Passato, presente e futuro in una bottiglia di Nobile di Montepulciano

Ci sono vini che attraversano i secoli, segnano la letteratura, entrano nei dizionari: il vino Nobile di Montepulciano appartiene a questo club assai esclusivo. Il Consorzio si è raccontato a Milano

07 ottobre 2022 | 19:00
di Guido Gabaldi

Ci sono vini che attraversano i secoli, segnano la letteratura, entrano nei dizionari: il vino Nobile di Montepulciano appartiene a questo club assai esclusivo, e il Consorzio omonimo ha scelto Milano, e precisamente il ristorante DaDa in Taverna vicino alla storica Torre dei Morigi, per dare un segnale forte al mercato e agli appassionati. Questo il messaggio: abbiamo quasi settecento anni di storia da condividere in un bicchiere di rosso; o forse di più, ché il computo potrebbe anche superare il millennio, a seconda dei punti di vista. Vero è, infatti, che un documento del 1350 riporta le clausole per il commercio e l'esportazione del vino di Montepulciano; tuttavia, alcuni considerano come pietra miliare l’offerta alla chiesa di san Silvestro, dal parte del chierico Arnipert, di un pezzo di terra coltivata a vigna posto nel castello di Policiano: e siamo nel 789 d.C.

Nobile Docg, una delle denominazioni più prestigiose al mondo 

E valicando le epoche fino al 1980, vale la pena ricordare che in quell’anno il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste (la denominazione vintage dice tutto) rilasciava al Nobile di Montepulciano la prima fascetta che identificava una denominazione vinicola come "garantita": la prima DOCG, in altre parole. Si apriva così una nuova era per il vino italiano. Nel 1980 furono 450mila le bottiglie di Nobile DOCG, che oggi rappresenta una delle denominazioni italiane più prestigiose al mondo.

Nobile di Montepulciano "Pieve" 

«I secoli alle spalle sono fondamentali per riorientarsi e ripartire - sottolinea il Presidente del Consorzio del Nobile Andrea Rossi nel corso dell’evento milanese - dopo i momenti terribili della pandemia. I segnali ci sono già nel 2021: sono state infatti commercializzate 6,8 milioni di bottiglie di Vino Nobile DOCG (+21,4% rispetto al 2020) e 2,6 milioni di Rosso di Montepulciano DOC (+6,4% rispetto al 2020). Circa 65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Una cifra importante, per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale intorno a 2.000 ettari sono vitati. Di questi 1.210 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano,  305 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano. E siccome abbiamo parlato di ripartire, pensiamo sia il momento di presentare alla stampa milanese il nuovo progetto del Consorzio, il Nobile di Montepulciano “Pieve”:  sono già in cantina le annate che verranno. Hanno aderito al progetto oltre 40 aziende, che con la vendemmia 2021 hanno selezionato una partita di Nobile atto a divenire “Pieve”. Circa 500mila le bottiglie previste in uscita per la prima annata disponibile (la 2024), pari al 10% circa della produzione di Nobile. Rispetto allo scorso anno, data di presentazione del disciplinare, dopo la delibera positiva da parte della Regione Toscana il Consorzio aspetta l’ok definitivo dal Comitato Vini del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.  Il vino avrà come fondamentali il territorio e le sue 12 sottozone (Unità geografiche aggiuntive - Uga), che saranno accompagnate dalla menzione “Pieve” in etichetta. La scelta dei toponimi territoriali – riferibili a quelli delle antiche pievi in cui era suddivisa l’area fin dall’epoca tardo-romana e longobarda – nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico ed enologico che ha interessato le aree consorziate: l’obiettivo è fondere nella stessa bottiglia passato, presente e futuro del nostro vino». 

 

 

Sostenibilità certificata 

Ma il Nobile “Pieve” non è l’unico blocco di partenza per lo scatto in avanti della denominazione: il Consorzio punta con forza sulla sostenibilità, dato che il distretto del  Vino Nobile di Montepulciano è ora il primo in Italia ad aver ricevuto la certificazione di sostenibilità secondo lo standard Equalitas. Elaborato dall’omonima società italiana controllata da Federdoc, lo standard Equalitas è studiato espressamente per il settore vitivinicolo ed è tra i più all’avanguardia a livello internazionale, l’unico a prevedere anche la certificazione delle denominazioni di origine. Un protocollo molto impegnativo, che implica il rispetto di un numero elevato di requisiti ambientali come la misurazione dell’impronta carbonica e dell’impronta idrica, ma anche socio economici, come la verifica del rispetto delle libertà sindacali e delle pari opportunità. Si aggiungono il raggiungimento di obiettivi progressivi e la stesura di un bilancio di sostenibilità nel quale presentare e comunicare i risultati ottenuti. 

Il Consorzio gestisce una pianta secolare e vetusta, certo, ma quando le radici sono così profonde non c’è da temere troppo la siccità e il vento forte: le condizioni per germogliare ancora ci sono tutte, e la consapevolezza dei membri del Consorzio del vino Nobile di Montepulciano è la miglior garanzia per secoli a venire di grandi vendemmie.

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Alberto Lupini


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