L'Etna che sfida il tempo, i rossi riserva
Nove cantine di rossi riserva presenti. Monte Gorna segna idealmente il confine di questo evento-percorso, chiamato “Versante Est”, anello ideale che parte da Contrada Petto Dragone, per giungere nel territorio di Trecastagni
In tutta la sua placida maestosità, l’Etna sfida il passare del tempo. Lo fa ora con tempeste di fuoco e colate di lava, ora con fredde nevi e boschi silenziosi. E lo fanno i frutti e i prodotti del suo affascinante territorio, come il vino, testimonianza di tanta fecondità. Con un settimo gradevole appuntamento, questa volta all’Osteria di Cantine Nicosia, l’evento “Versante Est” ha voluto dedicare un focus proprio a questo aspetto, coinvolgendo ospiti, appassionati, produttori e giornalisti all’appuntamento: “L’Etna che sfida il tempo: i rossi riserva”.
Si è trattato di un percorso affascinante quanto questa parte di territorio, che ci ha condotto attraverso le differenti declinazioni del principe dei vitigni del vulcano, il Nerello Mascalese, che riesce a esprimersi con profondità e armonia anche nel lungo affinamento.
Nove le cantine protagoniste in questo viaggio enologico-sensoriale, che hanno illustrato l’evoluzione dei propri “rossi riserva” dal palcoscenico naturale delle Cantine Nicosia a Trecastagni (CT), non prima però di aver fatto visita ai vigneti di Monte Gorna, dove la storica azienda siciliana ha parte della sua produzione, come una gemma incastonata nel territorio vulcanico.
A spiegare caratteristiche e peculiarità della produzione che esce da Monte Gorna è stato l’agronomo dell’azienda, Alessandro Lo Genco. Ci si trova ai piedi di uno dei crateri spenti dell’Etna, tra vigneti antichi e un terreno ricco di minerali e sabbie vulcaniche. Siamo tra i 700 e i 750 metri sul livello del mare e il Monte guarda il “fratello minore” Monte San Nicolò, con la sua esposizione a sud-est. Anche questo piccolo, ma intenso regno è siglato dalla presenza del Nerello Mascalese, ma non è un sovrano solitario. Con esso, infatti, anche il Nerello Cappuccio e, per i vitigni a bacca bianca, il Carricante e il Catarratto. Monte Gorna segna idealmente il confine di questo evento-percorso, chiamato “Versante Est”, un anello ideale e terrestre che parte dal nord, da Contrada Petto Dragone, per giungere proprio nel territorio di Trecastagni.
Nove cantine di rossi riserva
Dopo la visita ai vigneti e alla cantina, il via ufficiale alle degustazioni, con le 9 etichette di “rossi riserva” in programma:
- I Vigneri “Le Viti Centenarie” del Vinupetra, Etna Rosso 2018: siamo in Contrada Porcaria, a poco meno di 600 metri slm, nel territorio di Castiglione di Sicilia. Le viti centenarie sono quelle di Vigna Calderara, per 80% Nerello Mascalese, 10% Nerello Cappuccio e 10% Granache. Il cratere centrale dell’Etna dista, in linea d’aria, solo 15 km; il mare Jonio appena 20 km. Un connubio straordinario che, unito alla storia e alla longevità di queste viti, dona un vino elegante e poderoso.
- Gambino Vini “Petto Dragone”, Etna Rosso 2017: anche il lato più a nord guarda al mare, protetto dai Monti Peloritani. Il 2017, come ha illustrato la sommelier della cantina, nonché Miglior Sommelier di AIS Sicilia 2022, Federica Milazzo, è stata un’annata molto calda, che ha donato vini corposi. Come questo “Petto Dragone, che ha subito rivelato una presenza olfattiva importante, come nella fase gustativa. Vino sia da conversazione che da abbinamento.
- Benanti “Rovittello” Particella No. 341, Etna Rosso Riserva 2017: stessa annata calda per questo elegante vino di Benanti. Torniamo in territorio di Castiglione di Sicilia, sui 750 metri slm, in particolare in Contrada Dafara Galluzzo. Qui la produzione dal 2015 diventa ufficialmente “Riserva”. Anche qui importante presenza di viti centenarie pre-fillossera, che donano un vino nobile, con grande persistenza anche in abbinamenti importanti.
- Murgo Tenuta San Michele, Etna Rosso 2016: scendiamo di un’annata, ma non certo di qualità. Ecco un altro vino importante in degustazione, che nasce a 500 metri slm. Questo vino, come ha spiegato il sommelier Claudio Di Maria, è prodotto da uve impiantate nel 2006, dove prima si produceva Cabernet Sauvignon, e che oggi regalano etichette di grande complessità e persistenza, che richiedono tempo per essere comprese e apprezzate, nonostante già da “giovani” scalpitino per essere gustate. Proprio ciò che non spaventa i vini dell’Etna, che appunto “sfida il tempo”!
- Tenute Mannino Di Plachi Contrada Pietramarina, Etna Doc Rosso Riserva 2016: ancora uno scorcio potente e caldo del lato più a nord del vulcano, con questo vino nato dall’ottima annata 2016, con piogge alternate a clima mite. Circa tremila bottiglie prodotte di questa riserva, nata anch’essa nell’attesa e nella fiducia che il tempo avrebbe fatto il suo corso in tutta la sua saggezza. Il risultato è oggi un calice che dona sorsi pieni, caldi, ben bilanciati e tannini che raccontano storia e passione di una cantina che crede nella propria terra.
- Terra Costantino Contrada Blandano, Etna Rosso Riserva 2016: siamo a Viagrande, nel Versante Sud-Est, tra i 450 e i 550 metri slm. Anche qui la produzione si attesta su circa tremila bottiglie per questo vino che, ad ogni assaggio, racconta una storia affascinante di famiglie produttrici. Come quella di Fabio Costantino, che ha raccontato delle produzioni di famiglia, dove componente di famiglia è inteso anche il vulcano. Il tempo, l’attesa, il clima, la passione e la speranza: tutti ingredienti che caratterizzano vendemmia dopo vendemmia, anno dopo anno, per ritrovarsi poi a degustare quanto sperato.
- Palmento Biondi Cisterna fuori, Etna Rosso 2014 (in Magnum): il “Cisterna fuori” arriva direttamente dalla collezione privata della famiglia Biondi, guidata da Ciro, che ha illustrato tutta l’eleganza e la potenza di questa produzione, annata 2014. Un vino che, come un pavone, placido e sicuro della propria bellezza, se si attende pazientemente mostrerà tutta la propria luminosità e magnificenza. Il “Cisterna fuori” nasce in Contrada Ronzini, con una produzione annuale di 5 mila bottiglie, per un vino che assieme alle caratteristiche del Nerello Mascalese dona anche note balsamiche e di rose.
- Tenute Nicosia Monte Gorna Vecchie Viti, Etna Rosso Riserva 2014: anche i padroni di casa di questo appuntamento hanno fatto degustare ai propri ospiti l’annata 2014. Un Nerello Mascalese in purezza, proveniente solo da grappoli selezionati, come hanno spiegato Santi Natola, wine tourism manager, e l’enologa della cantina da ormai 15 anni, Maria Carella. Un vino di una straordinaria potenza, ma al contempo senza essere pesante; non muscoloso alla degustazione, bensì elegante, in grado di raccontare i 5 parametri cari alle Cantine Nicosia: la luce, il rigore, la progressione, la purezza e la verticalità.
- Barone di Villagrande Contrada Villagrande, Etna Rosso: ad arricchire la degustazione è stato questo vino che racconta ancora una declinazione straordinaria del Nerello Mascalese. Siamo a 700 metri slm, con lo Jonio che dona la propria nota sapida ed una spinta più fresca. La scelta per affinare questo vino vira sul legno dell’Etna, dunque il castagno, che rivela ancor di più il grande gioco di equilibri di questa etichetta, prodotta dalla storica cantina.
«Appena ci è stato proposto di entrare a far parte del progetto Versante Est, abbiamo subito aderito con entusiasmo – ha raccontato Graziano Nicosia, titolare con la famiglia della omonima cantina, accogliendo ospiti, produttori e giornalisti – come siamo soliti fare per tutte le iniziative come questa, che mirano a promuovere il territorio e il suo patrimonio enogastronomico, attraverso il connubio tra vino, cucina, enoturismo e cultura. In questo caso, l'entusiasmo è accresciuto dal fatto di poter collaborare, gomito a gomito, con amici produttori verso i quali nutriamo grandissima stima. Siamo stati onorati di ospitare la settima tappa della rassegna itinerante, che accende i riflettori sugli Etna Rosso dal lungo invecchiamento e sulle peculiarità delle pendici orientali del vulcano, da cui essi provengono. Da tempi non sospetti siamo convinti delle qualità uniche del Nerello Mascalese e della possibilità di produrre sull'Etna vini rossi, e non solo, di sorprendente longevità».
«Le riserve sono una grande responsabilità – ha aggiunto Santi Natola, wine tourism manager della cantina – perché sfidano il tempo, kronos per i Greci, ma anche kairos, ovvero il momento giusto, il tempo opportuno o propizio o, se vogliamo, l’attimo fuggente. Proprio come quello che attendiamo in ogni bottiglia. Così abbiamo colto questa opportunità e abbiamo scommesso anche sulla riserva».
Questa affascinante narrazione a più voci del vino dell’Etna è stata arricchita dagli interventi musicali del duo “L’ArmA”, tra jazz, bossanova, pop e rock. Un duo voce-contrabasso molto apprezzato, formato da Teresa Raneri e Fred Casadei, che ha accompagnato gli ospiti tra i rossi riserva, ma infine anche tra i bianchi e gli spumanti dell'Etna, in degustazione libera e abbinati alle preparazioni della cucina di Osteria di Cantine Nicosia.
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Alberto Lupini