

Qui di seguito alcune interessanti dichiarazioni rilasciate alla stampa da Coldiretti e ministero della Salute.

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Il fantasma dell'incubo nucleare dal Giappone arriva fino sulle tavole dei ristoranti jap di casa nostra. Si può mangiare il sushi, mentre le centrali nucleari bruciano e cedono dopo i terremoti e lo tsunami che hanno devastato il Giappone? O c'è il rischio che si tratti di cibi contaminati dalle radiazioni?Secondo ministero della Salute e Coldiretti, non ci sono pericoli. Il ministro Ferruccio Fazio infatti, per evitare ogni rischio, ha imposto il blocco all'importazione di cibi (pesce e verdure lavorate) del Sol Levante che sono stati confezionati dopo l'11 marzo 2011, giorno in cui il terremoto di magnitudo 9 e lo tsunami hanno messo in ginocchio il Paese.

Dunque, al momento non ci sono possibilità di trovare nel piatto alimenti esposti alle radiazioni, dalle alghe, comunque a basso rischio e che contengono iodio (utile contro le radiazioni), alla soia. Si tratta di alimenti eventualmente importati prima della tragedia giapponese. «E i ristoranti giapponesi usano pesce locale», continua il ministro. Lo stesso vale per il riso.
(da un articolo di Federica Macotta su OK! La salute prima di tutto! 16  marzo 2011)


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Provare per credere: il ministro della Salute Ferruccio Fazio, per scagionare dal panico radioattivo il sushi, ha mangiato una porzione del tipico piatto nipponico in diretta, durante la trasmissione di Radio 2 Un giorno da pecora. «Si può andare tranquillamente al ristorante giapponese», ha spiegato il ministro, sottolineando che salmone e tonno usati per il sushi non arrivano dal Giappone, ma dal Mediterraneo o dal Nord Europa.
(dal blog OK! La salute prima di tutto! 25 marzo 2011)


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La percentuale di noi che si pone il problema di pensare cose sufficientemente intelligenti è in caduta libera, crediamo che tutto il sushi del mondo sia fatto col pesce radiottivo, e dimentichiamo che da quando si mangia ai 4 angoli del pianeta, la possibilità che il nostro sushi e i suo ingredienti provengano dalle 4 prefetture a rischio: Fukushima, Ibaraki, Tochigi e Gunma, praticamente è inesistente. Già prima del terremoto la soia spesso arrivava dall'Olanda, la birra dalla Germania, le alghe dalla Cina, il tè dello Sri Lanka”.
(da un post di Massimo Bernardi su Dissapore, 21 marzo 2011)


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