CAGLIARI - L'assessore regionale all'Agricoltura Andrea Prato (nella foto) contesta il recente bando del comune di Orotelli (Nu) per le mense pubbliche, che "snobba" i formaggi sardi e richiama invece, sotto questa voce, Parmigiano Reggiano come condimento e gruviera e fontina per quelli da taglio.
«è inutile aprire un confronto con il Ministro, far diventare la crisi della nostra pastorizia un problema nazionale se poi nei bandi per le mense pubbliche dei nostri piccoli Comuni si continuano a preferire formaggi non sardi anziché il nostro pecorino - afferma Prato, reduce dall'incontro al ministero delle Politiche agricole sui problemi della pastorizia. «Se non cambiamo fin dai più piccoli provvedimenti, rieducando il palato dei nostri cittadini, tutte le nostre battaglie saranno vane».
«Più volte - ricorda l'assessore Prato - ho detto che per salvare il comparto ovino della Sardegna occorre una rivoluzione culturale, cambiare abitudini alimentari, far capire agli stessi sardi che mangiare i prodotti della nostra terra è meglio perché più buoni e più sani. Recentemente abbiamo siglato un protocollo con l'Anci proprio per agevolare questo percorso, prevedendo nei bandi per la ristorazione pubblica premialità per i prodotti di stagione e freschi dunque sardi».
«Resto dunque allibito quando leggo nell'allegato del bando del Comune di Orotelli che l'unico formaggio da condimento contemplato è il Parmigiano Reggiano, mentre tra quelli da taglio si comprendono anche la gruviera (sarà quella vera o si intende erroneamente quella con i buchi che gruviera non è) e la fontina (sarà quella vera valdostana o quel parallelepipedo con buccia rossa che arriva dalla Germania?)».
«Facciamo tanto per risolvere la crisi della pastorizia - lamenta Prato - e qui i consumi vanno a picco, complice anche una gestione beffa. Secondo l'Ispo, si è ormai persa l'abitudine tutta sarda di condire la pasta con il pecorino: oggi infatti lo utilizza il 38%, contro il 56% che sceglie grana o parmigiano. Tutto ciò può sembrare una banalità ma invece è molto indicativo sui consumi quotidiani ed è una delle ragioni della crisi della pastorizia, se è vero, come ha rimarcato Coldiretti, che in Italia basterebbe consumare mezzo chilo di pecorino in più pro-capite all'anno per risolvere la crisi. E l'educazione tra i giovani alla tradizione alimentare è un fattore determinante per orientare la futura domanda».
«I nostri formaggi ovini non hanno nulla da invidiare ad altri prodotti e in un momento come questo credo sia doveroso che tutti facciano uno sforzo perché si consumi più pecorino: a partire dai cittadini e passando per i Comuni», è l'appello lanciato dall'assessore. «Questi ultimi fanno bene a manifestare con i pastori contro la crisi del comparto, ma anche loro facciano la loro parte dimostrando altrettanta sensibilità quando si scrivono i bandi o nell'assegnare gli appalti per la pulizia delle strade rurali ad aziende agricole sarde, come ho più volte chiesto finora senza risposta (a parte qualche eccezione)».
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