Printemps des Arts di Monte-Carlo all'insegna della terra, fra suoni e sapori

Il Printemps des Arts celebra i 40 anni con eventi originali che uniscono arte, musica e gastronomia con lo chef Yannick Alléno e il violinista David Haroutunian protagonisti di una performance all'Hôtel Hermitage

23 aprile 2024 | 08:30
di Giuseppe De Biasi

La presenza al Printemps des Arts di Monte-Carlo di uno dei più grandi chef al mondo come Yannick Alléno, un mito della cucina francese con il suo parigino Pavillon Ledoyen, struttura indipendente più stellata al mondo, ci consente in questo spazio una digressione fra le assonanze rituali di cibo, vino e musica.

Affinità che hanno visto dialogare, nella meravigliosa cornice della Salle Belle Époque dell'Hôtel Hermitage di Monte-Carlo, il 55enne maestro francese con il virtuoso violino di David Haroutunian.

Fra percezioni gustative e sonore la performance a quattro mani ha rappresentato uno dei tanti eventi originali, assemblati dall'esperto direttore artistico Bruno Mantovani, per festeggiare, dal 13 marzo al 4 aprile, il quarantennale del Printemps des Arts.

Armonie di natura e arte: il Printemps des Arts celebra il quarantennale

Nel weekend di apertura, visto il tema scelto quest'anno, il rapporto fra uomo e natura, evidenziato fin dal titolo “Chants de la Terre”, si è potuto assistere al poetico sogno ecologico del film di Wim Wenders e Juliano Ribeiro SalgadoLe Sel de la Terre, seguito da momenti artistici che hanno invitato, per dirla con le parole della principessa Caroline di Monaco, “…a percepire ciò che è prezioso, raro, fragile nel mondo che ci circonda”. E in questo sottile fil rouge il cartellone ha spaziato fra generi, epoche musicali e multidisciplinarietà artistica spostandosi nei luoghi più suggestivi del Principato.

Printemps des Arts di Monte-Carlo tra passato, presente e futuro

Sempre all'insegna di un'idea innovativa. Come quella che ha associato l'Ensemble Gilles Binchois e il sassofono contemporaneo di Sandro Compagnon dialogare fra le Sequenze di Luciano Berio e il Requiem del maestro più rappresentativo della scuola rinascimentale fiamminga, Johannes Okeghem.

O come la prima mondiale di Opéra di Sophie Lacaze, partitura da camera ispirata alla cultura aborigena australiana con riflessioni sull'incerto destino ecologico del nostro pianeta, con Bruno Mantovani nel ruolo di direttore d'orchestra dell'Ensemble Orchestral Contemporain.

Insomma, un degno quarantennale da festeggiare, per rimanere in tema monegasco, magari con un leggiadro Rosé Côtes de Provence Baron de Monte-Carlo, griffe enologica di Christian Louis de Massy, figlio della principessa Antoniette di Monaco.

Atri articoli della rubrica "Giri di vite" sono disponibili sul sito www.giuseppedebiasi.wine

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