Basta scimmiottare la cucina orientale o fare finta di essere creativi. La Cucina italiana deve valorizzare la sua storia e la sua capacità di essere riconoscibile in tutto il mondo. A lanciare un accorato appello a tutti i colleghi è uno dei "senatori" della Ristorazione italiana, Aimo Moroni (nella foto accanto), un cuoco che da 63 anni lavora in cucina (ha iniziato il 21 aprile del ‘46 come lavapiatti) ed oggi è uno dei riconosciuti Maestri della cucina per il suo amore verso i prodotti di qualità e la loro preparazione attenta a valorizzarli. L'occasione è stata l'assemblea milanese dell'Associazione professionale cuochi che ha consegnato gli attestati dei Maestri di Cucina, fra cui uno quasi ad honorem proprio ad Aimo.
Il sentito intervento del patron de "Il Luogo" è stato condiviso da praticamente tutti i cuochi presenti, con un caloroso applauso che la dice lunga, se ce ne fosse bisogno, sull'orientamento dell'assoluta maggioranza dei cuochi e dei ristoratori italiani che anche in questa occasione hanno mostrato di voler uscire da quella sorta di subalternità culturale in cui negli ultimi anni si erano collocati rispetto alle oggi tanto contestate Guide che vogliono indicare linee di tendenza (o solo mode) a cui dovrebbero sottostare i ristoratori per avere qualche punto in più...
Se Aimo Moroni ha insistito anche sul concetto che la Cucina italiana è quella perfetta e su misura per l'uomo de terzo Millennio, ricordando fra l'altro che gli stranieri in Italia cercano piatti tipici e riconoscibili (dagli spaghetti al pomodoro al risotto alla milanese) e non già surrogati di cucine internazionali, a suonare la carica dei cuochi italiani ci aveva pensato il segretario dell'associazione, Carlo Re (nella foto a sinistra), che - deciso ed arzillo come non mai (quanto stupiscono gli ottantenni della ristorazione italiana) - ha invitato la categoria a fare un argine contro la deriva del populismo e della noncuranza che, complici anche le guide modaiole, a volte caratterizza la ristorazione. «Dobbiamo ricordare tre regole base - ha detto - e a queste rifarci sempre: la Cucina è un'arte, la Cucina è una scienza e la Cucina è una professione seria».
Concetti a cui si è rifatto anche Matteo Scibilia (nella foto a destra), presidente del Consorzio Cuochi di Lombardia e consigliere del ministero dei Beni culturali, che - ricevendo le insegne di Maestro della Cucina - ha richiamato il valore antico di un lavoro che si avvicina a quello dei medici sia per la divisa («indossiamo sempre con orgoglio la giacca bianca e non facciamoci prendere dalle mode di altri colori», ha detto), sia per l'attenzione con cui entrambi si dedicano alla salute delle persone. Da qui la scelta quasi deontologica di badare alla qualità delle materie prime utilizzate e alla loro valorizzazione.
I nuovi Maestri di Cucina
(cuochi con adeguato curriculum e attività ai fornelli da almeno 25 anni)
Khemiri Abdessattar - Castelnuovo Berardenga (Siena)
Antonio Accoto - Andrano (Lecce)
Arena Alessandro - Budapest (Ungheria)
Antonio Arfè - Napoli
Giuseppe Arpaia - Casola di Napoli
Audia Francesco - S. Giovanni in Fiore (Cosenza)
Barbieri Luca - Brescia
Belvedere Josè Louis - Ventimiglia (Imperia)
Cannatà Vincenzo - Cittanova (Reggio Calabria)
Careddu Salvatore - Cabras (Oristano)
Casaglia Luigi - Concordia (Modena)
Casonato Roberto - Mestre (Venezia)
Cervini Vincenzo - Ripi (Frosinone)
Checchia Rodolfo - San Giovanni Teatino (Chieti)
Chiappini Tiziano (Collare Blu ad honorem) - Montecatini Terme (Pistoia)
Colasuonno Carmine - Palo del Colle (Bari)
D'Addessio Mario - Montesano (Salerno)
D'Angelo Giuseppe - Gravina di Catania
Emmi Robert - Mascalucia (Catania)
La Rocca Romeo - Piscinola (Napoli)
Marras Domenico - Oristano
Netti Tommaso - Conversano (Bari)
Pandolfo Giovanni - Gela (Caltanissetta)
Pasi Devis - Carpi (Modena)
Pierangeli Alessandro - Roma
Revello Livio - San Remo (Imperia)
Rodoti Antonio - Gela (Caltanissetta)
Romagnino Giuseppe - Gimigliano (Catanzaro)
Sagona Giovanni - Catania
Saponaro Donato - Polignano a Mare (Bari)
Sartogo Pietro - Okinawa (Giappone)
Scibilia Matteo - Ornago (Monza e Brianza)
Scola Giampiero - Casal Velino (Salerno)
Scoppetta Marco - Napoli
Sorrentino Federico - Brusciano (Napoli)
Spina Giuseppe - S. Giorgio a Cremano (Napoli)
Tommasi Dario - Campolongo Maggiore (Venezia)
Viti Sergio - Budapest (Ungheria)
Le nuove Coccarde dorate al valore
(cuochi di valore già Maestri di Cucina)
Ugolini Luigi - Pistoia
Audia Antonio - San Giovanni in Fiore (Cosenza)
Barin Umberto - Padova
Bedini Antonio - Pesaro
Belloli Gianfermo - Masanti (Parma)
Bevilacqua Andrea - Milano
Carcangiu Roberto - Vignola (Modena)
Carotti Bruno - Biandrate (Novara)
Casu Maurizio - Pianfei (Cuneo)
Cau Graziano - Cabras (Oristano)
Ceresoli Duilio - Roncadelle (Brescia)
Colace Antonio - Rapallo (Genova)
D'Alessandro Alberto - Rimini
D'Orso Ugo - Napoli
Estatico Eduardo - Napoli
Ferrarini Sergio - Cesena
Ferro Giuseppe - San Giorgio a Cremano (Napoli)
Folcia Roberto - Limone sul Garda (Brescia)
Grasso Renato - Varazze (Savona)
Lai Roberto - Prato
Laudani Costantino - Catania
Mancinelli Nicola - Crecchio (Chieti)
Melchiorre Antonio - Cura di Vetralla (Viterbo)
Meloni Renzo - Sili (Oristano)
Nobbio Sandro - Diano Marina (Imperia)
Pellegrino Cosimo - Andria (Bari)
Pennino Patrick - Venturina (Livorno)
Pennisi Gemma - Genova
Perin Giorgio - Paruzzaro (Verbania)
Pizzo Salvatore - Gela (Caltanissetta)
Principi Mario - Villa Marina di Cesenatico (Forlì)
Ranedda Salvatore - Otranto (Lecce)
Sgrò Giuseppe - Palmi (Reggio Calabria)
Vettraino Virgilio - Latina
Zanni Bruno - Bologna
Zattini Maria Pia - Bologna
Zuccolo Andrea - Bareggio (Milano)
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