Interessante e utile la campagna pubblicitaria che suggerisce vacanze a Venezia, Firenze, Roma, Milano come simbolo del turismo italiano. Però sono città già molto frequentate, congestionate, addirittura deturpate dal turismo. Spesso l'offerta turistica non è delle migliori, anzi peggio. Se così non fosse non si capisce come l'Italia, il Paese più bello del mondo, possa sprofondare in questo umiliante disastro. O no? E non saranno questi Caroselli a farci risalire la china.
Con lo stesso tono si enfatizza l'Alta Velocità, guarda caso sulle stesse direttrici di turismo già consolidato. Ma gli ottomila km di costa, l'arco alpino e l'Appennino sono mal collegati e comunque si privilegia il mezzo privato. Solo il numero della rotatorie aumenta senza limiti, pudore e necessità. Un bello schifo e possiamo immaginare chi ne goda i benefici.
L'Italia è fatta di migliaia di località incantevoli, con un'offerta variegata per arte, natura, divertimenti. Sarebbe opportuno combattere la stagionalità che prima limita gli investimenti e poi impedisce la notorietà. Le località marine del sud hanno un clima godibile per più di sei mesi all'anno, ma sono frequentate per 60-90 giorni. Questa debolezza giustifica gli operatori - albergatori, ristoratori, bagnini, baristi ecc - a lievitare in modo significativo le tariffe. Senza peraltro migliorare l'offerta.
Tutta Italia ha doti paesaggistiche, monumentali e naturali fruibili tutto l'anno; purtroppo molte località sono più note per le sagre gastronomiche, di durata limitata, che per le per le doti di maggior consistenza e redditività. E non chiamiamo minori località come Marettimo, Gubbio, Faenza, Senigallia, Cervinia e altre centomila; ma scherziamo? Perché questo uso ingiustificato di termini stranieri - Magic Italy? - come se la lingua non fosse una componente irrinunciabile dell'offerta. Semmai si suggerisca di tradurre nelle lingue straniere i milioni di cartelli indicatori incomprensibili per i turisti esteri.
Due giovani senza pretese d'avventura, ognuno per proprio conto senza conoscersi, Riccardo Finelli di Reggio Emilia e Gianfranco Cammarata di Palermo hanno girato l'Italia in nave e in Vespa, l'uno nei comuni più piccoli, tra le isole e sulle orme di Garibaldi, l'altro nei vigneti siciliani; Paolo Rumiz di La Repubblica ha raccontato l'Italia vista dalla Topolino e dai trenini. Solo questi esempi mi vengono in mente ma altri ce ne saranno di viaggiatori alla scoperta dell'Italia vera e genuina.
La ricetta per salvarci sarebbe semplice, ma di lungo impegno: 1) Valorizzare l'offerta variegata di turismo dei mille e mille comuni sopratutto con maggiori interventi televisivi e stampa. 2) promuovere con interventi adeguati, anche nel mondo del lavoro, le vacanze in tutti i periodi dell'anno 3) Attuare una politica dei trasporti pubblici - treni, corriere, aerei - coerente con questi obiettivi.
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