Parte dal Pugnitello il nuovo poker d'assi toscano della Cantina San Felice

La tenuta senese di Castelnuovo Berardenga propone la linea "Vitiarium" per l'alta ristorazione puntando su vitigni autoctoni e aumentando la proposta di Chianti Classici di fascia elevata. Tra tradizione e innovazione : Pugnitello Toscana IGT 2021, Borgo Chianti Classico DOCG 2022, La Pieve Chianti Classico DOCG Gran Selezione (quest’ultimo disponibile da luglio) 2021 e In Avane Chardonnay Toscana IGT 2022

24 maggio 2024 | 20:53
di Alberto Lupini

L’obiettivo era chiaro: rappresentare al meglio un territorio per molti versi “magico” (le colline senesi di Castelnuovo Berardenga, una delle zone di maggiore interesse per il Chianti Classico) grazie a vini che non fossero scontati e che aggiungessero valore ai già alti livelli dei vini simbolo della tenuta San Felice, come il Chianti classico riserva Il Grigio - l’etichetta più famosa - il Poggio Rosso - il primo Chianti classico gran selezione da una singola vigna - e il Vigorello, il primo supertuscan nato nel 78. Da qui la scelta di puntare su un vitigno autoctono che rischiava di essere perso (il Pugnitello, di cui in tutta la Toscana ci sono 35 ettari di vigneto, di cui 12 da San Felice) per farne il perno di una nuova linea destinata all’alta ristorazione, “Vitiarium”, dal nome dell’area dove sono coltivate circa 200 varietà di viti che San Felice tutela e studia.

La cantina del gruppo Allianz (che produce circa 700mila bottiglie con quasi 160 ettari vitati - oltre all’Evo da 23mila ulivi - ed è attigua all’omonimo resort 5 stelle lusso), da sempre incarna lo spirito autentico della Toscana, distinguendosi per la sua visione pionieristica e l'attenzione alla tradizione. E anche stavolta l’innovazione che la contraddistingue ha fatto centro: i 4 vini della linea “Vitiarium” sono assolutamente di alto livello e possiamo confermare il giudizio positivo che già avevamo espresso in occasione della presentazione ufficiosa a Vinitaly. In questo caso si può aggiungere che la scommessa è stata vinta alla grande visto l’impegnato menù a cui i vini sono stati abbinati da Horto (1 stella Michelin). Anzi, è stata una gara di piacevolezza e qualità fra gli ottimi piatti e le altrettanto valide etichette, risoltasi in un pareggio.

I quattro vini della linea "Vitiarium" di San Felice

Ma vediamo nel dettaglio i 4 vini della linea “Vitiarium”, che si pesentano con uno studio di belle etichette studiate per San Felice da Federica Cecchi, architetto e wine designer. Le 4 etichette raccontano 4 diverse storie nate per far viaggiare il consumatore o anche il sommelier, affascinandolo con la loro narrazione fatta di parole, segni, colori e … gusto del vino. Ricordiamo che al momento i vini sono disponibili in cantina o (fino a giugno) on line da Tannico.

  • Pugnitello Toscana IGT 2021
  • Borgo Chianti Classico DOCG 2022
  • La Pieve Chianti Classico DOCG Gran Selezione (quest’ultimo disponibile da luglio) 2021
  • In Avane Chardonnay Toscana IGT 2022

Pugnitello Toscana IGT 2021

Partiamo dal Pugnitello perché, come detto, è un po’ il fulcro di questa riscoperta di vitigni autoctoni. Questo vino è il frutto di un lungo lavoro di ricerca e recupero del vitigno omonimo, un'antica varietà toscana riscoperta e valorizzata grazie alla collaborazione con le Università di Firenze e Pisa. Un lavoro in corso per altri vitigni di cui si stanno studiando i Dna (per almeno una quindicina). Questo vino si distingue per il suo colore rosso rubino intenso e un bouquet complesso con note di cannella, chiodi di garofano, confettura di frutti di bosco e tabacco. Matura in botti per 18/20 mesi e poi per altri otto mesi in bottiglia e si presenta armonico ed elegante. Al palato, è vellutato e sapido, perfetto con primi piatti a base di ragù di carne, arrosti e carni bianche. Da Horto si è integrato perfettamente con la delicatezza e sapidità, non scontate di Gnocchetti di patate, crema di aglio orsino e battuta di agnello.
Prodotto per 7mila bottiglie in enoteca costa 48 euro. L’etichetta richiama i filari di vitigni autoctoni del Vitiarium.

Il Pugnitello rappresenta di fatto un upgrade di un’etichetta già prodotta dal 2006, da vitigni in crescita dall’87. E proprio la degustazione della prima annata e di un 2010 (straordinario) ne ha confermato l’alta qualità. Si sono acompagnati a Diaframma di manzo con Pak Choi e maionese alla salvia.

Un vitigno più che interessante che ora San Felice utilizzerà al posto del Sangiovese nel supertuscan Vigorello prodotto nella tenuta di Bolgheri. C’è fra l’altro da tenere presente che il Pugnitello è una scelta assolutamente coerente con la ricerca enologica per fare fronte ai cambiamenti climatici. Il vitigno, in un territorio sempre più “arido”, ha infatti il vantaggio che viene vendemmiato nella prima settimana di ottobre. Un tempo non veniva coltivato proprio perché maturava troppo tardi ed aveva una resa troppo bassa.

Borgo Chianti Classico DOCG 2022

Il Borgo Chianti Classico DOCG 2022 è un altro vino che racconta l'anima di San Felice. In questo caso il Pugnitello entra come taglio al 10% del Sangiovese e assicura forza e linearia. Si tratta di un vino elegante, fresco, equilibrato ed immediato, assolutamente piacevole per le nostre di frutta rossa. Ideale per primi piatti ricchi e carni rosse. Nella presentazione milanese si è rivelato un successo a fianco di un incredibile Toast di animelle e salsa bernese con cui lo chef Alberto Toè dimostra di ben meritare anche la stella verde.

Il vino, vinificato in acciaio, affina per 12 mesi in botti grandi da 100 ettolitri, a conferma della scelta stilistica dell’enologo Leonardo Bellaccini di puntare sul legno per dare eleganza ai vini rossi. Le vigne hanno fra i 25 e i 30 anni e sono attorno al borgo che viene raffigurato nell’etichetta. Prodotto per circa 60mila bottiglie è in vendita a 24 euro in enoteca.

La Pieve Chianti classico DOCG gran selezione 2021

Con la Pieve, San Felice aggiunge una nuova selezione che rappresenta il vertice della qualità della nuova linea. gamma di San Felice. Il vino (dopo i necessari 24 mesi in legno e 8 in bottiglia) sarà disponibile solo da luglio, ma già ora dimostra la forza e la voglia di durare nel tempo, nonché una sua precisa identità. Si tratta di un vino per le occasioni speciali dove il Chianti Classico gran selezione è il giusto compagno di piatti di alta cucina di carne. Nel caso della degustazione da Horto si è sposato con Ravioli ripieni di midollo, pastinaca e porro. 

L’etichetta richiama il decoro policromo dell'antica Pieve del 714 presente nel borgo di San Felice. Prodotto per 20mila bottiglie è in vendita in enoteca per 40 euro.

In Avane Chardonnay Toscana IGT 2022

E dopo i rossi la sorpresa di un grande bianco. Curioso e quasi esotico il nome "In Avane" che deriva dall'etrusco "Avenal" che ha lasciato storia e cultura nel territorio di San Felice. Parliamo di un vino che viene realizzato in prevalenza di Chardonnay, fermentato in parte in acciaio e in parte di botticelle da 15 ettolitri, ed è una delle migliori espressioni dei bianchi toscani. Sentori di agrumi e fiori bianchi e freschezza e sapidità sono le sue caratteristiche che ne favoriscono l’abbinamento a primi piatti leggeri, carni bianche e sushi. Alla presentazione milanese accompagnava alla grande una Tartelletta con tartare di trota e Koji.

L'etichetta è uno schizzo ad acquarello basato sul vino. Prodotto in 15 mila bottiglie in enoteca costa 25 euro.

Belcaro vin Santo Chianti classico Doc 2012

Per chiudere la presentazione dei nuovi vini non poteva mancare uno dei simboli della tradizione toscana, Vin Santo. Il Belcaro (1500 bottiglie) è una chicca per San Felice che utilizza i classici caratelli.

La presentazione si giustifica col fatto che l’etichetta che rappresenta dei graticci per l’appassimento delle uve) fa parte delle nuove etichette della cantina. Destinato ad accompagnare formaggi erborinati o dolci secchi grazie ad una dolcezza misurata, è stato ottimo in abbinamento a Millefoglie e fiori, gelato al Tagete  che merita una citazione particolare per l’equilibrio e l’originalità.

Obiettivi e filosofia della cantina San Felice

La cantina San Felice si è sempre distinta per il suo impegno nella tutela e valorizzazione della biodiversità viticola toscana. Fin dagli anni '80, con la creazione del Vitiarium, un vigneto sperimentale dedicato alla conservazione dei vitigni autoctoni quasi scomparsi, l'azienda ha dimostrato un'attenzione costante alla ricerca e alla sperimentazione. Carlo De Biasi, direttore generale di San Felice, ricorda in proposito come «l'identità di un vino è la sintesi dell'espressione del vitigno, del terroir, dell'annata e della sapienza dell'uomo. Abbiamo voluto esprimere attorno a questi vini la loro precisa identità, anche attraverso la narrazione degli elementi che li caratterizzano e li rendono unici, per immergere il cliente in un viaggio immaginario, creando un legame personale».

La linea "Vitiarium" di San Felice rappresenta da questo punto di vista un equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione, raccontando la storia di un territorio unico attraverso vini di eccezionale qualità. Ogni bottiglia è un capitolo di un libro affascinante, dove la narrazione visiva e quella liquida si fondono per offrire un'esperienza enologica indimenticabile. Con la sua dedizione alla ricerca e alla sostenibilità, San Felice continua a essere un faro di eccellenza nel panorama vitivinicolo toscano, invitando gli appassionati a scoprire e apprezzare le meraviglie del Chianti Classico. Come sottolinea Carlo De Biasi «abbiamo voluto che i nostri vini non solo riflettessero la ricchezza del nostro territorio, ma che offrissero anche un viaggio emozionale, creando un legame profondo con chi li assapora». E la proposta di San Felice, sempre in tema di valorizzazione del Chianti Classico,  si arricchirà presto di altri due Crù importanti, di cui i primo sarà pronto già per ottobre.

Per concludere ricordiamo che l’azienda si completa con la Tenuta Campogiovanni a Montalcino che valorizza 22 ettari a vigneto di cui 14 a Brunello e la Tenuta Bell’Aja a Bolgheri di circa 9 ettari, dove si produce anche un ottimo Vermentino con Pinot Meunier. San Felice è anche l’antico e suggestivo Borgo da cui prende il nome trasformato dal 1992 in un esclusivo e prestigioso albergo diffuso a cinque stelle del circuito internazionale Relais & Chateaux e con un ristorante stellato. 

San Felice
Località S. Felice 1 - 53019 Castelnuovo Berardenga (Si)
Tel 0577 39911

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