Sarà per il suo gusto unico che sembra armonizzare l’aria sempre tesa dell’Oceano Atlantico e le 11 botaniche di cui 5 proveniente d'oltreoceano e 6 dalla Galizia, terra legata alle sue tradizioni millenarie, nonché la provincia occidentale più estrema dell’Europa continentale, la terra dove per i romani finiva il mondo. Oppure per quel senso di magia che lega quel territorio alla sua originaria cultura celtica, ancora presente in riti, leggende e canzoni popolari. O molto più semplicemente perché è fra i pochi gin realizzati con un distillato di vino come base, l’Albariño, il bianco simbolo dell’enologia galiziana.
Fatto sta che Nordés Gin si è rivelato negli anni un successo. E se in Spagna è il player principale con quasi due milioni di bottiglie, l’Italia è il principale mercato di esportazione sui 45 Paesi nei 5 continenti in cui si vende. Una realtà che ne fa la 15a etichetta di gin più venduta al mondo, nonché uno degli spirits più utilizzati nella mixology.
Da 11 anni Nordés è un gin di successo che si rifà all'idea del vento
Nato nel 2012 dopo 6 mesi di ricerche del mastro distillatore per trovare la giusta ricetta (le 300 prove sono tutte conservate in una sorta di atelier del gusto in distilleria), Nordés Gin ha conquistato il favore di barman e consumatori per quella sua tipicità per molti versi unica che si richiama esplicitamente all’idea del vento: in Galizia domina il Maestrale, il vento di nord-ovest, e in spagnolo nordés indica appunto nordico, o del nord. E l’idea precisa di questo concetto sta proprio nel logo che rappresenta la rosa dei venti con in rosso il nord-ovest.
Bisogna tornare all’origine per comprendere come il Gin Nordés è stato creato come un omaggio alla sua casa, la Galizia. Il suo obiettivo principale era distillare il meglio della Galizia in una bottiglia. Lo spirits ottenuto è fresco e aromatico, così come lo sono i prati i boschi della regione (fra le più piovose d’Europa). Si tratta di un prodotto davvero insolito nel pur variegato mondo dei gin e proprio per questo riesce a connotarsi come sintesi della Galizia.
Nordés Gin completa la gamma iberica del gruppo Osborne
Negli ultimi 7 anni questo gin ha conquistato come detto il mercato italiano e recentemente è sbarcato anche negli Usa, dove si presenta come uno dei pezzi forte dell’offerta enogastronomica spagnola. Un risultato favorito dal fatto di fare parte di uno dei gruppi simbolo dell’alimentare spagnolo, Osborne, che nel 2022 aveva festeggiato i 250 anni di vita con 241 milioni di fatturato, di cui quasi 200 per prodotti propri. Osborne è un ambasciatore del buon cibo e delle bevande spagnole grazie ai suoi marchi di fama internazionale che includono, fra gli altri, Cinco Jotas, Caviar Riofrío Bodegas Montecillo, Carlos I, Anís del Mono e i suoi sherry. Se il leggendario Toro de Osborne (le grandi sagome sui colli dell’Andalusia) è diventato a partire dal 1956 un'icona della cultura spagnola, ora si potrebbe dire che Nordés Gin completa un po’ tutta l’anima spagnola di Osborne, aggiungendo a quella calorosa del Mediterraneo anche quella della più fresca e riservata Galizia, saldando nord e su della penisola iberica. E con ciò una delle aziende familiari più antiche del mondo conferma così la sua ambizione di essere "l'ambasciatore globale della buona cucina e della cucina spagnola". Senza escludere che in portafoglio ha anche importanti realtà fuori dalla Spagna, come l’italiana Disaronno.
A questo gin va in pratica riconosciuto il merito di rappresentare una delle anime fra le meno note della Spagna. Se un tempo la Galizia era nota per le sue miniere d’oro (che giustificavano un’importante presenza romana) o per le sue cave di granito, coi suoi 3 milioni di abitanti, negli ultimi decenni la regione era diventata famosa perché qui ha sede Zara, il colosso dell’abbigliamento, e perché da 30 anni sono diventati sempre più frequentati i famosi “cammini” che convergono sulla cattedrale di Santiago de Compostela, certamente la località oggi più nota del nord-ovest della Spagna.
La distilleria di Nordés Gin una meta per gourmand a pochi km da Santiago de compostela
Ed è proprio a 20-25minuti da Santiago (culla spirituale della reconquista cattolica a partire dall’11° secolo), nella cittadina di Vedra, che si accende un altro riflettore sulla Galizia. Qui ha sede la distilleria di Nordés Gin dove - ci si perdoni l’accostamento che non vuole certo essere blasfemo - si può riflettere sulla Magia Pura (Maxia Pura in galiziano) di una bevanda che sa trasmettere tutte le sfumature di un territorio che è un tutt’uno con l'Oceano Atlantico, su cui ha 1.500 km di coste, e le sue tradizioni millenarie condivise con irlandesi, bretoni o scozzesi.
In questo contesto è nato un gin che sorprende per l'equilibrio di sapori delle sue 11 botaniche, fra cui spiccano sei selvatici della tradizione galiziana, che gli conferiscono il suo carattere fresco e balsamico - salvia, alloro, erba luisa (verbena odorosa), eucalipto, menta piperita e salicornia – a cui si aggiungono le 5 essenze provenienti da oltreoceano - ginepro, zenzero, cardamomo, fiori di ibisco e tè nero - e come detto, l’unicità dell’utilizzo di un distillato di uva.
Le 11 botaniche e il vino per Nordés Gin sono distillati singolarmente
Questo gin viene prodotto, come molti concorrenti, seguendo un’antica formula segreta: la particolarità è che macera separatamente ciascuna delle sue 11 botaniche, con una durata diversa, adeguata al profilo aromatico che si cerca, da poche ore a quasi un mese in certi casi, prima di procedere alla distillazione che avviene in rame (in un contenitore di 400 litri). C’è poi la caratteristica come detto del vino, rigorosamente Albariño, che viene anch’esso distillato sempre in rame in contenitori da 900 litri. Di tuti i diversi distillati si fa poi un blend che, grazie anche a questo processo lento. garantisce un gin equilibrato, molto profumato e rinfrescante come il nome del vento a cui si richiama. E l’apporto del distillato di vino non è irrilevante. L’Albariño, coltivato dalla distilleria su pergola e commercializzato con il marchio Montecillio, richiama, con un sentore secco e retrogusto agrumato, un Friulano o un Frascati, è presente in Galizia, secondo una leggenda, dal 12° secolo quando fu portato da un monaco Cistercense, pochi anni dopo il ritrovamento della tomba dell’apostolo San Giamoco e l’avvio dei lavori della costruzione della cattedrale.
Test, esperienze e sorprese magiche per chi visita la distilleria di Nordés Gin
Tutti gli elementi base di questo gin si possono conoscere direttamente in distilleria che non a caso organizza visite che sono decisamente insolite e coinvolgenti. Occasioni che diventano una meta turistica che un gourmand non dovrebbe perdersi. Un vigneto e un orto con tutte le botaniche permettono di toccare con mano la materia prima. Una serra e le essenze essicate sono poi disponibili per comprendere le varie lavorazioni, fino alla possibilità di testare i diversi distillati prima che vengano assemblati. Il tutto in ambienti molto particolari in cui si possono scoprire anche le diverse prove fatte prima di giungere attuale risultato. Ovviamente non mancano test e sperimentazioni che culminano poi nel gioco della preparazione di miscelati che sono la destinazione migliore del Nordés Gin. Su tutte un gin tonic con una parte di vino bianco (ovviamente il consiglio è Albariño, ma funziona ottimamente anche coi vini italiani simili.
E ultima esperienza, ma non certo per importanza, è il contesto coreografico di queste esperienze, molto curate nei particolari, che culminano nello spettacolo di una sorta di rito magico di derivazione celtica in cui le “streghe” e i druidi preparano col fuoco una bevanda per l’accoglienza degli ospiti. E qui emerge l'anima antica, ancestrale, della Galizia con musiche e canti che sembrano un mix fra il gaelico e il sardo.
Nordés Gin un ambasciatore per conoscere la storia della Galizia
Nordés Gin è in pratica un nuovo ambasciatore per molti versi unico della Galizia, regione mistica per il cammino di Santiago e magica per la sua eredità culturale celtica. E a questo punto l’occasione del gin galiziano è l’occasione per presentare alcune delle mete più importanti di questa regione. Partendo dalla capitale, Santiago de Compostela.
Santiago de Compostela, capitale della Galizia
È da secoli che ogni anno i pellegrini percorrono il Cammino di Santiago con un sogno da realizzare: raggiungere il capoluogo della Galizia ed entrare nella sua famosa cattedrale. Secondo la tradizione, questo monumento custodisce i resti dell'apostolo Giacomo, rinvenuti nel IX secolo. Solo dal 1993 sono stati però riorganizzati i “cammini” che erano caduti in disuso e che ora conducono ogni giorno 3mila persone alla cattedrale.
Santiago de Compostela è una città molto viva, con tanti altri motivi che affascinano il turista, che sia un pellegrino o meno: innumerevoli ristoranti e bar in cui assaggiare gli squisiti frutti di mare della Galizia, un centro storico dichiarato patrimonio mondiale dall'UNESCO, proposte d'arte contemporanea... Sono molte le attività da svolgere in questa città, che combina la sua storia con un lato più giovane e moderno. Con 100mila abitanti il polo universitario ospita 25mila studenti. Il suo nome deriva dal fatto che una stella avrebbe indicato dove era sepolto l’apostolo Giacomo e lì fu costruita la cattedrale, fulcro della città.
La Cattedrale di Santiago de Compostela
La cattedrale di Santiago è il punto d'arrivo del viaggio dei pellegrini e la sua monumentalità si erge degna di tale onore. Pur essendo un'opera di riferimento del romanico, in essa confluiscono numerosi stili architettonici.
La costruzione della cattedrale fu avviata nel 1075, sotto il regno di Alfonso VI e su richiesta del vescovo Diego Peláez. Fu edificata sotto la direzione del Maestro Esteban sui resti di antiche chiese erette in onore del santo. Presenta pianta a croce latina con tre navate e una superficie di circa 8300 metri quadrati. I numerosi interventi di ampliamento nel corso del tempo hanno determinato la presenza di diversi stili architettonici (romanico, gotico, barocco, plateresco e neoclassico).
Capo Finisterre: alla fine del mondo
Gli antichi romani pensavano che questo fosse il punto più occidentale della terra, e quindi, che il mondo finisse qui. Era il "finis terrae" fine della terra. Per quale ragione qualcuno vorrebbe giungere alla fine del mondo? Forse perché Cabo Fisterra (Capo Finisterre) nasconde il vero segreto della Costa da Morte: paesaggi selvatici e spiagge impressionanti, le une dalle acque tranquille, perché al riparo dal Cabo, e le altre con forti mareggiate come il Mar de Fóra, una delle spiagge più selvagge della Galizia. E la grande attrazione di tutti i tempi, il tramonto sull'immensità dell'oceano, il mare della fine del mondo.
Sia per curiosità che per vivere un'avventura, Cabo Fisterra è stato, sin dai tempi più antichi, una calamita capace di attirare i viaggiatori provenienti dai paesi più lontani ed anche, molte navi che, sfortunatamente, naufragarono nelle sue acque.
Oggi, con il suo potente faro, Cabo Fisterra continua ad esercitare una forza di attrazione speciale sui pellegrini del Cammino di Santiago, che in alcuni casi non considerano terminato il viaggio se non quando arrivano qui.
Il faro di Capo Finisterre in Galizia
Si tratta deI faro situato più ad ovest dell'Europa, con una torre ottagonale, la casa del guardiano del faro e una Piazza che rende omaggio al generale San Martín, chiamata, piazza della Repubblica Argentina. Si dice che durante le giornate limpide si riesce a vedere la frontiera con il Portogallo. È vicino al faro di Capo Finisterre che finisce il cammino.
È conosciuto da tutti i naviganti del mondo, per la sua importanza in quanto mezzo di segnalazione di una costa estremamente pericolosa (la sua luce raggiunge i 65 km di lunghezza), oltre che per la fama che hanno le acque insidiose di questa zona marittima.
Da qui si scoprono panoramiche impressionanti, dell'infinità dell'oceano, così come della Ría de Corcubión e della Costa de Carnota, sulla quale risalta il complesso granitico dei montes de O Pindo.
La Coruña in Galizia
La penisola sulla quale sorge la Ciudad Vieja (centro storico) accoglie, oltre alla torre d’Ercole che rappresenta uno dei simboli della città, un interessante complesso romanico di strade, piazze e chiese medievali.
L’Aquarium Finisterrae, il Domus e il Museo della Scienza sono alcuni degli spazi che mostrano il volto più moderno e divertente di A Coruña, che offre una delle sue immagini più belle nelle ampie spiagge di Riazor e Orzán. Il tutto condito da una gastronomia rinomata in tutto il mondo, contraddistinta dall’eccellenza dei prodotti del mare e le carni provenienti dall’entroterra della provincia. Di interesse le pareti dei palazzi del centro storico sono terrazzi totalmente finestrati (bianchi) per tenere lontana l’umidità che qui è molto presente tutto l’anno.
La torre di Ercole a la Coruña in Galizia
È uno dei fari romani in funzione più antichi del mondo. La torre d'Ercole si trova tra l'insenatura di Orzán e il golfo Ártabro. È un faro romano dell'antica Brigantium. Risale al II secolo d.C., all'epoca di Traiano, e fu ristrutturato nel 1788 per ordine del re Carlo IV. Fu opera dell'architetto lusitano Cayo Sergio Lupo.
Ha pianta quadrata, misura 68 metri e la luce che emana si scorge in mare da una distanza di 32 miglia. La torre è suddivisa in tre parti progressivamente più strette fino ad arrivare alla lanterna. Bisogna salire un totale di 242 scalini per raggiungere la parte più alta del faro, ma lo sforzo vale la pena perché consente di ammirare un magnifico panorama sulla città e la costa di A Coruña. Secondo la mitologia, Ercole tagliò la testa di Gerione ed eresse il monumento sul luogo in cui ne aveva sepolto i resti mortali.
Lugo in Galizia con le mura romane patrimonio dell'umanità
Lugo, situata nell’entroterra sulle rive del fiume Miño, è il capoluogo di provincia della Galizia in cui la civiltà romana ha lasciato la testimonianza più importante. Il massimo esponente del lascito romano nella città sono le mura. Costruita tra il III secolo e gli inizi del IV d.C. in quello che all’epoca era chiamato Lucus Augusti, questa costruzione in pietra è riuscita a sopravvivere nei secoli e continua ad essere l’elemento architettonico che caratterizza il profilo della città, segnando il confine tra il centro storico e la zona di più recente costruzione. La particolarità di questa fortificazione millenaria e il suo buono stato di conservazione le hanno permesso di diventare l’unica muraglia romana dichiarata Patrimonio dell’Umanità. E salire su questa imponente costruzione, di circa 10 metri di altezza, e passeggiare lungo i suoi 2.266 metri di perimetro è una maniera interessante di conoscere quest’urbe. Da qui è possibile ammirare il centro storico che si nasconde proprio dietro le mura.
Castro de Viladonga, i resti preromani a Lugo
La visita di Castro de Rei, immerso in un ambiente naturale di grande bellezza, permette di approfondire la cultura degli insediamenti e delle fortificazioni pre-romane tipiche della Galizia. Il centro storico è stato dichiarato Bene di Interesse Culturale.
Le strade del centro storico di Castro de Rei sono un bell'esempio del tracciato urbano caratteristico dei paesi e dei villaggi del territorio di Lugo denominato Terra Chá. Nella parte alta della località si trovano le vestigia del primitivo insediamento della cittadina. Nelle vicinanze si possono ammirare i resti del castello medievale costruito nel XVI secolo. Di questa fortezza si conservano parte degli elementi difensivi e le mura di cinta. La zona di Castro de Rei è popolare per i rinvenimenti archeologici e i numerosi villaggi fortificati esistenti. Uno dei più conosciuti è il Castro di Viladonga. Le sue strutture comprendono anche un museo, la cui esposizione rappresenta il perfetto completamento della visita.
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Alberto Lupini
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