Sicilia Doc, masterclass e degustazioni per celebrare i vini dell'isola
Le masterclass “Sicilia Doc Collection” hanno esplorato i vitigni simbolo dell'isola, presentando dati sulla produzione e la crescita sostenibile, dal Nero d'Avola al Grillo, fino a Inzolia e Zibibbo
Tra gli appuntamenti che hanno arricchito quest'anno il programma di “Sicilia Doc Collection”, molto interessanti sono state le due masterclass dedicate ai vitigni dell'Isola, che hanno rappresentato anche l'occasione per il Consorzio di Tutela di evidenziare numeri e dati della Denominazione d'Origine Controllata. La prima degustazione guidata si è tenuta mercoledì 30 ottobre all'Hotel Federico II di Palermo, direttamente con le relazioni del presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, Antonio Rallo, e dell'enologo Giovanni Di Giovanna. “The Excelence of Grillo, Lucido e Nero d'Avola”, questo il tema di approfondimento sui tre vitigni che rappresentano l'espressione stessa della Sicilia enoica.
Doc Scilia, i numeri
Ad illustrare i numeri del Consorzio e della viticoltura nell'Isola è stato lo stesso presidente Antonio Rallo, inaugurando i lavori. Dalla nascita della Denominazione, nel 2011 e dalla sua costituzione, nel giugno 2012, il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia ha lavorato ininterrottamente per la valorizzazione e la tutela della produzione enologica isolana, per la sua promozione e vigilanza. Una realtà che oggi conta 27 mila ettari e che fa dell'Isola, il vigneto biologico più grande d'Italia, con i suoi 29 mila ettari che, sommati ai 15 mila ettari di agricoltura integrata, sono quel bacino di 44 mila ettari totali di vigneto sostenibile, che solo la Sicilia può contare in tutto il mondo. Un'Isola, dunque, sostenibile per natura. Altro aspetto da tenere in considerazione, la vendemmia, che in Sicilia è lunghissima (circa cento giorni), con periodi diversi tra la parte occidentale e quella orientale della regione e con tante varietà e biodiversità. Un “continente vitivinicolo”, come più volte è stata definita, con vigneti in riva al mare, collinari e montani, fino a mille metri di altitudine. Oggi nell'Isola sono 7.200 i viticoltori che partecipano al progetto Doc Sicilia, con 530 imbottigliatori. Più di 85 milioni sono state le bottiglie prodotte nel 2023. Negli ultimi anni, secondo le statistiche illustrate dal presidente, i vini rossi, come il Nero d'Avola, hanno perso un po' di mercato. Il vitigno principe rosso della Sicilia, infatti, nei primi 8 mesi del 2024 paga un -11% rispetto al 2023, con poco più di 25 milioni di bottiglie. Per il Grillo, invece, nel 2023 sono state circa 23 milioni e mezzo le bottiglie prodotte, con una crescita notevole. Un vitigno che si sta affermando, quello a bacca bianca, anno dopo anno. Nei primi 8 mesi del 2024, con i tassi d'interesse che si sono alzati, si registrano +17 milioni di bottiglie, con un +3%.
Doc Sicilia, come valorizzare l'isola
È stato poi l'enologo Giovanni Di Giovanna a guidare i giornalisti presenti, italiani e stranieri, lungo il percorso affascinante della prima masterclass dedicata ai tre vitigni simbolo dell'Isola, spiegando come il Lucido (o Catarratto) sia uno dei vitigni autoctoni più antichi e più coltivati in Sicilia. Era usato prevalentemente per produrre il Marsala, ma poi fu scalzato dal “fratello” più giovane Grillo, vitigno di recente diffusione, che sembra risalire al 1873, nella sua prima citazione. Storicamente e principalmente si è diffuso nel Trapanese e ultimamente si sta diffondendo anche in altre zone della Sicilia. Capitolo a parte, poi, per il Nero d'Avola, vitigno principe a bacca rossa dell'Isola, la cui maggiore diffusione è nella Sicilia sud-orientale. Tre sono i biotipi distribuiti nella regione: biotipo A, che dà vini più alcolici, più strutturati e più fruttati; biotipo B, più diffuso in tutta la regione, che produce vini più semplici, fruttati ma più giovanili, che non si prestano molto bene all'affinamento; infine, il biotipo C, presente di più nella parte orientale, con vini di media alcolicità.
Anche nella seconda giornata di degustazioni, sempre all'Hotel Federico II di Palermo, l'attenzione degli organizzatori è stata focalizzata sui vitigni rappresentativi: Inzolia, Zibibbo (o Moscato di Alessandria), Perricone (o Pignatello), Frappato, con la masterclass sul tema: “Beyond the classics: Sicilia Doc's other native wines”, guidata dall'enologo Giuseppe Figlioli, consigliere del CdA del Consorzio. Ancora una volta, è stata sottolineata la figura di una Sicilia più “continente” che regione vitivinicola, con le sue armoniose differenze, da zona a zona. La Montagna (che occupa il 24,4% della produzione), la collina (il 61,4%), la pianura (14,2%) ed un parco varietale diversificato e variegato, che può produrre grandi diversità. Prodotti che incontrano tutti i gusti e le preferenze dei consumatori, consegnando un futuro certo al vigneto Sicilia.
In tale contesto, sono stati riportati anche i numeri legati ai vitigni trattati. L'Insolia è un vitigno presente in tutta la Sicilia, con 4.400 ettari (dati 2022), principalmente nella Sicilia occidentale, presente in etichette sia Doc che Igt. Vengono prodotti Insolia sia di breve, di medio e di lungo affinamento. Lo Zibibbo fa parte della famiglia del Moscato ed è presente con 2.825 ettari in Sicilia. Il Perricone è un vitigno storico siciliano, coltivato non tantissimo, oggi con soli 533 ettari (dati 2022) e per questo considerato un vitigno “storico”, da poco recuperato da una probabile scomparsa. Oggi è prodotto in diverse versioni, dal rosato ai vini di pronta beva, fino a vini da lungo affinamento. Infine, il Frappato, con l'origine non certa e il forte legame con la città di Vittoria, nel Ragusano. Oggi sono 1.030 gli ettari coltivati in Sicilia, soprattutto tra Siracusa e Ragusa.
Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia
Via Aurelio Drago 38 - 90129 Palermo
Tel 091 6486238
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