La Svizzera si conferma un mercato importante per il Consorzio Garda Doc

Dopo tre anni di presentazioni dei suoi vini a Lugano, il Garda Doc è ritornato in Svizzera, ma questa volta a Zurigo. La motivazione sta in alcuni numeri interessanti per quanto riguarda l'export dei vini del Consorzio

13 novembre 2023 | 18:39
di Rocco Lettieri

Il Consorzio Garda Doc, dopo tre anni di presentazioni dei suoi vini a Lugano, il mese scorso è ritornato ancora in Svizzera, ma questa volta a Zurigo. La motivazione sta in alcuni numeri interessanti per quanto riguarda il rapporto di esportazione di questi vini. Infatti, il mercato svizzero, che per i vini italiani muove annualmente un giro d'affari di oltre 400 milioni di euro, mostra un buon dinamismo, considerando tra l'altro che la dinamica generale delle esportazioni vinicole nazionali è apparsa più sostenuta, con un più 11% in valore registrato tra il 2021 e il 2022. Quello elvetico si conferma pertanto un mercato di alto profilo qualitativo, con etichette di pregio che, ormai da diversi anni con una crescente attenzione verso vini naturali e biologici. 

Presenti a questo incontro Carlo Alberto Panont, enologo e consulente di lunga carriera, che ha scelto Zurigo per una masterclass di profilo tecnico aperto ad operatori del settore, innanzitutto i soci dell'Associazione svizzera dei Sommelier con in testa il loro presidente Aurélien Blanc ed Elio Frapolli, loro coordinatore per queste manifestazioni, presentando undici tra le qualificate etichette Garda Doc al fine di poter intercettare importatori, distributori e wine lovers della Svizzera.

Garda Doc, il presidente Fiorini sull'obiettivo del Consorzio

Un modo di dialogare con le aziende senza fare compromessi come ha scritto il presidente del Consorzio Garda Doc, Paolo Fiorini, nel suo saluto impossibilitato ad essere presente per fine vendemmia: «L'idea di fondo che ci accompagna da tempo è quella di poter creare un forte aggancio ai vini del Garda Doc, alle sue bollicine e ai suoi vini varietali del comprensorio del Lago di Garda che, da zona prettamente turistica, ha tutte le carte in regola per essere nel tempo riconosciuta anche come terra di grandi vini a livello internazionale. Ed è in questa direzione che stiamo lavorando: la bellezza di questi luoghi, la luminosità, il clima unico, i suoli variegati e l'idea di una vacanza, diventano, infatti, tratti distintivi di un racconto pieno di suggestioni».

Dieci zone vinicole storiche sul Garda sono confluite sotto una denominazione comunale Garda Doc. Un marchio ombrello che ha riunito le diverse tipologie di vini gardesani: spumanti, bianchi, rosati, rossi, vini da dessert. Una produzione annale che ha superato lo scorso anno circa 21 milioni di bottiglie. La viticoltura dei territori del Garda Doc si estende principalmente su suoli di agglomerati “morenici” che sono in genere pietrosi, ricchi di scheletro, fortemente calcarei. Nella maggior parte dei casi sono moderatamente profondi e presentano una scarsa trattenuta dell'acqua a causa della tessitura grossolana e della debole strutturazione.

La carta dei suoli del Consorzio Garda Doc

Per illustrare al meglio queste tipologie di terreni è stato proiettato un filmato realizzato dall'Agency Kondoo di Varese, "La carta dei suoli", un modo innovativo con cui il Consorzio ha scelto di divulgare la prima carta interregionale dei suoli della sua Doc. Il pedologo Giuseppe Benciolini, specialista in rilevamento ed elaborazione delle carte dei suoli ha detto che «questo territorio, racchiude al suo interno diversi tipi di suolo che sono a loro volta derivati dalla grande varietà di processi geologici e di modellamento geomorfologico che hanno interessato il continente negli ultimi milioni di anni».

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Alberto Lupini


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