Terre d’Oltrepò, il bilancio sorride «Avanti con qualità e sostenibilità»

Il presidente Andrea Giorgi ha delineato le linee guida per il futuro. Al Merano Wine Festival la presentazione dei prodotti d’alta gamma, frutto della collaborazione con Cotarella . Nel 2018 sono raddoppiati i conferimenti, passati da 270mila a 500mila quintali; verso un'annata di qualità anche per il 2019

30 ottobre 2019 | 10:06
di Stefano Calvi
Bilancio sano per il colosso Terre d’Oltrepò. Il presidente Andrea Giorgi ha fatto il punto della situazione sul bilancio al 30 giugno 2019 nel corso della recente assemblea dei soci al teatro Carbonetti di Broni. Un appuntamento particolarmente sentito per i componenti della cantina più grande della Lombardia: il numero uno ha delineato le nuove strategie di mercato.

L'azienda punta sulla qualità e la collaborazione con Riccardo Cotarella

A partire dalla nuova linea di prodotti di alta gamma, firmati La Versa, messi sul mercato grazie alla stretta collaborazione tra la cantina e l’enologo di fama internazionale, Riccardo Cotarella. Prodotti che saranno già presentati venerdì 8 novembre, dalle 15, all’area espositiva del Merano Wine Festival. «L’esercizio economico - spiega il numero uno di Terre d’Oltrepò, Andrea Giorgi - si chiude con un risultato positivo di quasi 60mila euro. Complessivamente il corrispettivo riconosciuto ai soci è stato di 27,4 milioni di euro contro circa i 16,5 dello scorso esercizio, con quindi un incremento del 66%. Il risultato positivo è stato conseguito mantenendo un attento controllo dei costi, valorizzando il rapporto con i clienti sia per le bottiglie che per il vino sfuso».

Riccardo Cotarella e Andrea Giorgi

Andrea Giorgi fa il quadro generale al di là delle cifre del bilancio disegnando l’andamento del mercato in cui opera la cantina, la più grande della Lombardia. «L'annata 2018 - spiega - è stata contrassegnata da un eccezionale aumento dei conferimenti che sono ammontati a oltre 500.000 quintali rispetto ai circa 270.000 del precedente esercizio. Il raccolto è stato eccezionale in quasi tutti Italia ed è in linea con la situazione generale. Il fattore produttivo unito ad una domanda costante ha causato una diminuzione del prezzo dei vini che ha toccato il proprio minimo nell’estate del 2019. Come da sempre negli ultimi trent’anni la nostra cantina è stata impostata solo per la produzione del vino sfuso e solo da due anni stiamo riconvertendo la produzione verso segmenti di mercato diversi a partire dalle bottiglie. Spingeremo maggiormente sull’acceleratore su questo percorso con le future linee realizzate dall’enologo Cotarella. Purtroppo la strada è stata intrapresa con decenni di ritardo e quindi oggi, nonostante i cambiamenti messi in atto dopo il nostro insediamento, subiamo le oscillazioni del mercato dello sfuso che ad oggi risulta ancora essere il mercato prevalente per la nostra società».

Il miglioramento del posizionamento della cantina sul mercato è avvenuta cercando di puntare sui valori della qualità, della sostenibilità, della modernizzazione del rispetto e della reputazione. «Sono queste le leve che riteniamo essere adatte a portare maggior remunerazione ai soci - conferma il presidente Giorgi - Riteniamo di dover valorizzare maggiormente i nostri prodotti spingendo di più nei settori dove la marginalità è superiore. Il piano industriale iniziato si è concentrato sulla specializzazione dei siti produttivi: a Broni abbiamo voluto dare una marcia in più come grande centro di raccolta, l’imbottigliamento del vino presso la cantina di Casteggio e l’imbottigliamento degli spumanti ovviamente a Santa Maria della Versa.

Il piano ha previsto l’acquisizione del brand La Versa, icona della spumantistica italiana, dotata di un buon impianto di imbottigliamento e soprattutto di un marchio che è l’unico presente sul territorio che ha una riconoscibilità immediata per il consumatore. Ad oggi i soci sono 651. Giorgi si focalizza sul ruolo mutualistico della cantina: «La nostra cooperativa è quella che indiscutibilmente ha un rapporto mutualistico irraggiungibile da parte degli operatori del settore. Numeri alla mano è l’unico vero produttore di filiera che trasforma principalmente l’uva dei soci. Nel corso dell’esercizio la cantina si adoperata per incontrare l’esigenza dei soci, ma non può prescindere dall’interesse collettivo delle cantine nel suo complesso che comprime naturalmente quello dell’individuo per il perseguimento dell’obiettivo comune».

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Alberto Lupini


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