Insolitus, ovvero straordinario. È la nuova linea con 3 etichette che segnano il passaggio dalla ricerca alla proposta di 3 possibili espressioni personali di vitigni tipici dell’Alto Adige. L’iniziativa è dell’Abbazia di Novacella che, dopo anni di sperimentazione, scende sul mercato con vini nati data dall’idea di puntare su test e novità che vengono dal mondo enologico. I primi passi negli anni passati si erano fatti con Flavus nel 2013, senza solforosa aggiunta, e poi nel 2015 si era passati agli orange wine. Ora si è fatto un salto di qualità coi Pinot bianchi e con il Bronner. Sono vini novità che in caso di successo potrebbero essere passati alle due linee di etichette tradizionali della cantina. Le produzioni sono limitate al momento, 1350 bottiglie per Ohm Bronner 2019, 1700 bottiglie per Quota Pinot Bianco 2018 e 1500 bottiglie per Hora Orange Wine. Su entrambi i vitigni si è operato per abbassare anche il grado alcoolico: tutti e 3 i vini sono sui 12 gradi. Non dimentichiamo che Novacella è una cantina storica in valle Isarco, che lavora vini da vigneti in zone mediamente alte. La maggior parte dei vini sono bianchi prodotti in zona Bressanone. I rossi, che pesano per il 30% vengono per lo più dalla zona di Bolzano. In tutto ci sono 26 ettari di proprietà dell'Abbazia e si lavorano poi uve da una cooperativa di 60 produttori.

Ohm, Quota e Hora, le nuove etichette Insolitus di Abbazia di Novacella
«Il nome che abbiamo scelto vuole enfatizzare il nostro desiderio di percorrere strade differenti, appunto insolite, rispetto alla nostra classica produzione» spiega Werner Waldboth, direttore vendite di Abbazia di Novacella. «L’approccio artigianale che da sempre contraddistingue la nostra filosofia, sia qui a Novacella che nella tenuta Maklhof a Cornaiano, pensiamo sia coerente anche con il desiderio di voler innovare, senza mai accontentarsi dei risultati raggiunti. Solo in questo modo è possibile interpretare i cambiamenti in atto che esigono scelte oculate e attente. L’innalzamento delle temperature, il desiderio di perseguire la strada della sostenibilità ambientale, nonché la continua ricerca di vini che uniscano complessità, forte impronta territoriale e bevibilità, ci hanno spinto a voler trovare un nuovo spazio dove poter sperimentare con lungimiranza e coerenza. La lunghissima storia e la tradizione che abbiamo alle spalle, inoltre, ci consente di poter intraprendere questo viaggio all’interno di un percorso saldo e ben strutturato”.
“Insolitus vuole rappresentare per Abbazia di Novacella un luogo di confronto e sguardo verso il futuro, un connubio tra materia, sapienza e tempo – conclude il direttore Werner Waldboth –. È un cantiere aperto, all’interno del quale vogliamo sentirci liberi di osare, sempre con l’obiettivo di creare vini che ben si integrino con il nostro importante passato, ma allo stesso interagiscano con i cambiamenti che stiano vivendo”.
Ma vediamole tre nuove etichette:
OHM - Si presenta con un’etichetta davvero originale e già dal nome (che indica la misura della resistenza, rappresentato anche da una linea tratteggiata) indica quella una sorta di test per cui è nato questo
Bronner. Con una leggera sapidità è molto caldo e avvolgente in bocca. Non te lo aspetteresti così. Ha un’acidità matura che riporta ad altri vitigni tipici dell’area altoatesina. La mancanza di malolattica lo lascia comunque pastoso e adatto a piatti anche sapidi o leggermente grassi. C’è un leggero tratto floreale che lo rende elegante. La vendemmia 2019 è la prima di un vigneto di 3 anni posto a 400metri di altitudine. Vinificazione in acciaio, maturazione di 6 mesi e poi un mese in bottiglia. Da servire a 12°. Fra le varietà “resistenti” è forse quella che si avvicina di più a quelle tradizionali ed è comprensibile questo tipo di sperimentazione fatta dall’Abbazia. Il potenziale di maturazione è indicato in 5 anni.
QUOTA – Qui siamo al più rappresentativo vino dell’Alto Adige: il
Pinot bianco. I vigneti sono a 65o metri. L’annata è il 2018 di un vigneto giovane (e in parte si avverte). La maturazione è tutta in legno (barrique) che da struttura ad un rotondità già garantita dalla malolattica svolta. La sapidità lo rende particolare e diverso. Il vino rappresenta in modo quasi preciso il cambiamento climatico a cui i vigneti si devono adattare anno dopo anno. In questo caso la compensazione all’aumento di temperatura è dato da un controllo del grado alcoolico che resta a 12° grazie alla nuova varietà adottata. Questo è un vino che nelle intenzioni dell’enologo ha un potenziale di maturazione di 10 anni. E in effetti in bocca promette una complessività destinata a migliorare entro almeno un paio d’anni. Si può aspettare ed avere belle sorprese.
HORA (orange wine) - È un po’ il figlio delle sperimentazioni fatte dalla cantina col
Sylvaner. Un vino che si presenta dichiaratamente per ampi abbinamenti a tavola coi suoi 5 anni di maturazione (fermentazione di 10 giorni sulle bucce che lascia una leggera traccia aranciata, per poi trascorre 24 mesi in botte, dove svolge la malolattica, 18 in barrique e 12 in bottiglia). Ha un ampio spettro aromatico che deriva anche dalla coltivazione a 720 metri. Elegante, caldo, avvolgente è un vino ben fatto e che è ricco in bocca, nonostante la scarsa apprezzabilità al naso. È davvero ben fatto e non presenta i difetti di tanti orange wine (puzze e eccessiva ossidazione). Si tratta di una delle massime espressioni di una aromaticità di un Sylvaner con un’interpretazione nuova rispetto al Silvaner della linea Praepositus che è molto più territoriale. Un’ottima prova che supera ogni test.