Nella nuova direzione nazionale Onav la Lombardia ha un ruolo notevole. Insieme a Vito Intini sono stati eletti consiglieri Simonetta Carminati, con delega all'immagine e alla comunicazione, Walter Polese, con incarico nella commissione didattica, e Fabio Finazzi. Per conoscere le linee operative abbiamo rivolto alcune domande al propresidente nazionale e responsabile organizzativo Vito Intini (nella foto a destra).
Indubbiamente l'incarico organizzativo è conseguenza di quanto hai saputo sviluppare in Lombardia. Ritieni esista e sia esportabile un 'modello Lombardia”?
Non esiste un modello esportabile perché ogni situazione ha le sue peculiarità, prima di tutto umane. Ho sempre applicato solo i principi dello 'spirito dell'Onav” alla base anche del programma del presidente Calabrese: amicizia, schiettezza, sincerità, disinteresse, voglia di lavorare, spirito di sacrificio, guardare avanti senza ignorare il passato e le proprie radici e un po' di ottimismo e di razionale coraggio. Come li ho trovati finora in tutti i miei collaboratori sono certo che li troverò nelle realtà con cui verrò a contatto perché essi fanno parte dello spirito con cui si accetta un incarico. Occorre studiare la situazione e capire i motivi per cui in certe aree l'Onav non è presente o non è riuscita a decollare, poi avere la pazienza e la costanza dei vignaioli.
Qual è l'obiettivo del quadriennio?
L'obiettivo è espresso nel programma e ribadito dal presidente: costituire sezioni territoriali in tutte le aree in cui l'Onav non è ancora presente, aiutare quelle realtà che risultano un po' statiche a svilupparsi, cercando di capirne le cause e di essere a fianco di quelle che invece stanno già camminando bene. Costituire ovunque strutture periferiche di riferimento a livello regionale è importante per la direzione nazionale, ma soprattutto per lo sviluppo delle realtà locali.
Spesso il vino è accusato di colpe non sue. Etilometri, palloncini, limiti, divieti: provvedimenti repressivi, ma educare al 'bere consapevole” non è meglio che reprimere?
Certamente. Educare significa risolvere i problemi perché si agisce sul piano dell'intelligenza e della cultura. Operare solo con strumenti repressivi significa anche innestare il gioco di come sfuggire ai controlli o ingannarli. Noi come associazione che ama il vino e quindi la vita - il vino per sua natura è vita - puntiamo a insegnare il 'bere consapevole”: come più volte ha detto il presidente Calabrese, «si beve l'acqua e si gusta il vino». Obiettivo dell'Onav è, quindi, entrare sempre più nel mondo dei giovani per insegnare a bere meno, ma di qualità. Occorre quindi educare. Stiamo attivando una duplice attività: entrare nel mondo della scuola per far conoscere il vino e portare i giovani nelle nostre strutture per far riconoscere la qualità. Stiamo quindi istituendo la figura del 'socio young” che godrà di notevoli privilegi e di una quota favorevole all'atto dell'iscrizione. Ogni delegazione avrà un responsabile young e sarà istituita una rappresentanza nel consiglio nazionale. La necessaria variazione statutaria è già in via di approvazione. Il bere consapevole è una battaglia in difesa del vino che non può essere condotta dall'Onav in solitudine: cerchiamo quindi la collaborazione di tutte le realtà che operano nel settore a cominciare dalle Istituzioni il cui apporto è fondamentale.
Hai accennato alla nuova figura del 'socio young”. Sono previste altre novità?
Sì. Nascerà la figura dell''amico Onav”: sarà un socio che non ha fatto il corso, ma che è vicino all'associazione collaborando attivamente, o una persona la cui adesione rappresenti un ponte per avvicinare altri appassionati. In autunno sarà organizzato il secondo livello del corso per il diploma di esperto assaggiatore. Al termine vi sarà un esame molto rigoroso poiché offrirà la possibilità, terminati gli anni di formazione, di accedere all'esame per divenire Maestro assaggiatore.
Nel programma era posto l'accento sul potenziamento degli aspetti scientifici.
Con una delle sue prime decisioni il Consiglio ha costituito un comitato scientifico alla cui presidenza è stato chiamato il prof. Vincenzo Gerbi dell'Università di Torino, inoltre è stata cooptata nel consiglio nazionale una figura di rilievo come il prof. Mario Ubigli.
Nella nostra società immagine e comunicazione tempestiva sono strumenti sempre più essenziali, come pensate di aggiornarle?
Stiamo predisponendo profonde innovazioni: la creazione di 'Onav news online”, la cui direzione sarà affidata al giornalista ed esperto Guido Montaldo, la realizzazione di un nuovo sito e la ristrutturazione del nostro tradizionale strumento 'L'Assaggiatore”, che tratterrà sempre più gli aspetti scientifici. Naturalmente terremo presenti anche le necessità dei soci che non avendo dimestichezza con l'online non possono essere lasciati privi di informazioni.
Il presidente Calabrese ci ha accennato a un impegno dell'Onav in Cina. Puoi aggiornare i lettori su quest'iniziativa importantissima per il vino italiano?
Per l'Onav si tratta di un grande impegno e di un altissimo onore. Il fatto di essere stati scelti e contattati dal Governo cinese ci ha riempito d'orgoglio sia come italiani (preferiti a esperti di altri Paesi), sia come associazione. Gli stimoli per realizzare al massimo le iniziative previste nell'accordo che abbiamo recentemente sottoscritto sono quindi grandissimi: formare in due settimane tecnici e universitari in un paese che non ha tradizione enologica è molto stimolante. Con gli altri docenti sto già facendo una full immersion nella cultura cinese per poter efficacemente trasmettere la nostra sul vino. è anche prevista la costituzione di una delegazione Onav Cina che rappresenterà un fondamentale strumento di continuità nei rapporti culturali e scientifici, ma anche un importante canale di presenza e conoscenza del vino italiano. Il mercato cinese è infatti potenzialmente enorme e per qualche anno non potrà essere coperto dalla produzione interna. è un esempio di come l'Onav sia al servizio del vino e dei produttori italiani.
Grazie e in bocca al lupo!
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