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Oltrepò: Callegari dà la svolta con l'accordo fra cooperative e cantine private

Eletto il nuovo consiglio di amministrazione del consorzio. Non entra l'uscente Gilda Fugazza e per la presidenza si profila la conferma di una donna: Ottavia Giorgi di Vistarino o (novità) Francesca Seralvo . Il Ceo di Terre d'Oltrepò e il presidente di Torrevilla hanno sostenuto i candidati dei produttori di filiera

di Alberto Lupini
direttore
28 febbraio 2024 | 20:08
Oltrepò: Callegari dà la svolta con l'accordo fra cooperative e cantine private
Oltrepò: Callegari dà la svolta con l'accordo fra cooperative e cantine private

Oltrepò: Callegari dà la svolta con l'accordo fra cooperative e cantine private

Eletto il nuovo consiglio di amministrazione del consorzio. Non entra l'uscente Gilda Fugazza e per la presidenza si profila la conferma di una donna: Ottavia Giorgi di Vistarino o (novità) Francesca Seralvo . Il Ceo di Terre d'Oltrepò e il presidente di Torrevilla hanno sostenuto i candidati dei produttori di filiera

di Alberto Lupini
direttore
28 febbraio 2024 | 20:08
 

Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese riparte da un rinnovato “patto di territorio” che lega le cooperative (Terre d’Oltrepò e Torrevilla, che da sole rappresentano la maggiore produzione vitivinicola della zona) e i produttori privati. E sarà fra questi ultimi che sarà quasi certamente scelto il nuovo presidente, molto probabilmente una donna. La nomina toccherà al nuovo consiglio e considerando che la presidente uscente, Gilda Fugazza, non è stata riletta consigliere, ora la scelta potrebbe ricadere su Ottavia Giorgi di Vistarino (che aveva espresso una disponibilità in presenza di un'unità interna ed è la più accreditata) o magari su un nome emerso nelle ultime ore,  Francesca Seralvo, produttrici che guidano due delle più note cantine del territorio. In ogni caso si tratterà di una nomina nel segno dell'unità interna che dovrà passare dall'elezione in un consiglio di ammnistrazione dove nulla è peraltro scontato e in ci sono altri consiglieri che potenzialmente potrebbero essere chiamati a questo compiti (Gatti. Giorgi o Lechiancole, ad esempio). 

L’assemblea dei soci ha certificato un riequilibrio dal significato storico di cui è stato artifice, fra gli altri, Umberto Callegari, Ceo di Terre d’Oltrepò,  che dopo un lavoro di tessitura lontano dai clamori mediatici ha consegnato ai produttori il timone dell’ente consortile convogliando i suoi voti da “grande elettore” (quello che pesa di più nelle scelte e nell’urna elettorale, circa il 30% del totale Ndr) sui candidati produttori di filiera. Una scelta condivisa col presidente di Torrevilla, Massimo Barbieri. I due manager, eletti consiglieri, sono stati di fatto i king maker di questo nuovo cda. Una scelta che ripete una pratica fatta tre anni fa quando anche in quel caso le cooperative avevano sostenuto i privati e avevano avviato una gestione unitaria sotto la presidenza Fugazza.

Oltrepò: Callegari dà la svolta con l'accordo fra cooperative e cantine private

Ottavia Giorgi di Vistarino, forse la più accreditata nuova presidente del consorzio Oltrepò

Terre d'Oltrepò ha segnato la discontinuità col passato dell'Oltrepò

Una scelta in discontinuità con il passato e nel solco della coerenza dopo che Terre d’Oltrepò, la più grande cooperativa vitivinicola della Lombardia, è diventata la prima filiera certificata a livello regionale. Questa svolta in Consorzio è stata resa possibile anche grazie all’ottimo dialogo creatosi tra Terre d’Oltrepò e Torrevilla, l’altro brand locale della cooperazione da sempre orientato all’autentico Oltrepò e alla qualità in bottiglia, allinenadosi in questo a quanto fanno molte cantine private.

Se in passato Terre d’Oltrepò aveva scelto di stringere alleanza soprattutto con gli imbottigliatori-clienti, stavolta Callegari ha voluto schierare in maniera convinta la cantina dalla parte dei produttori, certo del fatto che siano proprio loro a doversi occupare con metodo, dinamismo e passione al ridare performance a quelle denominazioni che devono diventare marchi esse stesse, generare valore e aprire nuovi mercati.

Oltrepò: Callegari dà la svolta con l'accordo fra cooperative e cantine private

Massimo Barbieri, presidente di Torrevilla, artefice con Umberto Callegari della svolta storica in Oltrepò

C’è ancora molto da fare a livello consortile e Callegari, insieme agli altri soci del Consorzio che oggi hanno votato per il rinnovo degli organismi dirigenti dell’ente, vuole puntare sulla comunione d’intenti con la moltitudine di detentori di nomi collettivi da far brillare di più e meglio. Tutto sarà comunque deciso dai nuovi consiglieri, ma un passo avanti importante è stato fatto.

Ma vediamo quale è ora la composizione del nuovo Cda del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese scelto tra 28 candidati:

 I nuovi consiglieri del Consorzio dell'Oltrepò

Categoria viticoltori

  • Cristian Calatroni (Calatroni di Calatroni Cristian),
  • Caterina Cordero (Cordero SSA),
  • Camillo Dal Verme (Az.Agr. Dal Verme Camillo e Filippo SS),
  • Luigi Gatti (Legoratta),
  • Daniele Passerini (Molino di Rovescala),
  • Valeria Radici Odero (Frecciarossa Srl Società Agricola),
  • Paolo Verdi (Az.Agr. Verdi Paolo).

 Categoria vinificatori

  • Antonio Achilli (Az. Agr. Manuelina SSA),
  • Massimo Barbieri (Torrevilla Vit. Associati Soc. Coop Agr),
  • Umberto Callegari (Terre d’Oltrepò Scapa),
  • Fabiano Giorgi (Giorgi Srl),
  • Ottavia Giorgi Vimercati di Vistarino (Conte Vistarino SS),
  • Roberto Lechiancole (Prime Alture Srl),
  • Francesca Seralvo (Agricola Mazzolino Srl).

 Categoria imbottigliatori

  • Luca Bellani (Az. Agr. Cà di Frara),
  • Quirico Decordi (Vinicola Decordi del Borgo Imperiale Cortesole SPA),
  • Federico Defilippi (Agricola De Filippi Fabbio),
  • Renato Guarini (Losito e Guarini Srl),
  • Paolo Tealdi (Castello del Poggio Sarl),
  • Pier Paolo Vanzini (Az. Vitivinicola Vanzini Sas),
  • Valeria Vercesi (Soc. Agricola Vercesi Nando e Maurizio SS).

Il patto si può definire storico per l’Oltrepò, in passato il territorio forse più litigioso nel mondo del vino. Potrebbe essere il primo giorno di un nuova era e a testimoniarlo, stavolta, non ci sono parole o “selfie” ma un organigramma dirigenziale che nelle premesse parte con un vantaggio che non c’era mai stato così esplicito nel recente passato: cooperative e produttori di filiera giocano tutti dalla stessa parte, nel dialogo e nella trasparenza.

 

Per il passato che non è sempre facile da rimuovere, non sarà certo una passeggiata il nuovo corso del consorzio. Il percorso sarà lungo e non privo di ostacoli ma Callegari, che già aveva fatto notizia con la presentazione del primo piano industriale di Terre d’Oltrepò degli ultimi vent’anni, chiamando tutti all’appello dei conferimenti totali alla cantina per le prossime vendemmie per poter redistribuire utili in costante crescita, ora lascia il segno con una politica di voto in Consorzio che in molti forse non si aspettavano sarebbe stata così decisiva. Un modo per porre Terre d'Oltrepò come il perno (anche di servizio) dei nuovi assetti produttivi di un territorio che ha bisogno di razionalizzare gestioni e marketing.

Umberto Callegari a sostegno di un progetto di rinascita dell'Oltrepò

Umberto Callegari, raggiunto telefonicamente, in poche parole dice tutto: «Terre d’Oltrepò sosterrà un progetto di Consorzio che non guardi solo agli aspetti tecnici, ma anche agli aspetti morali ed etici del territorio. Solo se tutti noi saremo capaci di agire come un sistema in modo etico l’Oltrepò potrà davvero rinascere».

Oltrepò: Callegari dà la svolta con l'accordo fra cooperative e cantine private

vigneti in Oltrepò

Ora al territorio vitivinicolo da 13.000 ettari che produce oltre il 60% del vino dell’intera Lombardia e che è capitale italiana del Pinot nero, del Metodo Classico e di altri grandi vini da posizionare a valore nell’Horeca e sui canali tradizionali e della distribuzione moderna, non rimane che proseguire nel cammino del rinnovamento, guardando avanti con convinzione e unità. Stando alle indiscrezioni che filtrano tra gli addetti ai lavori si profilerebbero anche cambiamenti nell’organizzazione del Centro Riccagioia di Torrazza Coste, sede operativa del Consorzio.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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