Glera, vitigno usato per produrre uno dei vini più venduti al mondo
Storicamente diffusa in quasi tutte le province del Veneto, la coltivazione si è estesa negli ultimi anni anche al Friuli Venezia Giulia. Si esprime in modo differente a seconda del clima e delle tipologie di terreno
07 ottobre 2017 | 14:43
di Piera Genta
foto: foodandtec.com
Origini incerte per un vitigno già coltivato in epoca romana. Una prima ipotesi lo vede originario di Prosecco, un piccolo comune del Carso triestino, da dove si sarebbe poi spostato nella Marca Trevigiana per spingersi fino ai Colli Euganei; la seconda considera il percorso opposto, a partire dai Colli Euganei, si diffonde gradualmente verso la Slovenia. Il melaromatico Prosecco cantato da Aureliano Acanti nel 1754 si può considerare la prima prova documentata della presenza veneta di questo vitigno, mentre nel 1772 Francesco Maria Malvolti sul Giornale d’Italia ne scrive come una delle migliori uve da vino.
La coltivazione si è estesa negli ultimi anni anche al Friuli Venezia Giulia, ma la terra d’elezione rimane il Trevigiano e in particolar modo il complesso sistema collinare che si estende tra Conegliano e Valdobbiadene. Uva da spumantizzazione per eccellenza, è la base del Prosecco Doc e Docg che, oltre ad essere uno degli spumanti italiani più conosciuti, è anche uno dei prodotti enologici più venduti al mondo.
Si esprime in modo differente a seconda delle condizioni climatiche e delle tipologie di terreno. Nell’area collinare del Valdobbiadene a prevalere sono le note floreali e quelle fruttate; i sentori agrumati e la mela verde sono tipici della media collina; gli agrumi associati agli aromi tropicali si ritrovano nell’area a sud di Vittorio Veneto. Per quanto riguarda la pianura, il floreale e il fruttato fresco sono tipici delle zone con suoli sassosi e sciolti.
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Alberto Lupini