Verdicchio Riserva Villa Bucci Un rosso travestito da bianco

19 dicembre 2015 | 16:48
di Guido Ricciarelli
Avanti, facciamo un gioco. In un’Italia enologicamente rossista per storia e consuetudine, quali sono i produttori bianchisti di autentica fama nazionale ed internazionale? Pochi, dobbiamo ammetterlo. Fra questi figura sicuramente Ampelio Bucci con il suo Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva Villa Bucci, costantemente ai vertici negli incroci dei premi delle Guide italiane, notoriamente poco inclini alle convergenze.

Uomo colto e raffinatissimo, ormai milanese di adozione, il prof. Bucci arriva al vino quasi per caso occupandosi delle proprietà di famiglia. Il suo è un Verdicchio emblematico della peculiarità di un’uva fra le più interessanti del nostro patrimonio ampelografico. Si potrebbe quasi dire che il vino gli somigli. Si esprime a “bassa voce” ma con proprietà ed autorevolezza. Matura in botti grandi, invecchia benissimo, tanto che si possono ancora bere con soddisfazione le versioni prodotte negli anni ’80 (il lancio avviene con l’annata ’83).



Io sostengo che si tratti di un “rosso travestito da bianco”, tutt’altro che sprovvisto com’è di antociani e tannini. Il fatto, poi, che si tratti di una varietà tardiva (si raccoglie dopo la metà di ottobre), lo rende ancor più affascinante e sensibile alle variabili climatiche, tant’è che si produce soltanto nei millesimi più favorevoli.

Nel bicchiere troviamo un vino dal colore giallo oro intenso con riflessi verdognoli - da qui il nome dell’uva - profumi intensi con sfumature floreali di mandorlo, frutta bianca, anice, che nel tempo si fanno più complessi accentuandone la verve minerale e armonizzandone il corpo possente con la dovuta agilità ed eleganza.

Al prof. Bucci va il merito di aver visto nel Verdicchio il potenziale dell’uva di rango in momenti in cui di questo vino si privilegiavano interpretazioni tutte tese alla scorrevolezza e alla facilità di beva. Un esempio che ha trovato conferme non soltanto nella zona di Jesi ma anche in quella di Matelica, facendo davvero del Verdicchio la cultivar autoctona bianca con il maggior numero di punte di eccellenza.

I migliori Villa Bucci “evoluti” del mio percorso di degustatore? Sarebbero tanti, ma stringendo, secondo una strana cabala delle annate dispari, cito 1995, 1999, 2001. Splendido il trittico delle ultime tre annate (2010-2012-2013), affilate e purissime, da dimenticare in cantina. Ma siccome questi sappiamo essere i buoni propositi destinati ad essere disattesi, stappatevi un 2008. Semplicemente sontuoso.


Azienda agricola F.lli Bucci
Via Cona 30 - 60010 Ostra Vetere (An)
Tel 071 964179
www.villabucci.com
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Alberto Lupini


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