Lunelli: «Formula 1? Una sfida vinta. Ora quella della vendemmia 2024»

Matteo Lunelli, ceo del Gruppo Lunelli di cui fa parte anche Ferrari, traccia un bilancio dopo quattro anni di partnership con Formula 1 che hanno portato ad aumento delle vendite soprattutto negli Usa e ad una maggiore brand awarness. Lunelli si è poi soffermato sui temi dei vini low e no alcol, ma anche su una vendemmia 2024 estremamente sfidante

27 agosto 2024 | 16:06
di Mauro Taino

Una bottiglia speciale per un Gran Premio speciale. Ferrari Trento ha presentato una Jeroboam in edizione limitata per l’appuntamento di Formula 1 di Monza, con il weekend di gara in programma dal 30 agosto al 1° settembre. Matteo Lunelli, ceo del Gruppo Lunelli che annovera al proprio interno anche il marchio Ferrari in autodromo ha raccontato questi quattro anni di Formula 1 e gli impatti che la scelta di puntare sul Circus ha avuto sul Gruppo.

Ferrari e Formula Uno, una bottiglia per Monza

Partiamo da questa nuova bottiglia: che caratteristiche, ma soprattutto che significato ha?
Sicuramente ha un significato speciale per Ferrari Trento essere il brindisi della Formula 1 a Monza, perché Monza è il Gran Premio d'Italia e Ferrari è da sempre ambasciatore dell'arte di vivere italiana nel mondo, è un po' il brindisi degli italiani per eccellenza. Quindi è un momento speciale che abbiamo voluto celebrare con una bottiglia, con un nostro Jeroboam di Ferrari Trentodoc speciale, che sarà vestita con la bandiera tricolore in un modo anche molto originale e abbiamo realizzato un numero limitatissimo di queste bottiglie di cui quattro andranno sul podio di Monza e tra l'altro una di queste bottiglie poi verrà firmata dai piloti e andrà all'asta sulla piattaforma di F1 Authentics con il ricavato di quest'asta che andrà appunto a Make-a-Wish Foundation, che è una fondazione che stiamo sostenendo insieme a Formula 1 e che si occupa di dare delle esperienze speciali a dei bambini che hanno delle difficoltà e che sono affetti da gravi malattie. Si tratta di un’annata 2017 quindi ha fatto cinque anni suo lieviti, un Blanc de blancs. Si tratta della nostra Gran Cuvée che dedichiamo alle Jeroboam, un 100% Chardonnay di montagna da uve coltivate sui monti del Trentino ed è ovviamente un Metodo Classico Trentodoc in perfetto stile Ferrari.

 

Proprio la beneficenza è un aspetto chiave di questa partnership con la Formula 1.
Si tratta di un impegno costante: in tutti i Gran Premi la bottiglia di Ferrari Trentococ, una Jeroboam esatta replica di quella che viene aperta sul podio, viene firmata dai piloti vincitori e viene messa all'asta su F1 Authentics. È una tradizione ormai fin da quando abbiamo iniziato il nostro percorso come brindisi ufficiale della Formula 1. In passato ad esempio ricordo che avevamo messo all'asta le bottiglie anche di quel Gran Premio di Imola rinviato a causa dell’alluvione, e il cui ricavato, insieme anche ai trofei di quel Gran Premio, era andato proprio alle vittime dell'alluvione e a finanziare un po' le attività post calamità in Emilia Romagna: era stato un piccolo gesto di sostegno a quel territorio. Abbiamo sempre voluto dare un risvolto anche di attenzione al sociale e alla solidarietà all'interno di questa bellissima esperienza della Formula 1, che è sport, eccellenza, motori. E devo dire che abbiamo sempre trovato sia in Formula 1 che nei piloti la volontà con noi di costruire anche iniziative di questo genere.

Tornando al Gran Premio, cosa significa Monza e più in generale lo sport per Ferrari?
Monza per noi è un luogo speciale, ovviamente come lo è anche Imola da dove fra l'altro il nostro percorso è iniziato nel 2021 dato che il primo podio l'abbiamo proprio fatto al Gran Premio dei Made in Italy e dell'Emilia Romagna. Ricordo, anche, che nel 1982 la nazionale di calcio italiana aveva brindato con Ferrari al Santiago Bernabéu di Madrid quando vinse il Mondiale di calcio. C'è una tradizione di Ferrari nell'essere brindisi di importanti eventi sportivi e non solo, penso ad esempio anche agli eventi istituzionali o culturali, come può essere la mostra del cinema di Venezia dove saremo presenti ad alcuni eventi. Ecco quindi che la partnership della Formula 1 è coerente con questa tradizione perché la Formula 1 e il podio in particolare, è la celebrazione più iconica del mondo dello sport ed è il luogo dove è nata la tradizione di festeggiare con una bottiglia di bollicine. Per noi questa partnership un po' suggella un percorso che ha sempre visto Ferrari essere il brindisi di eventi dello sport. Il nostro è un grande vino da accompagnare a tutto pasto, ma le bollicine e il Trentodoc sono anche un vino perfetto per la celebrazione. Noi siamo orgogliosi di essere il brindisi degli italiani per eccellenza e ambasciatori nel mondo dell'arte di vivere italiana, quindi essere il brindisi della Formula 1 è sempre speciale, ma lo è in modo in particolare a Monza al Gran Premio d’Italia. E quest'anno abbiamo voluto festeggiare questa corsa con questa bottiglia speciale e particolare che poi speriamo abbia anche all'asta anche riesca a raccogliere il più possibile per sostenere questi ragazzi.

Ferrari e Formula 1, una partnership vincente

Ormai è dal 2021 che siete il vino del Circus: che bilancio fa di questi anni?
Sì, dal 2021 siamo il brindisi ufficiale della Formula 1 ed è stata ed è un'esperienza straordinaria, perché con Ferrari i campioni brindano sul podio di tutti i Gran Premi, ma Ferrari viene anche servito nelle migliori ospitalità della Formula 1, a partire dal Paddock Club in tutto il mondo dove Ferrari è l'unica bollicina in esclusiva che viene servita a tutti gli ospiti. Questo per noi è molto importante perché non solo c'è una enorme visibilità di Ferrari sul podio quando i piloti festeggiano, ma abbiamo anche l'opportunità di servire in tutto il mondo Ferrari agli ospiti dei Gran Premi, che sono sempre ospiti di altissimo livello e che vivono Ferrari all'interno della loro esperienza del weekend di gara. Ferrari diventa quindi parte dello show: quello di cui siamo molto fortunati rispetto ad altri sponsor o partner di Formula 1 è che la nostra bottiglia va nelle mani dei campioni e quindi diventa parte dello show, diventa parte dell'evento in modo integrale. Chi poi viene e partecipa all'evento sperimenta Ferrari perché lo può brindare, può godere Ferrari durante tutto il weekend di gara, accostandolo fra l'altro a un cibo di eccellenza. Quella con Formula 1 è una partnership che si basa su valori comuni perché Formula 1 è soprattutto ricerca dell'eccellenza in ogni dettaglio e questo è anche al cuore della filosofia di Ferrari Trento: dietro ogni macchina di Formula 1 c'è una quantità enorme di lavoro per cercare l'eccellenza in ogni singolo dettaglio perché la vittoria in Formula 1 si gioca su micro dettagli e sulla conquista dell'ultimo millesimo, quindi questa filosofia e questo valore della ricerca dell'eccellenza è sicuramente un valore comune. C’è poi il valore anche della tradizione che respiriamo ad esempio a Monza perché queste sono macchine che sono piene di innovazione e di tecnologia, ma questa è pista ha una storia fantastica. E poi c’è la passione che è anche quella che anima noi quando creiamo i nostri vini, è la passione che si respirerà nei prossimi giorni qua a Monza da parte di tutti i tifosi. Credo che una partnership basata su valori comuni sia sempre qualcosa che diventa più forte. Ex post posso dire che abbiamo avuto coraggio a iniziare questa partnership nel 2021 perché noi l’abbiamo discussa e conclusa sostanzialmente nel periodo della pandemia quando non era ovvio che si sarebbe tornati ad eventi con un gran numero di persone. Credo che sia stato un gesto coraggioso quello di scegliere di intraprendere questa partnership che per noi è stato ed è un investimento importante non solo e non tanto in termini economici, ma anche in termini di impegno. Eravamo però confidenti e sapevamo che comunque la convivialità in qualche modo sarebbe tornata ed è stata una scelta vincente, molto positiva e di cui assolutamente siamo molto soddisfatti.

 

In questo senso: quanto ha contribuito a rafforzare l’idea che le bollicine premium possono essere italiane il fatto di aver sostituito lo Champagne in un mondo molto “tradizionalista” come la F1?
Sicuramente la Formula 1 aveva avuto una tradizione lunghissima con lo Champagne e per la Formula 1 scegliere Ferrari è stato comunque un altro segno della loro volontà anche di essere aperti all'innovazione, ma credo che sia stata riconosciuta da un lato la qualità e l'eccellenza di Ferrari Trento, che ormai è tale a livello internazionale, ma in un certo senso è stata riconosciuta così anche la qualità delle bollicine italiane, che hanno la loro identità, ma che non hanno nulla da invidiare ai nostri cugini d’Oltralpe. La bellezza del vino è la diversità, ogni vino è espressione del suo territorio e noi siamo orgogliosi di essere espressione della viticoltura di montagna del Trentino e ambasciatori dell'arte di vivere italiana: questo ci rende unici e diversi. Come Trentodoc abbiamo un territorio straordinariamente vocato, di cui siamo orgogliosi, e speriamo che nel bicchiere chi degusta Ferrari ritrovi queste sensazioni che devono essere uniche e che devono essere appunto uniche perché legate a questo territorio. Ogni grande vino è espressione del proprio territorio e così deve essere. Io penso che stia anche cambiando un po' a livello internazionale quella che è la percezione, non solo da parte di opinion leader, ma anche da parte dei consumatori. Fino a qualche anno fa l'alto di gamma delle bollicine era dominata solo dallo Champagne, che oggi continua ad essere un leader perché è un riferimento, ma c'è la consapevolezza che si possono produrre bollicine di eccellenza in altri territori, che hanno le loro caratteristiche, la loro identità, e sicuramente in questo panorama l'Italia può giocare un ruolo da protagonista perché ha diversi territori di eccellenza, soprattutto il Trentino, con la sua viticoltura di montagna, ha un'identità molto precisa che oggi viene sempre di più riconosciuta a livello internazionale. Il fatto di essere diventati brindisi ufficiale della Formula 1 credo che sia anche un segno di questi tempi che cambiano, e che ci hanno visto fra l'altro conquistare non solo la Formula 1, ma tanti palcoscenici che storicamente magari erano solo riservati allo champagne.

L’accordo scade a fine anno: Ferrari rimarrà il brindisi della Formula 1?
In questo momento noi siamo oggi ii brindisi della Formula 1 per tutto il 2024, mentre per il 2025 siamo in fase di discussione e vedremo se la partnership andrà avanti e, in caso, se per il prossimo anno o anche più avanti. Siamo in fase di discussione e di dialogo con Formula 1: siamo entrambi molto soddisfatti reciprocamente della partnership però è ovvio che è anche una situazione competitiva e quindi si vedrà.

Ferrari e Formula 1, gli effetti della partnership

C’è stato un impatto maggiore - sia in termini di visibilità del brand che economici - in Italia o all’estero?
Credo che questa partnership sia stata importante ed efficace soprattutto all'estero, perché ci ha dato anche una forte brand awareness, cioè una visibilità del marchio all'estero, dove io credo che Ferrari abbia ancora grandi margini di crescita. Devo dire che in Italia ormai il nostro marchio è molto ben riconosciuto, direi anche posizionato in modo adeguato, mentre nel mondo ci sono ancora tanti mercati da conquistare e la nostra notorietà è maggiormente ridotta rispetto a quello che è l'Italia. Quindi sicuramente questa partnership ha aiutato in modo particolare a far crescere la notorietà e il prestigio del nostro marchio a livello internazionale, in modo particolare ad esempio negli Stati Uniti, che oggi dopo l'Italia è il secondo mercato di sbocco per Ferrari Trento ed è anche il mercato dove noi riteniamo di avere più margini di crescita in futuro, per cui si tratta di un mercato per noi strategico. Tra l'altro noi abbiamo iniziato questa partnership nel 2021, il primo anno, quando la Formula 1 ha iniziato il suo percorso di crescita negli Stati Uniti, grazie a Netflix e grazie al fatto che poi i Gran Premi negli Stati Uniti sono passati da uno a tre. Oggi negli Stati Uniti la Formula 1 è estremamente importante, la sua notorietàè cresciuta enormemente, quindi anche per noi è stato molto positivo perché la partnership con la Formula 1 ci ha aiutato molto in questo mercato negli Stati Uniti. Tra l’altro Liberty Media (promoter della Formula 1, ndr) è americana e ha voluto investire in modo particolare negli Stati Uniti. Tra l’altro la nascita del Gran Premio di Miami e del Gran Premio di Las Vegas sono stati due eventi straordinari, ciascuno con una sua identità forte. Miami è la città più “sparkling”, è un Gran Premio del sole, Las Vegas è giustamente un Gran Premio notturno perché è la città delle luci e della notte e sono stati due eventi eccezionali che hanno anche un po' cambiato la Formula 1 perché oggi il bello di questo mondo è che c'è la tradizione come qui a Monza, di un circuito storico, ma ci sono anche dei circuiti diversi e delle occasioni diverse come possono essere Miami e Las Vegas, dove io credo che ci sia comunque il motorsport perché comunque sono gare competitive dove le squadre e i piloti si devono mettere alla prova e c'è anche tanto altro: una cornice straordinaria, ci sono feste, ci sono eventi, c'è un mondo di gioia e di convivialità intorno al Gran Premio che ovviamente poi per un produttore di bollicine è molto importante. La crescita come dicevo è di notorietà e di visibilità della marca, ma anche di vendite soprattutto in America dove sostanzialmente siamo quasi riusciti a quasi triplicare le vendite dall'inizio della nostra partnership. Certo non è solo la partnership con Formula 1 che ha determinato questo però devo dire che questo è ad esempio uno dei dati che posso evidenziare per indicare come questa partnership possa essere stata utile e importante.

 

Ferrari, il vino oltre la Formula 1

Venendo ad una delle tematiche che stanno tenendo banco: partendo dalla suggestione della Formula 1 in cui Ferrari non viene stappato in alcuni Paesi per ragioni culturali e religiose, come vi ponete nei confronti del tema vino no-alcol?
In quei Paesi è vietata anche la pubblicità delle bevande alcoliche, quindi non siamo presenti: si brinda con l’acqua di rose. In generale, però, in questo momento non siamo in grado come Ferrari, ma direi che sul mercato non c'è una tecnologia, che ci permetta di fare un vino no-alcol che regali le stesse emozioni o comunque che abbia le stesse caratteristiche che noi cerchiamo in un Trentodoc. Tuttavia abbiamo ad esempio lavorato con Bisol, sempre del gruppo Lunelli, nella costruzione di vini con un più basso livello di tenore alcolico: ad esempio siamo usciti con un Prosecco che ha 10 gradi e mezzo che è il minimo della gradazione permessa dalla denominazione.

 

È anche iniziata la vendemmia: che prime impressioni avete avuto?
L’annata agraria è stata molto sfidante perché ci sono state precipitazioni molto superiori alla media in Trentino quindi abbiamo avuto una piovosità estremamente elevata che hanno imposto ai nostri team in campagna di lavorare a dei ritmi davvero frenetici. È stata un'annata in cui è stato fondamentale il lavoro in campagna per riuscire ad arrivare oggi comunque con delle uve che devo dire comunque è di buona qualità. Quest’anno più che altro ci saranno quantità un po' ridotte, ma la qualità che stiamo vedendo è abbastanza buona. Sarà fondamentale per noi adesso vedere l'evoluzione nei prossimi giorni perché soprattutto i vigneti più ad alta quota vengono vendemmiati più avanti ed è fondamentale che il tempo si mantenga stabile: sarebbe fondamentale avere magari delle belle giornate di sole anche a settembre per avere una perfetta maturazione delle uve più in alta quota e permetterci una raccolta di uve sane ben mature.

C’è infine la questione degli stock di bottiglie invendute: come la affrontate?
Questo è senza dubbio un anno complesso. Noi veniamo da un periodo di crescita post-pandemia molto forte, poi evidentemente il mercato ha iniziato a rallentare e questa è una situazione più sfidante: lo è per noi come lo è per lo Champagne di cui ho sentito numeri di cali a doppia cifra anche significative a livello internazionale. Anche noi siamo in leggero calo, soprattutto in Italia: è evidente che è un mercato in cui il consumatore ha perso il potere d'acquisto a causa dell’inflazione, dei tassi di interesse e si è un po' raffreddata l'euforia post-pandemica quindi, come detto, è un mercato più sfidante, ma tutto sommato le nostre vendite stanno tenendo. Considerata la la crescita molto forte degli anni dopo la pandemia eravamo arrivati ad un livello di scorte molto ridotto, quindi questo ci permette di lavorare con più serenità. Inoltre abbiamo un'altra fortuna, quella che tendenzialmente il Ferrari Trentodoc ha una grande capacità di migliorare invecchiando. Per questo sicuramente non abbiamo problemi invenduto. Sul mercato italiano sarà difficile crescere nel 2024: quello che vogliamo fare è lavorare molto sul posizionamento e continuare a lavorare con i nostri clienti nella ristorazione e nel mondo dell’Horeca per fare in modo di confermare il posizionamento di Ferrari.

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Alberto Lupini


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