Una tre giorni che proietta Bologna fra le capitali del vino italiano con una prima assoluta, costola enologica di una consolidata kermesse come il Sana - il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale che questo settembre festeggerà la sua 34ª edizione - che parte già con numeri e un corpus di iniziative (conferenze, masterclass, degustazioni) da manifestazione destinata a durare… e a stupire.
Sana Slow Wine Fair rappresenta un evento unico nel suo genere che da domenica 27 a martedì 29 marzo farà arrivare negli spazi dei Padiglioni 15 e 20 del polo fieristico felsineo una selezione della produzione enologica italiana e internazionale, tenuta insieme dal fil rouge etico-produttivo della Slow Wine Coalition. Ben 542 le realtà provenienti dall’Italia e dal mondo: cantine biologiche, piccoli produttori, aziende agricole e vignaioli controcorrente, selezionati da Slow Food tra i firmatari del “Manifesto del vino buono, pulito e giusto”, che costituiranno l’ossatura espositiva di questo promettente esordio.
A Bologna è tutto pronto per Sana Slow Wine Fair
Organizzata da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food, in partnership con FederBio e Confcommercio Ascom Bologna, il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’ICE e il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, Sana Slow Wine Fair è stata presentata alla stampa nella Sala degli Anziani di Palazzo d’Accursio, sede del Comune di Bologna.
Il Vice Presidente di Slow Food Italia, Federico Varazi ha sottolineato come con il Sana Slow Wine Fair «contribuirà a far crescere la vera grande comunità del vino che si è creata a partire dalla Guida Slow Wine con Bologna capitale del vino buono, pulito e giusto. I temi al centro della manifestazione sono fondamentali per andare incontro alle sfide che il momento di difficoltà attuale ci pone di fronte, a partire dalla crisi climatica e dalla siccità che in questi giorni è un vero dramma per i produttori. In questo, un ruolo importante è quello dei giovani che si fanno portatori della sostenibilità ambientale nelle loro scelte quotidiane, anche quando scelgono un vino in enoteca».
All’auspicio di Antonio Bruzzone, che ha sottolineato come «la crescita di un appuntamento di questa ambizione necessita che le istituzioni ci credano, non solo nella manifestazione ma anche nel ruolo che il territorio deve avere nel settore fieristico e vitivinicolo, secondo una visione di politica di sviluppo a lungo termine», hanno risposto gli assessori Alessio Mammi, per la Regione Emilia-Romagna, e Daniele Ara, per il Comune di Bologna, confermando l’interesse verso la fiera e invitando BolognaFiere e Slow Food a un incontro per lavorare insieme alle prossime edizioni.
Mentre per Giancarlo Tonelli, Direttore Generale Confcommercio Ascom Bologna, la manifestazione servirà per far crescere anche la qualità intera del mondo dell’enogastronomia bolognese.
Vini da 19 Paesi del mondo
Rispetto agli espositori presenti, oltre agli italiani sono ben 18 le nazioni rappresentate: Albania, Austria, Argentina, Bosnia Erzegovina, Brasile, Bulgaria, Cile, Croazia, Francia, Grecia, Macedonia Del Nord, Montenegro, Perù, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia, Spagna, Uruguay.
«Sono cantine che hanno voluto fortemente far parte della Coalizione ed essere presenti alla Fair. E per i produttori che provengono dall’estero non è così scontato in questi tempi. Inoltre, si tratta di aziende di piccole e medie dimensioni che nella maggior parte dei casi non sono nemmeno distribuite in Italia. Un’occasione irripetibile quindi sia per i professionisti che potranno selezionarle che per il pubblico che potrà assaggiare etichette che nella maggior parte dei casi non sono state mai assaggiate in Italia, e spesso addirittura in Europa» ha sottolineato Giancarlo Gariglio, coordinatore internazionale della Slow Wine Coalition. Aggiungendo che «I produttori emiliano romagnoli presenti lavorano già seguendo i principi della Coalition e speriamo che Sana Slow Wine Fair rappresenti un momento di ritrovato orgoglio e una spinta a sostenere la produzione buona della regione da parte dei professionisti».
Biologico e biodinamico: espositori certificati
Più della metà degli espositori - in totale 302 cantine – ha una certificazione biologica o biodinamica o presenta etichette certificate. È un segnale fortissimo perché, come evidenziano i dati del Report Wine Monitor Nomisma, il mercato del vino bio si dimostra in grande crescita con un incremento dei consumi in Italia del 60% negli ultimi tre anni.
Anche la produzione vitivinicoltura biologica registra numeri positivi. Dai dati Sinab Italia, con 117.378 ettari di vite bio, il nostro Paese conta un’incidenza sulla superficie vitata complessiva di oltre il 19%, la più alta in Europa e nel mondo. Negli ultimi 10 anni la produzione di vino biologico è aumentata di quasi il 110%, a testimonianza di una maggiore sensibilità dei consumatori verso prodotti di qualità, sostenibili e rispettosi dell'ambiente.
Dati molto significativi che come ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio, testimoniamo come «il vino biologico, che non utilizza pesticidi e sostanze chimiche di sintesi a protezione della fertilità del suolo e della biodiversità, conferma il suo ruolo centrale all’interno del processo di transizione ecologica verso un’agricoltura sempre più sostenibile. I tre pilastri del Manifesto Slow Food per il vino buono pulito e giusto – sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita sociale e culturale delle campagne – sottoscritto anche da FederBio, contraddistinguono il vino biologico insieme al valore dell'identità territoriale delle denominazioni d'origine del nostro Paese con l'unico logo certificato dall'Unione Europea che premia il lavoro di tanti viticoltori».
Masterclass e vini cinesi
Alle tante storie di vita e di vite di produttori come Ivana Simjanovska, co-autrice della guida Slow Wine per la Macedonia del Nord o di Marina Santos, produttrice brasiliana di vino naturale si affiancheranno poi le nove masterclass che permetteranno ai circa 360 professionisti del vino e appassionati che parteciperanno di approfondire la conoscenza dei vini di alcune tra le denominazioni, i Domaines, le Maisons, gli Châteaux e i Weingüter più iconici, grazie alla voce di profondi conoscitori delle zone scelte.
Per la prima volta nel panorama italiano, sarà possibile assaggiare i vini cinesi, rappresentati da cinque cantine, e ascoltare i racconti di Lan Liu, curatore della prima guida Slow Wine ai vini della Repubblica Popolare Cinese.
L'inaugurazione
La manifestazione prenderà ufficialmente il via alle ore 9 di domenica 27 marzo con la Plenaria della Slow Wine Coalition, la rete internazionale, inclusiva e collaborativa che unisce i protagonisti del mondo del vino.
Dopo i saluti istituzionali, toccherà a Giancarlo Gariglio, coordinatore internazionale della Slow Wine Coalition, presentare i tre convegni digitali, dedicati a sostenibilità ambientale, difesa del paesaggio e ruolo sociale delle cantine.
Seguiranno gli interventi di Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, che illustrerà gli effetti dei cambiamenti climatici sull’agricoltura e sull’enogastronomia, di Carlo Petrini, fondatore e presidente di Slow Food, che interverrà sulla transizione ecologica e sul ruolo dell’agricoltura, e di Don Luigi Ciotti, Presidente di “Libera”, che introdurrà il tema quanto mai attuale del rapporto tra produzione agricola e legalità.