Vendemmia fra le polemiche per la mancanza (causa Covid) di manodopera straniera, calo delle esportazioni (- 4-5% secondo Coldiretti, nei primi cinque mesi dell'anno) e aiuti pubblici annunciati e non ancora arrivati. Unica consolazione - per ora - è che sarà sicuramente una buona annata in quantità e qualità. Secondo il Consorzio della Franciacorta, prima zona ad iniziare la raccolta delle basi delle bollicine, sul monte Orfano in quel di Coccaglio, di uve Pinot nero, Pinot bianco e Chardonnay, «la campagna 2020 risulta essere una delle più equilibrate dell'ultimo decennio. Ha aiutato anzitutto - commenta Francesco Franzini, vicepresidente del Consorzio - il clima asciutto e ventilato di luglio. tanto che lo stato sanitario delle uve è impeccabile, così come le condizioni di maturazione».
La vendemmia è partita anche in Franciacorta
Si ipotizza
una produzione tra i 100 e i 120 quintali per ettaro, motivo per il quale è stata anche richiesta l'attivazione della riserva vendemmiale. Fin qui l'aspetto tecnico, anche se siamo solo all'inizio della stagione. A tener banco è invece la mancanza di personale, soprattutto di donne e uomini, provenienti dai Paesi dell'Est. Causa pandemia, nel bresciano, i pochi stagionali stranieri in arrivo devono osservare un periodo di quarantena in alcune strutture messe a disposizione dalle aziende. Per il resto invece, occorre fare una pausa di riflessione sui molti italiani che potrebbero impegnarsi in questo settore.
Certo, è faticoso e si suda nelle vigne ed è forse più comodo un sussidio statale, ma lavorare nel mondo vitivinicolo per i più giovani (e non) può rappresentare un importante sbocco occupazionale in questo momento di crisi. Per chi è disoccupato e cerca un impiego, seppur momentaneo, la vendemmia può rappresentare una interessante fonte di reddito, in attesa di giorni migliori. Insomma, chi ha voglia di lavorare si faccia avanti: nelle cantine vi è bisogno di tanta manodopera. Infine un accenno all
'export che per la prima volta, dopo 30 anni, è in calo a causa della Pandemia e della Brexit.
La Cina ha comprato molto meno vino made in Italy (-44%) così come l'Inghilterra (-12%); davvero adesso serve che il Governo e le Regioni scendono in campo a sostegno del settore con nuove e più aggressive strategie commerciali.