Guida Vitae 2025 di Ais: un viaggio tra i vini della Toscana
Toscana protagonista della Guida Vitae 2025 di Ais: il Bolgheri Sassicaia 2021 di Tenuta San Guido insignito del riconoscimento regionale, ma scopriamo qualche altra eccellenza toscana
La Leopolda di Firenze è stata il teatro di una spettacolare kermesse ad iniziare dalla finale del Concorso miglior sommelier d'Italia, vinto da Andrea Gualdoni, con i migliori vini della Guida Vitae 2025 di Ais in degustazione nei numerosi banchi d'assaggio, l'assegnazione dei prestigiosi Tastevin Ais a 22 produttori in rappresentanza di ogni regione, oltre a masterclass con una guida di eccezione come Daniele Cernilli. Quasi 20.000 etichette sono state degustate e valutate da una redazione centrale, 22 redazioni territoriali e più 1000 collaboratori che per oltre sei mesi hanno lavorato senza sosta per realizzare questa Guida.
Guida Vitae, Toscana protagonista
La Toscana è presente con 135 vini premiati con l'ambito riconoscimento delle “gemme” su 452 e con 435 vini sui 2951 censiti dalla Guida, a completare l'eccellenza del vino toscano il Tastevin, il riconoscimento attribuito ogni anno da Ais a un solo produttore regionale per l'impegno profuso nella valorizzazione del vino e del territorio. Il riconoscimento è andato al Bolgheri Sassicaia 2021 della Tenuta di San Guido. La sterminata proposta disponibile nei banchi di assaggio (neanche i più ardimentosi potrebbero arrivare lucidi fino alla postazione 459) ha reso necessario dover estrapolare solo una dozzina fra i vini in degustazione scusandoci in anticipo per le dolorosi e magari illustri esclusioni. Vediamoli uno per uno con il Brunello di Montalcino sempre sugli scudi.
Brunello di Montalcino
Si parte subito col botto ovvero col Brunello di Montalcino Giodo 2019 di Giodo. Carlo Ferrini è oggi il maestro dei vini eleganti, l'enologo che più di tutti ha fatto dei tannini raffinati la firma dei suoi vini. Giodo, azienda di proprietà con la figlia Bianca, è la quint'essenza di questa idea di finezza prestata al Brunello. Il 2019, complice anche l'annata classica, coi suoi aromi di cedro, terra, corteccia, tè al bergamotto e ciliegie, che poi si trasformano in fiori freschi e secchi, con tannini fini e superbi nonostante la struttura potente , ne è un esempio emblematico. Molto chiaro e trasparente. Che vino! Proseguiamo con il Brunello di Montalcino Fior di Meliloto 2019 di Corte Pavone. Una Tenuta di 19 ettari circa a 450 metri slm alla quale si accede da un poetico viale di cipressi . Qui Hayo Loacker ha creato una parcellizzazione dei vigneti attraverso sette cru “dinamici” dei quali “Fior di Meliloto” è il più fresco. Il Brunello 2019 si esprime infatti con more a marasche, note petrose e terrose. Pieno sul palato con tannini masticabili e maturi, acidità scalpitante e finale sostenuto da questa importante struttura.
Il Brunello di Montalcino Sugarille 2019 di Pieve Santa Restituta nasce nella zona, appunto, di Santa Restituta a Montalcino vicino a Tavarnelle. Una di quelle più alte e più immerse nei boschi del territorio compreso nella denominazione, in modo da esaltare i profumi del Brunello e la sua profondità. A ciò si aggiunga lo stile votato alla qualità assoluta di Angelo Gaja e della sua famiglia. La 2019 è estremamente profumata di lillà, violette, marasche e frutti a polpa violacea. Pieno e molto strutturato mostra tannini pungenti che apportano lunghezza e intensità .Un grande Brunello da invecchiamento. Cambiamo scenario con il Toscana Il Blu 2021 di Brancaia. Brancaia nasce da uno di quegli amori per il territorio del Chianti Classico che in Barbara Widmer è diventato attaccamento al territorio e impegno a comunicarlo attraverso la schiettezza del vino. Oggi si registra un più equilibrato uso del legno e delle estrazioni. Il Blu 2021 sfoggia finezza e bellezza, è un vino che respira frutti di bosco, sandalo e menta. Sul palato progredisce con tannini superbi intrisi di frutto, strutturato quanto bilanciato.
Chianti Classico
Non possono mancare almeno due Chianti Classico. Il Gran Selezione Colledilà 2021 di Barone Ricasoli si presenta etereo con profumi di arancia rossa, ciliegia, lampone, viola e accenni speziati in sottofondo. Sapore composto, vellutato, di grande equilibrio, con tannini perfetti in un corpo molto armonico. Finale davvero interminabile. Restiamo nella denominazione con il Chianti Classico Gran Selezione Vigneto il Poggio 2019 Castello di Monsanto. Laura Bianchi ha ormai preso il testimone del padre Fabrizio, perpetrando una tradizione antica che ha portato qui la Famiglia nei primi anni Sessanta. Da allora il Poggio è sinonimo di grande vino nella regione del Chianti Classico e le vecchie annate sono la dimostrarne lo spessore. Un Gallo Nero di purezza e finezza. Nel 2019 a note di lampone e ciliegia si accompagnano buccia d'arancia e fiori freschi. Solido in bocca per tannini vellutati e acidità brillante, con un finale pulito e preciso.
Vino Nobile di Montepulciano e Syrah
Ci spostiamo ancora con il Vino Nobile di Montepulciano il Nocio 2020 di Boscarelli. Il Nocio è una certezza. Questo cru di Montepulciano rappresenta il miglior vino della denominazione sud-orientale toscana. La sua consistenza, vendemmia dopo vendemmia nella gestione della Famiglia De Ferrari Corradi è impressionante per eleganza e longevità . Floreale di violetta e iris, ciliegie e buccia d'arancia. Il corpo non è esuberante, sul palato prevalgono freschezza e croccantezza del frutto con tannini fini. Uno dei migliori Vino Nobile assaggiati da tanto tempo.
Il nostro tour ci porta al Syrah Cortona Apice di 2020 di Stefano Amerighi. Stefano Amerighi è un appassionato viticoltore e raffinato interprete del vitigno Syrah. A lui va anzi riconosciuto il merito di aver saputo creare e trascinare un intero territorio come quello di Cortona. Oggi il suo Apice, nomen omen, merita un posto nell'enologia italiana anche se il prezzo è ancora quello di un emergente. Il 2020 è molto pepato, declinato sui frutti neri, affumicato e con eleganti note di scorze d'arancia essiccate, minerale e con finale di tabacco dolce. Secco e sapido, in bocca è succoso e con tannini masticabili.
Bolgheri e non solo
Altro giro altra corsa. Il Toscana 2021 Monteverro di Monteverro è un assemblaggio di cabernet franc, cabernet sauvignon, merlot e petit verdot. Esso proviene dalle migliori parcelle dell'omonima Tenuta di Capalbio che ha in un suolo di argille rosse miste a roccia e nel microclima vicino al mare le sue peculiarità. La selezione è un lavoro di cesellatura da parte di Julia e Georg Weber con l'ausilio dell'enologo consulente Michel Rolland. Che complessità, con ricchezza di grafite, cassis, more. Frutti freschi e ben definiti impreziositi da note di cioccolato e nocciole. I tannini sono fini e cremosi.
Anche Bolgheri si distingue come territorio in grande spolvero. Abbiamo estratto Il Bolgheri Superiore Dedicato a Walter 2020 di Poggio al Tesoro. È avvolgente, molto intenso, fruttato, ribes nero e mirtillo, speziato e appena floreale di lavanda. Bocca intensa e saporita, fresca ed elegante, con una progressione succosa e finale persistente. E che dire del Bolgheri Sassicaia 2021 di Tenuta San Guido. Quest'annata scuote l'anima. Cioccolato e menta, noce moscata, mirtillo in confettura, macis e cipria, tabacco. Sorso rarefatto, equilibrio col tannino sognante e irreale. Onirico. La quadratura del cerchio e il miglior modo per chiudere una carrellata entusiasmante. D'altronde lo scrive anche Sandro Camilli (presidente nazionale) nel finale della sua Introduzione: «Levate i calici al Mediterraneo, levate i calici all'Italia, levate i calici al vino! E che questo brindisi risuoni tra le mura della Leopolda, simbolo di un'unione che celebra la vita, la cultura e il piacere del buon bere. Buona lettura e buona Vitae».
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Alberto Lupini