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Molino Paolo Mariani
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Falerno di Fattoria Pagano, un'eccellenza figlia di leggende antiche

Si racconta che il Falerno sia un dono del dio Bacco. Oggi questo dono è anche una grande perla dell'enologia italiana, declinata in versioni rosse, bianche e rosate da Antonio Pagano

14 maggio 2021 | 18:26

Falerno di Fattoria Pagano, un'eccellenza figlia di leggende antiche

Si racconta che il Falerno sia un dono del dio Bacco. Oggi questo dono è anche una grande perla dell'enologia italiana, declinata in versioni rosse, bianche e rosate da Antonio Pagano

14 maggio 2021 | 18:26

Siamo in Ager Falernus, là dove, dal nord costiero provenienti, la Campania Felix ha inizio. È il territorio d’elezione del vino Falerno, il prediletto dalla Roma patrizia che ne fece status symbol di ricchezza e gusto raffinato. Il Falernum era ritenuto tra i migliori rossi in assoluto. Vino leggendario. Leggendario al punto tale che... la sua origine trae spunto da una leggenda tramandataci da Silio Italico, arrivando fino ad oggi nelle bottiglie di Fattoria Pagano.

I vini Falerno Doc di Fattoria Pagano

I vini Falerno Doc di Fattoria Pagano


La leggenda dice fosse un dono del dio Bacco

Il vino Falerno fu il dono di Bacco, dio del vino e della vendemmia, agli abitanti dell’Ager Falernus, per premiare la loro generosa ospitalità, i cui tratti sono a tutt’oggi presenti. Bacco, ridiscendendo dal monte Massico dopo che sin lassù in cima era arrivato, incontrò un vecchio contadino di nome Falerno. Falerno, nel vedere Bacco stanco e bisognoso di ristoro, lo invitò a riposarsi nella sua capanna: una pausa gli era necessaria prima di riprendere il cammino. Falerno, sebbene povero, offrì umilmente al dio Bacco quanto di meglio aveva: latte, miele e formaggio. Bacco rimase commosso da tanta bontà e, per ringraziare il vecchio, trasformò una coppa di latte in ottimo vino. Falerno lo bevve e si addormentò. Al suo risveglio, trovò la sua terra interamente ricoperta da splendidi vigneti che da quel giorno produssero il Falerno. Non è vero? Ma è almeno verosimile? Neanche verosimile? E va bene!

Il Falerno dall'Impero Romano ad oggi

La storia del vino Falerno è frutto dell’attento lavoro di viticoltura che ebbe inizio ben 23 secoli fa. A declamarne i pregi furono Catullo, Marziale e Orazio, che qui nell’Ager Falernus scelse di vivere la sua vita felice, scandita dal suo “carpe diem”. Perfezionamenti continui nel corso dei secoli, ma poi con la decadenza e la successiva caduta dell’Impero romano, si persero le tracce di questo mitico vino, riscoperto poi nell’800. Poi ancora fasi recenti di pericoloso oblio e finalmente da circa 40 anni a questa parte, l’inizio della rinascita del Falerno.

Un grande vino da un grande terroir
Un grande vino da un grande terroir


Fattoria Pagano, dove il Falerno è divenuto una delle eccellenze dell'enologia italiana

Tra le emergenti realtà vitivinicole dell’Ager Falernus, posizione di rilievo, per competenza, passione e lucida tenacia nell’investire avendo ben chiari gli obiettivi aziendali, è detenuta dalla Fattoria Pagano. Il fondatore dell’azienda è Antonio Pagano.

Antonio Pagano, nei primi anni del nuovo secolo, si pose l’obiettivo di far conoscere al mondo il Falerno del Massico, il famoso nettare di Bacco degli antichi Romani. Nasce così la riscoperta di un grande terroir e di un grande vino che oggi si pone tra le eccellenze dell’enologia italiana. Antonio Pagano è in felice momento di passaggio generazionale con il figlio Angelo. I vigneti si estendono su due terrazzamenti nel cuore del Massico. Poco distante è l’Appia, la Regina Viarium. Da qui si gode un panorama unico: le isole di Ischia e Procida a sud ovest, il Golfo di Gaeta a nord ovest. Il mare dista appena 5 chilometri.

Si alternano vigne di Aglianico, Piedirosso e Falanghina piantate negli anni 2002, 2003 e 2004 accanto alle preesistenti vigne antiche che producono da oltre 70 anni varietà locali di uva a bacca bianca e a bacca rossa. L’altitudine è compresa tra i tra 270 m e 300 m sopra il livello del mare, alle spalle del vulcano spento di Roccamonfina. Ed è proprio la presenza del terreno vulcanico, insieme con la vicinanza al mare, a creare quell’equilibrio geo-climatico fondamentale per la produzione di questi vini.

Tra le uve bianche della cantina, l'autoctona Falanghina
Tra le uve bianche della cantina, l'autoctona Falanghina


In degustazione

Sorprendenti i meditati assaggi. In abbinamento alla Mozzarella di Bufala Campana Dop, nel calice il Fabula Falerno del Massico Bianco Doc, da sole uve Falanghina. Fresco ed al contempo persistente, lo vediamo bene anche su primi piatti di pesce. Sempre da sole uve falanghina il Pectus Falerno del Massico Bianco Doc, fa sei mesi di barrique. Presenta luminose tonalità di giallo paglierino, profumi di fiori di campo e note variegate di frutti agrumati.

Ed eccoci al sorprendente Rosé Roccamonfina Rosato Igt, vino rosato di grande eleganza. È uvaggio di uve autoctone, Aglianico e Piedirosso e dell’uva alloctona Merlot. Non vede legno ed affina in bottiglia tre mesi. Piacevolmente fresco, è naturalmente elegante. Intriga il colore rosa salmonecon seducenti riflessi "Cerasuolo". Spiccano al naso i profumi intensi di mela e di amarena. Abbinamento felice con un sontuoso Spaghetto chitarra con gamberi. Ottimo anche su pizze dal consistente topping. Regge bene anche con il Caciocavallo Silano Dop alla piastra. Austero, imponente l’Angelus Falerno del Massico Rosso Doc, da uve Aglianico (80%) e Piedirosso (20%). Ha un bel colore rubino intenso, struttura solida, gradevole al palato. Ottimo in abbinamento con carni alla griglia.

Imminenti acquisizioni di ulteriori vigneti in zona, produzione attuale che si attesta sulle 100mila bottiglie. In Fattoria Pagano, grazie al patron Angelo ed al papà Antonio, scorgiamo il futuro, oltre che il presente, dell’enologia dell’Ager Falernus.

Per informazioni: www.fattoriapagano.it


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