Condivisione e creatività, le carte vincenti della nuova associazione Donne della vite
14 gennaio 2016 | 10:37
di Piera Genta
Nelle foto, da sinistra: Valeria Fasoli, Alessandra Biondi Bartolini, Laura Passera, Lorena Troccoli, Costanza Fregoni, Giulia Tamai e Clementina Palese
Il loro obiettivo è creare un punto di riferimento nel settore con una visione nuova e articolata ispirata dai valori di etica, estetica e bellezza, un’occasione di aggregazione e crescita per le donne che operano nel mondo vitivinicolo, in cui raramente si trovano a lavorare insieme e a condividere progetti per valorizzarne il ruolo in un settore in cui sensibilità, capacità e professionalità femminili rischiano di non essere comprese in tutto il loro valore.
«All'inizio non avevo le idee chiare - racconta Valeria Fasoli, presidente dell’associazione e agronomo viticolo - ma sentivo la necessità e il desiderio di far emergere nella mia professionalità anche gli aspetti che rischiavano di restare sommersi e che rispecchiano valori per me fondamentali come etica, estetica e bellezza nei luoghi, nelle persone, nelle cose di tutti i giorni. Poi ho incontrato compagne di viaggio con esperienze, competenze, nonché punti di vista differenti e il mio sogno è diventato realtà e l'idea iniziale si è concretizzata grazie alla forza del gruppo».
L’attenzione al territorio e al paesaggio, come bene comune che il mondo vitivinicolo è chiamato a conservare e sostenere con pratiche etiche e sostenibili, sarà uno dei primi temi che le Donne della vite affronteranno nelle loro attività. «Il paesaggio viticolo nel suo valore e significato ampio di conservazione dell’ecosistema - spiega Clementina Palese, giornalista professionista, che dell’associazione è vicepresidente – si inscrive perfettamente nel perimetro di principi che ci siamo date. Un paesaggio viticolo “impastato” del luogo, dalle altre specie vegetali alle costruzioni rurali, è irriproducibile, peculiare e riconoscibile e rappresenta un elemento di valorizzazione in sintonia con l’emergere di un consumatore evoluto e attento. Un paesaggio viticolo “bello da guardare” evoca emozioni che si trasmettono inconsciamente fino alla qualità percepita del vino».
Alcuni punti da sottolineare contenuti nel loro manifesto: Crediamo nella sana ironia e soprattutto nell’autoironia, con la quale ridiamo anche di noi stesse, e nella leggerezza di spirito, con la quale comunichiamo non solo a parole. Ed ancora: Essere professioniste etiche vuol dire applicare le proprie conoscenze per rispettare la terra, il paesaggio e la collettività. Coltiviamo l’ambizione di portare una ventata d’aria fresca nel panorama della divulgazione e della comunicazione in questo settore, di far emergere le interconnessioni inattese tra gli aspetti scientifici, tecnici e tecnologici della produzione vitivinicola e quelli più culturali e immateriali.
Le Donne della vite sono nate per unire energie, punti di vista e competenze, per diventare un volano per tante altre donne simili ma anche diverse, e riposizionare le professioni all’interno di un sistema più ampio attribuendogli il valore che meritano. Le Donne della vite sceglieranno nuovi e coinvolgenti strumenti per le attività culturali, formative e divulgative dell’associazione; costruiranno una “rete culturale” di incontro e crescita nella quale condividere anche informazioni professionali, come ad esempio i risultati di sperimentazioni che spesso rimangono nei cassetti dei ricercatori.
Il Consiglio Direttivo
Presidente: Valeria Fasoli (agronoma)
Vicepresidente: Clementina Palese (giornalista)
Consigliere: Alessandra Biondi Bartolini (agronoma); Costanza Fregoni (giornalista); Lorena Troccoli (agronoma); Giulia Tamai (agronoma).
Tesoriera: Laura Passera (produttrice)
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Alberto Lupini