Verduno, la perla nascosta delle Langhe e il suo vitigno autoctono
Qui si produce il Verduno Pelaverga, Doc dal 1995. Una realtà senza tempo, dove in 30 ettari di terroir vocato si conserva la tradizione di un'etichetta riportata in auge dalla passione dei viticoltori locali
Solo 600 anime sono custodi del vitigno autoctono Verduno Pelaverga, nel feudo del Barolo e del nebbiolo, una produzione preziosa nelle Langhe, dominata dal piccolo borgo di Verduno, un gruppo di case arroccate a circa 400 metri di altezza. Il minuscolo, ma rappresentativo borgo, merita una visita, anche se la maggiore attrattiva sono le vigne che lo circondano. Si presentano con filari fitti, un grappolo compatto e acini tondi. La vendemmia avviene nella seconda metà di settembre. Diventato Doc nel 1995, il Verduno Pelaverga ha una superficie produttiva limitata, di circa 30 ettari e una produzione che è arrivata a 204mila bottiglie nel 2022. Si tratta di trentasette viticoltori (di cui 18 vinificatori e 19 imbottigliatori) proprietari di piccoli appezzamenti, distribuiti nel territorio, che derivano da divisioni ereditarie. È un vino particolare, dal colore rosso rubino e toni violacei, riconoscibile dai sentori fruttati e dalle note speziate. Di facile beva, consigliato anche per un aperitivo.
Verduno, la perla delle Langhe
Verduno ha il fascino di un paese quasi fermo nel tempo: si arriva partendo da Alba e si percorre una piacevole strada tra i filari, dove a settembre avanzato si svolge la vendemmia del Verduno Pelaverga, la preziosa produzione di questo vitigno autoctono. È bello passeggiare tra le strade: puoi incontrare persone del luogo che chiacchierano sedute all'ombra, tra abitazioni rimesse a nuovo, dove emerge il colore caldo del cotto. Se si cammina verso la terrazza panoramica del Belvedere, immerso tra tigli e ippocastani, si arriva al maestoso Castello settecentesco, passando davanti a una chiesa sconsacrata, trasformata in un atelier di pittura.
Seicento abitanti ma, grazie al turismo che si prolunga fino a novembre, non si ha che l'imbarazzo della scelta tra le numerose strutture ricettive a disposizione, dal Real Castello che domina la vallata a diversi B&B, come le otto camere nel delizioso Wine Resort Speziale o Ca' del Re, dove abbiamo soggiornato. Grazie alla sua posizione geografica dominante sul territorio circostante, Verduno viene chiamata “sentinella delle Langhe” . A 380 metri sulla sommità di un colle dal quale si domina la Val Tanaro e il Roero, è l'unico paese delle Langhe che produce tutti i classici vini della zona, compreso il Barolo, oltre ovviamente ovviamente il Pelaverga.
Il terroir, la roccia madre come fertilizzante
Durante una breve passeggiata tra i filari, accompagnata da un esperto di scienze naturali, scopriamo il terroir di questo vitigno. «La profondità dei terreni vitati nel territorio di Verduno - sottolinea Edmondo Bonelli, enotecnico - si attesta mediamente intorno al metro e venti circa. Al di sotto si trova la roccia, la matrice di partenza, definita roccia madre.
Tutte le rocce hanno un'origine sedimentaria: la prima formazione è costituita dalle marne. La vite risponde a questi terreni fini con una concentrazione delle sostanze nobili nei mosti. La seconda formazione si estende dal crinale su cui poggia la cittadina, fino al fiume Tanaro.» Sei milioni di anni fa qui si formarono lagune salate, dove si sono depositate dei cristalli di gesso, che si comportano come fertilizzante naturale, perché trattengono l'acqua e rinvigoriscono la vite.
Il Verduno Pelaverga, storia di un vitigno autoctono millenario
Il Verduno Pelaverga ha una superficie produttiva limitata, di circa 30 ettari e solo 204mila bottiglie nel 2022. Il territorio offre la possibilità di scoprirlo a piedi, in bicicletta o in macchina. Il grappolo è medio-grande, di forma conica allungata e compatto, mentre l'acino è piccolo e tondo con la buccia di colore blu-nero. Il vino ha un colore rosso rubino, al palato si presenta fresco e piacevole, beverino, un carattere elegante, deciso, dalle note speziate di pepe e fiori, piacevole da bere giovane, ideale anche per un aperitivo tra amici. A seconda della temperatura, è ideale per accompagnare un piatto con tartufi e dopo un moderato invecchiamento accentua le sue note caratteristiche speziate. Da pochi anni il Pelaverga piccolo (per almeno l'85%) viene vinificato in purezza ed è diventato una Doc nel 1995.
Il Verduno Pelavegra: storia di una Doc e di una comunità
Negli anni Cinquanta-Sessanta il Comm.G.B. Burlotto ha mantenuto attiva la produzione di vinificare in purezza il Pelaverga piccolo. In questo periodo la produzione era limitata a un migliaio di bottiglie. Poi nel 1972 su iniziativa del Castello di Verduno si sono cominciati a piantare nuovi vigneti di Pelaverga piccolo. Questo passaggio non è altro che la premessa della nascita dell'Associazione dei produttori, che oggi conta 11 soci, e grazie al lavoro di squadra nel 1995 viene istituita la Doc Verduno Pelaverga. Dal 2006 è nata l'Associazione Verduno È Uno, che riunisce i produttori con l'intento di promuovere e valorizzare questa «piccola perla nella produzione del nostro territorio, un vino che ci ha resi e ci rende orgogliosi- come sottolienato da Diego Mora, presidente dell'Associazione Verduno È Uno.»
A chi si è incuriosito, consigliamo di prendersi del tempo per riuscire a visitare le cantine. Ci raccomandiamo di andare nella meravigliosa sala di degustazione del Comm. G.B, Burlotto, ricavata in una chiesta sconsacrata del Settecento. Il suo Pelaverga con uve raccolte a mano ci ha particolarmente colpito col suo caratteristico bouquet, il sentore di fragola e le sue note speziate intense. Un affinamento al 30% in botti di rovere e il 70% in acciaio. Anche lo Speziale, prodotto dai fratelli Alessandria, ci ha conquistato con le sue tonalità fresche di piccoli frutti. Un'altra Doc Pelaverga interessante ed equilibrata è “Sui cristalli” prodotto da Arnaldo Rivera dal fresco sentore fruttato, toni speziati equilibrato. Verduno è una località così piacevole da visitare, che merita un soggiorno e una sosta “golosa.”
Alcune strutture ricettive consigliate della zona di Verduno:
- Agriturismo Ca' del Re
Ristrutturata con gusto, ha la classica pianta quadrata di una cascina. In passato lo spazio era adibito a stalla per i cavalli di casa Savoia. Un restauro rispettoso dove predominano legno, pietra ed arcate. Troviamo 6 stanze e un appartamento. Le sorelle Giovanna e Marcella Bianco, curano e gestiscono le cantine del Castello di Verduno e l'Agriturismo Ca' del Re. La cucina nasce dalla profonda conoscenza dei prodotti e dei produttori del territorio, I piatti sono semplici e derivano da antiche ricette spesso tramandate a voce, come i bocconcini al barolo o la celeberrima panna cotta. Il servizio e il personale molto cortese. - Albergo-Ristorante Real Castello
Chi desidera vivere gli antichi fasti, consigliamo un soggiorno al Castello, acquistato nel 1909 dalla famiglia Burlotto insieme alle terre e negli anni Cinquanta lo adibisce ad Albergo, restaurato anni fa. Ogni camera, grazie a particolari arredi, ha una personalità. Un giardino rigoglioso è un luogo ideale per un aperitivo o merenda. Merita una sosta, anche solo per pranzare, perché potrete assaggiare ricette che si tramandano da anni, come la lingua cucinata per ore e servita in salsa piccante. - Speziale Wine Resort
Un posto molto speciale circondato da erbe e piante aromatiche che avvolgono il cliente. Solo otto camere, ma arredate con buon gusto. I proprietari si dividono i compiti, tra cantina e ospitalità.
© Riproduzione riservata
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini